Archiviata per la Firriato l’accusa di contraffazione e utilizzo abusivo del marchio Cantina Siciliana

redazione

Archiviata per la Firriato l’accusa di contraffazione e utilizzo abusivo del marchio Cantina Siciliana

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martedì 25 Settembre 2018 - 15:45

E’ stata archiviata dal Gip presso il Tribunale di Trapani l’accusa alla Firriato di contraffazione e utilizzo abusivo del marchio “Cantina siciliana”. A renderlo noto una nota della stessa azienda vitivinicola trapanese, che precisa che secondo il Gip gli accertamenti svolti avrebbero “consentito di escludere qualsivoglia responsabilità”.

La vicenda risale a quasi due anni fa quando lo chef Pino Maggiore denunciò l’azienda dopo essersi trovato fra le mani una bottiglia di vino prodotto dalla Firriato e commercializzato nel mercato inglese. Inequivocabile l’etichetta del vino (un Perricone Syrah prodotto a Paceco) che aveva proprio il nome della Cantina Siciliana e riportava un disegno raffigurante l’ingresso e l’insegna del ristorante di via Giudecca e varie informazioni storiche sul locale. Inoltre una dicitura specificava “presentato dallo Chef Pino Maggiore e dal Winemaker Peppe Pellegrino”.

L’azienda, che ha prestato la massima collaborazione all’Autorità Giudiziaria e ha atteso con paziente e silenziosa fiducia lo svolgimento di ogni verifica sul proprio operato, nella consapevolezza di essere stata accusata ingiustamente da parte dello chef Pino Maggiore, esprime oggi la massima soddisfazione per un esito processuale che riconosce l’assoluta correttezza del comportamento di Firriato e di tutti i suoi esponenti” – prosegue la nota della Firriato.

Ma, se la decisione del Gip attesta l’estraneità ai fatti dei vertici dell’azienda vinicola, certamente per il ristoratore trapanese non finisce qua.  Sarà della magistratura (c’è un procedimento aperto anche presso il Tribunale di Catania) il compito di accertare eventuali responsabilità e ruoli assunti nella vicenda da singole persone o da aziende intermediarie. E mentre la Firriato annuncia la possibilità di ulteriori “iniziative legali per ottenere adeguato e dovuto ristoro degli ingenti e milionari danni reputazionali e di immagine“, il ristoratore al momento si riserva di approfondire le motivazioni dell’archiviazione, per replicare ed eventualmente procedere legalmente. D’altro canto, sarà necessario capire chi è stato responsabile della diffusione dell’etichetta in assenza di un’autorizzazione scritta da parte della proprietà della storica Cantina Siciliana.

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