Amministrative 2012: per i pm il voto degli alcamesi fu condizionato. Chiesti 2 anni e 4 mesi per Papania

redazione

Amministrative 2012: per i pm il voto degli alcamesi fu condizionato. Chiesti 2 anni e 4 mesi per Papania

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sabato 23 Gennaio 2016 - 07:25

Dalle intercettazioni sarebbe emerso un sistema criminoso portato avanti dai 7 imputati durante la campagna elettorale delle amministrative del 2012. A febbraio la sentenza

Concorso esterno in associazione a delinquere: è l’accusa rivolta rispettivamente all’ex senatore del Pd, Nino Papania, e al suo braccio destro Massimiliano Ciccia, nell’ambito del processo per voto di scambio, con rito abbreviato, che si sta svolgendo a Trapani davanti al giudice Fontana.

Qualche giorno fa, i pubblici ministeri Belvisi e Trinchillo hanno chiesto la condanna di 2 anni e quattro mesi, per il primo, e la reclusione di 1 anno e sei mesi per il secondo. Inoltre, 2 anni e sei mesi di carcere per Giuseppe Bambina, 1 anno e otto mesi di detenzione per Giuseppe Galbo e Filippo Renda, accusati rispettivamente dai PM di associazione a delinquere semplice. Nel medesimo processo sono imputati anche l’ex consigliere comunale dell’Italia dei valori, Antonio Nicolosi e Giuseppe Milana, i quali hanno però optato per il rito ordinario. Dunque, per giudicare i due si andrà al dibattimento. La Procura, comunque, ha chiesto per entrambi il rinvio a giudizio.

L’ascesa politica dell’ex consigliere comunale, Antonio Nicolosi dell’Italia dei Valori, è il perno attorno al quale sembra girare tutto l’impianto accusatorio del processo in corso, giunto alla fase della requisitoria. In particolare, secondo la tesi dei pm, sarebbe stata messa in moto una vera e propria macchina di accaparramento dei voti, durante la campagna elettorale delle ultime amministrative ad Alcamo. Una macchina indispensabile per far ottenere al candidato Nicolosi un seggio al consiglio comunale, il quale in campagna elettorale era stato sostenuto apertamente dall’ex senatore del PD “Io dico con tutta la forza di cui sono capace che se Antonio Nicolosi prende questi impegni, questi impegni li prendo io personalmente…Noi siamo qui per questo”. Sono le parole pronunciate da Nino Papania

Nino Papania

Nino Papania

in occasione di un comizio “riservato” agli elettori vicini al candidato dell’IDV. Bambina, Galbo, Renda e il Milana, invece, sono gli uomini di fiducia ai quali Nicolosi aveva affidato 3 associazioni, tra le quali AIDA e Il Senso della Vita che insieme ad un patronato INPAS, avrebbero funto da “copertura” alla reale attività svolta: la raccolta dei voti in vista delle elezioni del maggio 2012. Secondo la ricostruzione fatta dall’accusa, la vicenda avrebbe inizio nel periodo a cavallo tra il 2011 e il 2012, quando Antonino Nicolosi avrebbe cominciato la sua corsa ai voti, in cambio di viveri e offerte di lavoro. L’accreditamento tempestivo delle associazioni suddette, per mezzo di Massimiliano Ciccia, volto a ottenere dal Banco delle Opere di Carità Sicilia il rifornimento delle derrate alimentari, si sarebbe rivelato essenziale per impegnare i voti dei meno abbienti, ritenuti più semplici da condizionare. Il riscontro delle promesse, poi, sarebbe stato accertato in cabina elettorale. Quell’operazione, però, sarebbe avvenuta prima del tempo consentito, cioè gennaio, tanto che in un’intercettazione un referente del “Banco alimentare”, tale Ciulla, affermava “Dobbiamo camminare in una linea dritta, quindi, non prima di gennaio”. Le pressioni dell’ex senatore Papania sul signor Ciulla avrebbero facilitato il compito a Nicolosi, il quale mediante l’intervento di Massimiliano Ciccia, che avrebbe agito per conto dell’ex parlamentare, sarebbe riuscito ad ottenere il proprio scopo a dicembre. Infatti, in un’altra chiacchierata intercettata, Ciccia  rassicurava “Ho risolto. Abbiamo bisogno di qualche altro giorno”.

