Vendemmia 2018, l’allarme della Cia: “In Sicilia Occidentale oltre il 20% in meno di produzione”

redazione

Vendemmia 2018, l’allarme della Cia: “In Sicilia Occidentale oltre il 20% in meno di produzione”

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martedì 07 Agosto 2018 - 13:38

Prime previsioni poco incoraggianti per la vendemmia 2018. Il presidente della Cia Sicilia Occidentale Antonino Cossentino ha diramato in queste ore una nota in cui avverte i viticoltori degli effetti negativi che gli sbalzi climatici e l’ennesimo attacco della peronospera potrebbero  avere sulla produzione siciliana. A fronte di una qualità del raccolto che dovrebbe comunque restare di buon livello, le criticità dovrebbero riguardare soprattutto la quantità. Secondo la Cia, nelle province di Palermo, Trapani ed Agrigento – da dove arriva circa l’80% di tutto il vino dell’isola – la produzione accuserà un calo medio che del 20% con punte del 30, mentre le zone dell’Etna e del Cerasuolo di Vittoria pare siano riuscite a limitare i danni e ad alzare lievemente la media regionale. Le previsioni della Cia parlano di una produzione che per il 2018 in Sicilia sarà comunque superiore al 2017 (4,1 milioni di ettolitri) ma inferiore alla media dei 5,6 milioni di ettolitri degli ultimi dieci anni (fonte Istat). La vendemmia del 2018 dovrebbe portare a una produzione totale di 4,5 milioni di ettolitri, cifra ben lontana dal 2016 e 2015, quando si attestò oltre i 6 milioni.

“I viticoltori hanno imparato a misurarsi negli ultimi anni con il cambiamento climatico sempre più marcato ed imprevedibile e chi ha saputo fare prevenzione è riuscito a salvare buona parte del raccolto – commenta Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale – ma i ripetuti interventi in vigna, per contrastare l’attacco di malattie fungine come la peronospera, hanno fatto lievitare i costi di produzione. L’interesse per il vino siciliano è sempre alto e dobbiamo lottare perché ciò non cambi. In questo momento stiamo conducendo una battaglia sulle autorizzazioni di reimpianto, il rischio che migliaia di ettari di vitigni siciliani possano emigrare altrove è sempre alto. La Sicilia resta la regione con la maggiore superficie vitata, che è oltre i 100 mila ettari, ma è terza per produzione di vino dietro Veneto e Puglia. E’ un trend che dobbiamo invertire”.

Antonino Cossentino

Antonino Cossentino

Andando ad analizzare nel dettaglio le zone di produzione, le aree del partinicese e dell’alcamese accuseranno quest’anno un calo rispetto alla media del 20%. Dovrebbe andare peggio nelle zone di Petrosino, Salaparuta e Partanna, in provincia di Trapani, dove le grandinate di giugno hanno lasciato il segno e causeranno un calo medio tra il 25 e il 30 per cento. Nell’agrigentino, dove la vendemmia è iniziata a fine luglio, il range di perdite tra Sambuca, Menfi e Santa Margherita Belice oscilla tra il 20 e il 30 per cento. Meno impietose, invece, le condizioni climatiche nella zona dell’Etna, dove la produzione per pianta potrebbe essere talmente buona da costringere i coltivatori ad attuare dei diradamenti per rispettare il disciplinare. Le piogge primaverili si sono rivelate un fattore positivo nel sud-est dell’isola, dove si coltiva il Cerasuolo di Vittoria. Produzione nella media, infine, nelle aree centrali del nisseno, dove si produce soprattutto Nero d’Avola.

In generale, comunque, il combinato di clima, acqua e temperature di questa annata, come avvenuto per il grano, non è stato favorevole. Cruciale, per la viticoltura, è stato il mese di giugno, dove si sono registrate temperature superiori alla media di 1,5 gradi e un tasso di piovosità mai visto nell’ultimo decennio (come rilevato dal Cnr). Le alte temperature, unite alle abbondanti piogge fuori stagione e a un alto tasso di umidità hanno favorito la comparsa di malattie fungine come la peronospera, che fanno tardare la maturazione e possono causare l’abbassamento del grado zuccherino delle uve, l’indice che in cantina decide il valore del raccolto. “E’ ancora presto per parlare di prezzi – dice ancora Antonino Cossentino – e sarà anche decisivo l’andamento climatico di agosto che, in questi primi giorni, non è stato certo favorevole e che deciderà volumi e qualità”.

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