Alessandro Calori non è più l’allenatore del Trapani Calcio. “Un percorso complesso, ma bellissimo”

redazione

Alessandro Calori non è più l’allenatore del Trapani Calcio. “Un percorso complesso, ma bellissimo”

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martedì 24 Luglio 2018 - 10:04

La Società Trapani Calcio comunica di avere risolto consensualmente il rapporto con il tecnico Alessandro Calori. “Le strade del Trapani e di mister Calori – si legge nella nota inviata agli organi di stampa – si separano, in pieno accordo, poiché il programma biennale ipotizzato all’inizio della stagione passata non può essere più portato avanti per le vicende note a tutti, in ultimo la decisione da parte dell’attuale proprietà di volere cedere la Società”.

La dirigenza granata ringrazia Calori, a cui rivolge il proprio apprezzamento per “le doti professionali ed umane, che hanno consentito di poter gestire momenti di grandi difficoltà”.

L’ex calciatore di Perugia e Udinese è arrivato a Trapani, nel dicembre 2016, quando la squadra era ultima in classifica nel campionato di serie B ad appena 11 punti e con un notevole distacco dalla penultima. Grazie al lavoro ed all’impegno di Calori, del suo staff e della squadra, è stato disputato un girone di ritorno di quel campionato con una media da promozione e una salvezza sfumata in extremis. Nel successivo campionato di serie C la Società ha confermato alla guida tecnica della Prima Squadra mister Calori, che ha condotto la squadra a un brillante terzo posto con 68 punti in classifica.

L’ormai ex allenatore dei granata, nel pomeriggio di ieri, ha scritto una lunga lettera con cui si congeda dal Trapani, tracciando un bilancio della sua esperienza.