Ma in questa storia non ci sono solo i deboli che sarebbero inclini all’aiuto di Nicolosi. C’è anche chi sembra “vendersi” alle sue promesse di lavoro, come l’imprenditore Martucci nella ricerca di un’occupazione alla moglie, il quale pare al corrente di un “piano” che, nell’ambito di una intercettazione, specificava come “Il progetto che stanno facendo con Papania”, costruito in un momento precedente le elezioni, ma per forza di cose adeguato in quanto è un periodo nel quale “Loro fanno entrare le persone, perché poi tu gli devi andare a cercare il voto di 50…parliamoci chiaro…tutto là è il gioco”. Però, l’interesse del Martucci è quello di appoggiare un candidato che procuri lavoro non solo alla propria consorte, ma che favorisca anche la propria impresa. E a garantire le sue aspettative sarebbe stato, per l’appunto, proprio Antonio Nicolosi, sostenuto dall’ex senatore che all’epoca era ufficiosamente in gara tra i candidati a sindaco, e come ha affermato l’imprenditore “con tutti questi cantieri…per fare entrare c’è Papania”. Il

Antonio Nicolosi

Antonio Nicolosi

problema di Antonio Nicolosi, però, sta nel fatto che quattro anni prima, nel 2008, si era candidato ed aveva ottenuto “soltanto” cento voti. All’inizio del 2012, grazie alla distribuzione delle derrate alimentari, era riuscito a racimolarne 200 di voti. Ma ne occorrevano il doppio per assicurarsi quel seggio in consiglio. Nicolosi verrà poi eletto nel 2012 con 410 preferenze. Una coincidenza che non può di certo essere trascurata in un processo per voto di scambio. Le preferenze attribuite al consigliere dell’Idv sarebbero state fondamentali per la vittoria del candidato sindaco del centro-sinistra, l’ex primo cittadino di Alcamo, Sebastiano Bonventre, che aveva sconfitto il contendente Niclo Solina della lista civica ABC per soli 39 voti. Dunque, dalla requisitoria dei PM è venuto fuori che il sistema messo in piedi dai protagonisti della vicenda sopra descritta, sarebbe stato un sistema criminoso, riconducibile all’associazione a delinquere. Un malcostume, quello dei coimputati, che avrebbe condizionato il voto degli elettori alcamesi. I capi di imputazione, per i quali la Procura ha chiesto le succitate condanne, inoltre, sono gli stessi sostenuti dalle parti civili costituitesi nel procedimento. Tra queste figurano gli elettori del comune di Alcamo, circa un centinaio, per la prima volta ammessi in un processo per voto di scambio. Proprio per questa particolarità, gli avvocati delle parti offese, oltre a domandare l’accertamento della penale responsabilità dei coimputati, hanno chiesto al giudice un risarcimento danni non specifico ma da liquidarsi nella “somma equitativamente di maggiore giustizia”. In caso di condanna, infatti, il risarcimento danni riconosciuto agli elettori di Alcamo dovrebbe costituire un precedente nella giurisprudenza italiana. Quindi, quella del processo per voto di scambio potrebbe diventare una sentenza storica, ovviamente, in caso di conferma della pena.

Non è inverosimile pensare che l’esito del processo potrebbe avere delle ripercussioni sulle future scelte politiche di uno degli imputati, l’ex senatore del Pd Nino Papania, in vista della prossima campagna elettorale. Infatti, si è fatto cenno su diverse testate siciliane online ad una sua imminente adesione a Forza Italia, seguendo l’esempio di un suo ex compagno di partito, Francantonio Genovese, con il quale Papania condivide diversi episodi della sua vita. Entrambi sono stati ritenuti impresentabili nelle liste del Pd per le elezioni politiche del 2013. Nel 2014, i due politici sarebbero riusciti a condizionare il piano di ridimensionamento scolastico approvato dalla Regione Sicilia, quando assessore alla Pubblica istruzione era Mario Centorrino. Allora si disse per fare gli interessi dei familiari e degli amici. Per tale motivo, la Procura di Messina aveva chiesto l’arresto di Genovese. Nell’ordinanza compariva pure il nome di Nino Papania, caposaldo della Formazione nella Sicilia occidentale. Genovese, uscito dal carcere i primi di dicembre del 2015, è traghettato in Forza Italia. Un passo nella stessa direzione potrebbe essere fatto dall’ex senatore alcamese prima della sentenza di primo grado del processo per voto di scambio, prevista per la fine di febbraio.

Linda Ferrara

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