Accadrà a Marsala

Vincenzo Figlioli

Marsala

Accadrà a Marsala

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mercoledì 10 Ottobre 2018 - 06:45

Qualche giorno fa abbiamo fatto cenno alla celebrazione della Leopolda siciliana, argutamente ribattezzata “La Faraona”, in omaggio al suo ideatore, il senatore dem Davide Faraone. Chi c’è stato si sarà fatto le sue idee sui contenuti che sono stati al centro dell’iniziativa. I giornali, naturalmente, hanno preferito soffermarsi sull’accoglienza riservata al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, intercettando nuovi segnali di interlocuzione tra Forza Italia e Pd. Non è una novità: sono in tanti a credere che il miglior modo per contrastare il governo Lega-M5S e le sue simpatie sovraniste sarebbe il superamento degli steccati tra centrodestra e centrosinistra per fondare un nuovo Partito della Nazione, aperto, inclusivo e capace di mettere assieme tutte le sigle politiche che oggi si professano ancora europeiste. Chi propone questa ricetta dimentica, probabilmente, che nell’ultima campagna elettorale Lega e M5S chiedevano agli italiani di votare i rispettivi simboli proprio per scongiurare la formazione di un governo che vedesse assieme Forza Italia e Pd. Gli elettori hanno bocciato senza esitazioni quello scenario e bisognerebbe prenderne atto.

Eppure c’è chi, a livello nazionale, così come sul piano regionale, si ostina a credere che la sommatoria di ex avversari possa risultare alla lunga vincente. Anche dalle nostre parti, citando il modello Tranchida a Trapani, prefigura coalizioni ampie ed eterogenee da proporre alle prossime amministrative. Sì, perché mentre noi seguiamo i lunghi riti del Consiglio comunale in carica a Marsala e il sindaco riflette sulla possibilità di candidarsi a un secondo mandato, c’è già chi pensa al prossimo, organizzando cene, aperitivi e riunioni extralarge, in cui far convergere rappresentanti di varia umanità: tanti ex (parlamentari, assessori, consiglieri provinciali o comunali), qualche “figlio d’arte” che ha ereditato la passione politica dai genitori o dai nonni, qualche imprenditore in ascesa e, naturalmente, le immancabili sentinelle della massoneria locale.

Ora, vai a spiegare che il modello Tranchida è applicabile solo in presenza di un candidato con la stessa credibilità e lo stesso carisma del sindaco di Trapani. E vai a spiegare (ma la riprova, purtroppo, non ci sarà mai) che Tranchida avrebbe vinto comodamente la scorsa primavera anche senza allargare a dismisura la propria coalizione. Il progetto da presentare ai marsalesi è praticamente pronto: sarà naturalmente “innovativo e ambizioso” e chi oserà porre dubbi o interrogativi sarà tenuto a debita distanza e sorvegliato a vista. Ancora una volta, verrà proposto ai cittadini un formidabile minestrone, confondendo l’amore civico con il civismo, l’interesse pubblico con quello privato, “il diritto con il favore” (per citare il De Gregori di “Adelante Adelante”) e, naturalmente, il cambiamento con il Gattopardo. Ancora una volta, sembra quasi inutile dirlo, Marsala risulterà incapace di proporre un serio ricambio generazionale della sua classe dirigente e di tornare attrattiva verso i tanti fuori sede che, sotto sotto, continuano a seguire con attenzione le vicende della loro città natale, sperando di poter trovare un giorno le condizioni per realizzare qui i propri progetti di vita.

Tra un anno e mezzo finiremo, dunque, stritolati in un noioso derby in salsa locale tra europeisti e sovranisti? Molto probabilmente sì. A meno che, chi non si rivede in questo scenario non cominci proprio adesso ad organizzarsi, lavorando su un progetto realmente alternativo a quello degli altri contendenti. Sarebbe molto più di una boccata d’ossigeno per un confronto elettorale che rischia di soffocare nella morsa di opposti manicheismi.

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