Alcamo, la giunta Surdi dà l’ok al recupero di 500 mila euro dai canoni di concessione del servizio gas

redazione

Alcamo, la giunta Surdi dà l’ok al recupero di 500 mila euro dai canoni di concessione del servizio gas

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sabato 19 Ottobre 2019 - 15:57

L’intervento, derivante dall’applicazione di una aliquota pari al 10% del vincolo sui ricavi della società di distribuzione, avrà come effetto quello di predisporre un sostegno alle fasce più deboli degli utenti forniti dal metano.

Il 10 ottobre scorso, la giunta pentastellata, guidata dal sindaco Domenico Surdi, ha approvato la delibera che dà l’ok agli uffici comunali per recuperare 500 mila euro dai canoni di concessione del servizio gas. Nello specifico, l’intervento, derivante dall’applicazione di una aliquota pari al 10% del vincolo sui ricavi della società di distribuzione, con decorrenza dal 2015, avrà come effetto quello di predisporre un sostegno alle fasce più deboli degli utenti forniti dal metano. Nel 1987, il Comune di Alcamo aveva affidato alla società “Gas S.p.a.”, oggi 2i Rete Gas Spa, il servizio di distribuzione di gas metano del proprio territorio. Poi, con l’entrata del nuovo millennio, diversi interventi normativi che hanno disciplinato la materia si sono susseguiti. Innanzitutto, il decreto legislativo n.164 del 2000, modificato dalla legge c.d. Marzano del 2004, ha prorogato il termine di scadenza delle concessioni, (originariamente fissato in cinque anni dall’entrata in vigore del medesimo). Per agevolare l’esercizio in forma aggregata del servizio pubblico della distribuzione del gas naturale, con successivo decreto legislativo del 1° ottobre 2007 n. 159, il governo nazionale ha stabilito “i criteri di gara e di valutazione dell’offerta per l’affidamento del servizio di distribuzione di gas”, e “gli ambiti territoriali minimi per lo svolgimento delle gare per l’affidamento del servizio”. Inoltre, il menzionato decreto-legge del 2007, nel disporre la delega per la definizione degli Ambiti Territoriali Minimi (ATEM), ha anche previsto che i comuni interessati dalle nuove gare potessero aumentare il canone annuo delle concessioni di distribuzione, ma solo se minore e fino al nuovo affidamento, e con un limite del 10% del vincolo sui ricavi di distribuzione. A ciò va aggiunto che, dopo alcune proroghe del termine fissato inizialmente per l’adozione dei provvedimenti delegati, un altro decreto legislativo, e precisamente quello del 28 giugno 2011, ha disposto che le gare per l’affidamento del servizio di distribuzione gas venissero effettuate solo sulla base degli ambiti definiti dai decreti summenzionati, vietando agli enti locali di procedere all’espletamento di gare su basi territoriali diverse. Solo nel 2015 la Regione Siciliana ha recepito l’applicazione nell’isola del d.lgs. n. 164/2000 e successive modifiche.

Dunque, nel corso del 2019, mediante sollecitazione dell’assessore ai lavori pubblici, Vittorio Ferro, l’ufficio competente dell’ente ha effettuato gli adempimenti necessari per predisporre il recupero delle somme dall’attuale concessionaria del gas. Infatti, nel Comune di Alcamo è vigente ancora la convenzione stipulata con la società di distribuzione del gas nell’87. Dal momento che la scadenza della concessione è stata definita per legge al 1° gennaio 2015, e che non ne è stata assegnata un’altra dopo l’entrata in vigore della medesima, fino al nuovo affidamento, il municipio alcamese ha la facoltà di incrementare il canone della concessione di distribuzione gas per l’appunto. Dunque, attraverso la delibera della giunta Surdi già citata, è stato richiesto alla Società 2i Rete Gas S.p.A. il riconoscimento del canone integrativo derivante dai ricavi di distribuzione della società. Nella delibera di giunta, inoltre, si legge la volontà dell’amministrazione comunale di avvalersi di tale opportunità anche per le annualità successive, salvo vengano meno le condizioni. Nell’eventualità, si procederà alla revoca. La società concessionaria, a fine settembre, ha comunicato all’ente che l’importo del vincolo sui ricavi di distribuzione richiesto ammonta a 961.499,78 euro annui. Pertanto, l’incremento del canone annuo che verrà trasferito all’ente (il 10%) sarà pari a 96.149,98 euro, con decorrenza dal 2015 per l’appunto. Dunque, un importo come suddetto di quasi 500 mila euro, se si considera compreso il 2019. Detto canone sarà riconosciuto solo in seguito all’approvazione dell’apposita istanza da parte dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia e Ambiente) in occasione della prossima raccolta tariffaria prevista a novembre.

Linda Ferrara

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