Ho riflettuto a lungo se scrivere queste righe, perché so benissimo che susciterà commenti di svariato genere. Ma l’ho ritenuto doveroso per avere la possibilità di ringraziare coloro che mi sono stati vicini in un percorso complesso, ma per certi aspetti bellissimo. Sono arrivato a Trapani in una situazione sportiva disperata. A fine girone d’andata il Trapani era retrocesso, senza alcuna speranza di poter risalire la china. Mai nessuna squadra nella storia si è salvata chiudendo il girone d’andata a 13 punti e con un impressionante distacco dalla zona salvezza. C’era un ambiente in cui la disperazione aveva dato spazio alla frustrazione. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla possibilità di salvezza del Trapani. Abbiamo messo a disposizione il nostro lavoro, abbiamo fatto parlare di noi, dell’impresa che stavamo facendo tutta l’Italia sportiva. Siamo arrivati vicinissimi a compiere un vero e proprio miracolo sportivo, pagando solo nella parte finale del campionato la stanchezza di una rincorsa incredibile ed una combinazione di risultati delle altre squadre che ci ha penalizzato. La retrocessione assolutamente immeritata per quanto avevamo fatto nel girone di ritorno ed una serie di vicissitudini che hanno colpito la famiglia Morace aveva fatto temere la fine del Trapani Calcio, ma la volontà del Presidente, la sua voglia di non arrendersi hanno portato alla decisione di affrontare una realtà nuova, un campionato di serie C complesso, con una squadra da ricostruire, tranne per qualche elemento, con le difficoltà che immancabilmente vi sarebbero state. Ho voluto ancora una volta affrontare questa sfida, consapevole delle aspettative della gente, ma anche delle difficoltà, cui nel nostro percorso se ne sono aggiunte altre, assolutamente non prevedibili. Con orgoglio dico che abbiamo fatto un campionato eccezionale, al di là di ogni aspettativa, inanellando un numero incredibile di risultati positivi, favorendo la crescita dei nostri ragazzi, valorizzandoli e mantenendo un equilibrio, nonostante non sempre sia stato semplice, incrementando – dati alla mano – il valore della nostra Società. Abbiamo fatto anche errori, certamente, come tutti coloro che fanno. Solo se non si fa non si commettono errori. Abbiamo rispettato l’obiettivo, che era quello di fare un campionato importante. E’ chiaro che una squadra retrocessa, soprattutto nel modo in cui era retrocessa, avesse l’ambizione di riconquistare la categoria perduta, ma è altrettanto evidente che ci sono tante componenti che fanno parte di un percorso. Ci sono squadre che da anni tentano il salto di categoria con grandissimi investimenti, senza riuscirci. Noi, alla nostra prima esperienza in serie C, con investimenti equilibrati, apportando anche un valore importante, con la cessione di alcuni nostri giocatori, siamo arrivati vicinissimi alla promozione diretta. Lascio Trapani con 101 punti fatti in 61 partite tra serie B e serie C, 91 gol realizzati, l’orgoglio di avere dato la possibilità ai miei calciatori di dimostrare il proprio valore e di avere aperto le porte della Prima Squadra a giovani del nostro settore giovanile ed a ragazzi di Trapani. Non è mia abitudine guardare il passato, recriminare, cercare motivazioni e giustificazioni. L’unica cosa che voglio fare è ricordare chi ha avuto un ruolo importante in questo percorso a Trapani. Ringrazio il mio Presidente Vittorio Morace, uomo di grande sensibilità e valore. Ce ne fossero di Presidenti come lui nel mondo del calcio. E’ per lui che sono rimasto a Trapani, quando tutti mi sconsigliavano questa scelta, perché quel “ricominciamo” del comandante, l’estate scorsa, è stato per me e per chi ha lavorato con me un “ricostruiamo”, attraverso il lavoro e l’impegno quotidiano con un obiettivo: fare un campionato importante, con la consapevolezza che sarebbe stato tutto molto difficile.  Abbiamo costruito una squadra che, tolto qualche elemento, era del tutto nuova. Con buoni elementi, qualche calciatore d’esperienza, molti giovani, molti che non avevano mai giocato in un campionato professionistico, che non lo avevano fatto certamente in una squadra che voleva fare un campionato importante. Con questa squadra e questo gruppo, costruito giorno per giorno, abbiamo fatto 68 punti, siamo stati il secondo miglior attacco di tutto il campionato e tra le migliori difese. Ed abbiamo fatto un campionato importante, come era nei programmi. Davanti a noi sono arrivate due squadre, che da anni tentano il salto di categoria, con enormi investimenti. Noi abbiamo fatto investimenti attenti ed abbiamo portato valori importanti alla Società. Pur nei momenti di sua grande difficoltà personale, il comandante Morace, l’uomo che ha costruito l’aliscafo più grande del mondo, mi è stato sempre vicino, mi ha dato fiducia, non ci ha fatto mai mancare nulla, ed io lo ringrazio per tutto. Non lo dimenticherò mai. Ringrazio i miei ragazzi, tutti quanti. I più grandi (a qualcuno, che negli ultimi anni aveva giocato meno, abbiamo dato l’opportunità di dimostrare il proprio valore), i più giovani, i ragazzi di Trapani che hanno esordito con la maglia della squadra della propria città: è stato un orgoglio per loro, lo è stato per me. Li ringrazio per la loro disponibilità, per avere saputo superare momenti di grandi difficoltà, anche personale. Nessuno, tranne noi che abbiamo vissuto ogni giorno questa esperienza, può sapere e comprendere quanto sia stato fatto un percorso eccezionale tra mille difficoltà. Spero, per tutti loro, che l’esperienza fatta quest’anno e per quelli che ci sono stati nella seconda parte di campionato dell’anno precedente entri a fare parte del loro bagaglio personale e professionale, perché hanno fatto cose importanti, perché grazie alla maglia che indossavano ed al loro impegno per alcuni di loro si sono aperte le porte della serie B, perché ci sono momenti che è difficile dimenticare. Per quello che mi riguarda, spero di avere trasmesso loro valori positivi, di avere insegnato, con umiltà, quello che so, così come, quando ero calciatore, i miei allenatori hanno fatto con me. A loro voglio solo lasciare quello che è stato il nostro messaggio – mio e del mio staff – prima di giocare a Catania: compattezza-gruppo-squadra. E’ questo ciò che fa la differenza, sempre e in qualsiasi condizione. Ringrazio Trapani e i trapanesi, le tante persone che mi hanno manifestato stima e rispetto. Anche chi ha individuato in me la “causa di tutti i mali”. Chi si assume responsabilità, chi “ci mette la faccia”, come si usa dire oggi, lo sa quali sono i rischi. Non mi piace raccontare le favole alla gente. So che spesso, in questo mondo, ma non solo in questo, è più facile, più comodo, certamente più utile, ma io non l’ho mai fatto, mai lo farò. Piuttosto preferisco stare zitto. Capisco le loro difficoltà a comprendere situazioni non semplici, la loro delusione per essere arrivati a sognare la serie A ed essersi ritrovati appena pochi mesi dopo ultimi in classifica senza alcuna speranza di mantenere la categoria, la loro ambizione a volere subito riprendersela quella categoria. Comprendo anche la difficoltà di accettare una categoria inferiore, rispetto alle quattro stagioni precedenti. Mi auguro solo che alcune posizioni siano state frutto di tutto questo, che è umano e comprensibile, e non di certe prevenzioni e strategie, che spesso si verificano in tutte le realtà, non tanto per me, ma più che altro perché non avrebbe reso alcun aiuto alla loro squadra, anzi. In ogni caso, li ringrazio comunque, anche per avere tenuto fuori i miei ragazzi dalle loro contestazioni. Questa è l’unica cosa che non avrei mai tollerato. Il clima della partita contro il Carpi al Provinciale dell’ultimo campionato di serie B, la prima che ho visto da spettatore, non credo la dimenticherò mai. Con molti di quegli stessi ragazzi abbiamo fatto un girone di ritorno eccezionale, con numeri da promozione diretta.        Ringrazio infine tutte le persone che lavorano in Società. Hanno affrontato vere e proprie tempeste, sia lo scorso anno, sia quest’anno, non facendo mai venire meno la propria disponibilità, andando spesso ben oltre i propri compiti. Ringrazio il direttore generale Anne Marie Morace, l’amministratore unico Paola Iracani, i direttori, tutti i dipendenti del Trapani Calcio. Abbiamo vissuto assieme momenti davvero difficili ed assolutamente non prevedibili. Dobbiamo essere orgogliosi – tutti quanti – di quello che abbiamo fatto. Non so quanti ne sarebbero stati capaci. Grazie di cuore e forza Trapani”.

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