A Mazara resta alto lo scontro sulla Tari tra Quinci e Randazzo. Tancredi bacchetta i consiglieri del M5S: “Siate più incisivi”

redazione

A Mazara resta alto lo scontro sulla Tari tra Quinci e Randazzo. Tancredi bacchetta i consiglieri del M5S: “Siate più incisivi”

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martedì 15 Ottobre 2019 - 06:55

La vicenda TARI continua a tenere banco nella politica mazarese e l’inarrestabile effetto domino pare stia interessando anche il locale Movimento Cinquestelle. La tiratina d’orecchie per i tre consiglieri comunali eletti nella lista Movimento 5 Stelle alle scorse amministrative, Antonella Coronetta, Ignazio Maurizio Pipitone e Girolamo Billardello, è arrivata e a farsene carico è il deputato mazarese Sergio Tancredi che esorta i “suoi” a darsi una mossa e a fare “vera” opposizione al sindaco Quinci. La notizia di ieri mattina è però l’ennesima novità politica del già fin troppo agitato clima mazarese ed è raccontata dallo stesso deputato Tancredi. “Quanto accaduto oggi ha tutto il sapore della vendetta ma rappresenta l’ennesimo autogol del sindaco e della sua maggioranza. Randazzo, il quale tra l’altro è il presidente della Commissione Affari Costituzionali, ha annunciato di aver trovato, stamane, sulla sua scrivania, le dimissioni dei 4 consiglieri di maggioranza. Se c’è dissenso politico con un avversario, come è normale che ci sia, lo si deve spegnere facendolo decadere da una presidenza perché in quella maniera, da quella posizione ha più possibilità di accedere agli atti pubblici? Per me è una caduta di stile”.

Questa è la novità, l’ennesima chicca aggiunta al giù bollente pentolone mazarese che schiuma, trasborda e minaccia di servire roventi piatti al sapore acre e greve della vendetta. Nessuna polemica accenna a diminuire, anzi, la vicenda del mancato pagamento della tassa sui rifiuti in cui è incappato il sindaco Salvatore Quinci, ancora non si placa e come già detto, ha effetti anche sui tre “troppo buoni” consiglieri pentastellati  accusati dal “Gotha” regionale  di aver assunto, in consiglio comunale, un atteggiamento troppo “tiepido” che neanche lontanamente somiglia alla veemenza rivoluzionaria e pragmatica a cui eravamo abituati e che in certo senso, e per molti versi, ha rappresentato l’ascesa politica del Movimento. La voce d’opposizione più forte e dirompente (che lo si condivida o meno) è stata quella mantenuta da Giorgio Randazzo, il consigliere leghista che ha fatto esplodere il caso TARI, il quale,  dopo una sbirciatina, per così dire, alle sudate carte  (a luglio faceva caldo) ha innescato un polverone mediatico che ha oramai valicato i confini regionali. Quest’estate infatti, Randazzo, con un (forse rocambolesco) accesso agli Atti è venuto a conoscenza del mancato pagamento della famigerata tassa sui rifiuti da parte dell’attuale sindaco, cosa che ovviamente non ha esitato a divulgare sui social, innescando così il putiferio che conosciamo. Qualcuno in verità si sarebbe anche aspettata una più netta presa di posizione e di aperto dissenso da parte dei tre pentastellati, vista l’appartenenza ad un Movimento che di certo non ha basi “moderate” .

“E’ pur vero che si tratta di consiglieri nuovi  e dunque con una certa inesperienza, con ancora una certa difficoltà a muoversi nei meandri del comune ed è normale che un consigliere di lungo corso come Giorgio Randazzo abbia la capacità di leggere le carte e riconoscere le situazioni che presentassero criticità. La situazione debitoria di parte della giunta comunale mazarese meritava l’assunzione di una posizione molto chiara e netta. Il Movimento ha sempre fatto dell’onestà e della trasparenza la propria bandiera”.

Ed ha forse ragione il deputato regionale Sergio Tancredi, anche lui mazarese, a dissentire dai “suoi” consiglieri che non hanno ribadito con forza i valori fondanti del Movimento. Tancredi ha precisato  di “non voler entrare nel merito delle accuse” e si rifà alla decisione degli organi inquirenti che indagheranno  sul “Caso Quinci” ma “è chiaro che, sotto il profilo etico e politico, la situazione andava affrontata con maggiore impeto”.

Una scelta ideologica e di appartenenza dunque che aveva bisogno di un’impetuosità che invece sarebbe mancata tanto da provocare l’aperto dissenso da parte di Sergio Tancredi e della dirigenza locale del Movimento.

“Nel momento in cui i miei 3 consiglieri, per inesperienza, non votano  la volontà di discutere la mozione, automaticamente si apre un ragionamento politico puramente interno. Che tipo di opposizione dobbiamo essere? “

Una bella domanda che lascia intravedere un clima di tensione all’interno del Movimento mazarese che ha scelto finora di mantenere una posizione troppo passiva forse, troppo soft.

Tancredi auspica sempre una opposizione costruttiva ma non sottomessa. Troppa benevolenza quando c’è qualcosa che non va, è un errore, sempre secondo il deputato mazarese che si aspettava qualcosa in più dai suoi, un’opposizione intransigente che invece è mancata. E questo momento di confusione, di smarrimento forse, può essere causato dall’assenza di Nicola La Grutta, il quale per motivi di lavoro si è trasferito al Nord, ma “i molti elettori mazaresi che hanno votato il Movimento Cinque Stelle alle amministrative, non vanno traditi con ambiguità e a questi vanno date risposte certe” come dice Tancredi.

Il deputato si è infatti comprensibilmente smarcato da questo “basso profilo”  e dalle sue dichiarazioni emerge un certo dissenso che ha raggiunto il suo culmine durante una riunione un po’ aspra  avuta con i consiglieri, i quali avrebbero ammesso di non essersi resi conto del messaggio un po’ troppo buonista che stavano facendo trapelare.

Lo tsunami mazarese ancora non si placa. Gli stracci continuano a volare e fra colpi bassi  e botte e risposte, quello che si era palesata come un’amministrazione “pacata e signorile” si sta forse trasformando nell’ennesima commedia tragicomica con una sceneggiatura fin troppo nota.

Tiziana Sferruggia

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