Settimana del Disco: “Nove” di Andrea Paganetto, gli studi con Avanzini e il free jazz

redazione

Settimana del Disco: “Nove” di Andrea Paganetto, gli studi con Avanzini e il free jazz

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giovedì 21 Giugno 2018 - 07:30

L’etichetta discografica ligure OrangeHomeRecords in collaborazione con la Libreria Mondadori, il quotidiano Marsala C’è ed il portale d’informazione itacanotizie.it, promuovono l’iniziativa “Settimana del Disco”. Uno spazio dedicato alla musica d’autore, ogni giovedì, che cerca di spaziare dal popular al cantautorato, dal folk al rock, dal pop al jazz. Gli album che vi proponiamo li troverete in vendita nel punto Mondadori di Alfredo Bilardello in Piazza della Repubblica.

Questo giovedì torniamo a raccontarvi di “Nove” del jazzista Andrea Paganetto. “Nove” è composto da suoi brani inediti e pezzi scritti con il sassofonista Mauro Avanzini, e vanta il prezioso contributo di importanti musicisti del panorama jazz e blues italiano: Daviano Rotella alla batteria, Matteo Anelli al contrabbasso, Maurizio Brunod alla chitarra e Emanuele Parrini al violino.
Paganetto ci racconta il percorso fatto per arrivare all’esordio solista. “Parte della mia carriera musicale l’ho trascorsa studiando con il mio maestro Mauro Avanzini. E’ durante gli studi affrontati con lui che è nata la voglia di scrivere qualcosa di inedito e lui mi ha spinto molto a farlo. “Nove” – ci svela – è il frutto raccolto in anni di studi e di live arrivati con la formazione Free Area che io ed Avanzini abbiamo fondato assieme ad Anelli e Rotella”. Si tratta di un lavoro che guarda attentamente all’avanguardia nel settore jazz ma rispettoso della tradizione. “Gli ascolti fatti nel mio percorso musicale, in primis Ornette Coleman e Don Cherry, sicuramente hanno influenzato l’album. Ed è bene che sia così. Uno dei miei obiettivi era proprio questo connubio tra vecchio e nuovo, tra free jazz e nuove contaminazioni – afferma Paganetto -. Per questo nel disco ho voluto coinvolgere altri due importanti musicisti quali Brunod e Parrini, perchè entrambi hanno dato un prezioso apporto al lavoro spingendolo verso altre sonorità”.
Ed è sul suono che Paganetto si sofferma: “Nove è anche una ricerca fatta sul suono, una ricerca quotidiana. Ed infatti la critica ha sentito questo nuovo approccio, apprezzandolo. I brani del disco hanno una struttura compositiva molto precisa, perchè in realtà la mia concezione di musica è classica. Ma la melodia non può non mancare così come l’improvvisazione che deve essere libera di esprimersi. Questo è il lungo cammino che affronterò da qui in poi”.

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