Maxi frode sui lavori al porto di Castellammare: oggi l’udienza preliminare

redazione

Maxi frode sui lavori al porto di Castellammare: oggi l’udienza preliminare

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martedì 29 Marzo 2016 - 16:42

Si è tenuta oggi, davanti al GUP di Trapani, Emanuele Cersosimo, l’udienza preliminare relativa ai reati di frode, falso ideologico e truffa sui lavori per la messa in sicurezza del porto di Castellammare del Golfo.
Sono 4 gli imputati, fra cui il direttore del cantiere e un direttore dei lavori nominato dalla Regione. I fatti risalgono al 2010, con una indagine peculiare condotta dai PM di Trapani Andrea Tarondo e Anna Trinchillo.
Le imprese appaltatrici, avrebbero usato il cemento depotenziato per realizzare i massi a protezione delle mareggiate, in spregio alla normativa speciale e alla legislazione tecnica al tempo vigente, in difformità con il capitolato d’appalto, con gli omessi controlli da parte del direttore dei lavori  e del direttore del cantiere.
Da qui l’interesse alla tutela degli utenti e alla sicurezza dei cittadini da parte dell’associazione CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino nonché del Comune di Castellammare.

Il Giudice, rigettando le eccezioni sollevate dai difensori degli imputati, ha ammesso le parti civili, rigettando anche la richiesta di nullità di una perizia effettuata in sede di incidente probatorio e ha rinviato per l’esame di uno degli imputati all’udienza del prossimo 22 aprile.
L’attuale processo – commentano gli avvocati di CO.DI.CI. Manfredi Zammataro e Vincenzo Maltese – – vede coinvolte persone che, secondo la tesi d’accusa, a vario titolo, sotto l’unicità di un medesimo disegno criminoso, tutti quali co-ideatori e comunque co-determinatori delle medesime azioni criminali, vengono perseguiti  in ordine ai  reati individuati  dal Codice Penale quali la frode, la truffa e la falsità ideologica. Poiché nel caso di specie sussiste la lesione degli  individuati interessi collettivi, nonché chiara emerge anche la rilevanza pubblica di un tale procedimento – concludono i due legali- chiederemo che il ristoro dei danni avvenga, oltre che attraverso il risarcimento secondo giustizia, anche attraverso la condanna degli imputati alla pubblicazione della sentenza di merito ai sensi e per gli effetti dell’art. 120 del codice di procedura civile”.

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