Aeroporto di Birgi, comarketing sotto inchiesta: quindici indagati dalla Procura di Trapani

redazione

Aeroporto di Birgi, comarketing sotto inchiesta: quindici indagati dalla Procura di Trapani

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martedì 22 Gennaio 2019 - 19:25

L’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi ancora al centro dei riflettori mediatici. Stavolta per questioni giudiziarie. La procura di Trapani, attraverso la Guardia di Finanza, sta indagando sulla società Airgest. Il fascicolo, coordinato dal procuratore capo Alfredo Morvillo, è stato affidato al sostituto Rossana Penna. Malversazione di fondi pubblici, l’ipotesi di reato contestata e che ha portato alla notifica di 15 avvisi di garanzia nei confronti dei manager che si sono avvicendati negli ultimi anni alla guida dell’aeroporto: Salvatore Ombra, Salvatore Castiglione, Franco Giudice e l’attuale presidente del Cda Paolo Angius. Sotto osservazione da parte degli inquirenti la vicenda dell’accordo di comarketing stipulato con Ryanair che ha consentito alla società irlandese di operare diversi anni sullo scalo trapanese in regime praticamente monopolistico, contribuendo però in maniera indiscutibile allo sviluppo della stazione aeroportuale e alla crescita dell’economia del territorio.

Le indagini sono scaturite da una serie di esposti presentati da rappresentanti del  Movimento 5 Stelle, che in questi anni ha mantenuto una posizione sempre molto critica sull’accordo di comarketing stipulato tra una società di marketing riferibile alla Ryanair e i 24 Comuni della provincia di Trapani. A coordinare il tavolo dell’intesa fu il presidente della Camera di Commercio Pino Pace, ma anche i prefetti che si sono succeduti in questi anni a Trapani hanno sempre mostrato alta la propria attenzione su questo fronte.

Questi tutti i nomi degli indagati: Salvatore Ombra, Salvatore Castiglione, Franco Giudice, Paolo Angius, Fabrizio Bignardelli, Vittorio Fanti, Giuseppe Russo, Giancarlo Guarrera, Luciana Giammanco, Letteria Dinaro, Michele Angelo Maggio, Antonino Di Liberti, Antonio Lima e Antonino Galfano. La Giammanco peraltro, già dirigente della Regione Sicilia, aveva guidato da Commissario Straordinario la Provincia di Trapani e l’Ato Belice Ambiente. Nel 2017 la stessa, a capo dell’Anticorruzione siciliana, era stata accusata di peculato, mentre un anno fa il Tar aveva respinto un suo ricorso in merito alla vicenda dell’anticipazione del Tfr per l’acquisto della casa del figlio (domanda presentata in ritardo) e per il quale la Giammanco ha dovuto restituire 250mila euro al Fondo Pensioni della Regione.

Airgest, come più volte sottolineato, è una società a capitale quasi esclusivamente pubblico, in cui è la Regione Sicilia a detenere la maggioranza delle quote (pari al 99,93%). In ragione di ciò, il presidente Paolo Angius ha dichiarato alla stampa che intende confrontarsi il governatore Nello Musumeci per definire le prossime mosse.

La notizia di queste indagini arriva in una fase particolarmente delicata per il futuro del “Vincenzo Florio”. Attualmente il Consiglio d’amministrazione di Airgest manca di un componente, dopo le dimissioni di Elena Ferraro, mentre non è stata ancora completata la procedura per la nomina del nuovo direttore generale. A preoccupare maggiormente gli operatori turistici è però il grosso punto interrogativo che continua a gravare sulla stagione estiva, visto l’esito deludente dell’ultimo bando che avrebbe dovuto definire i nuovi collegamenti tra lo scalo di Birgi e i principali aeroporti italiani ed europei.

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