Il leader che manca

Gaspare De Blasi

Marsala

Il leader che manca

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venerdì 01 Febbraio 2019 - 07:00

Senza cercare (ci mancherebbe) di essere blasfemi e scusandoci con quanti lo penseranno, noi siamo sempre più convinti che in Italia sono una larga parte gli intellettuali e gli elettori di sinistra che riconoscono in Papa Bergoglio il loro leader. Ci siamo fatti un idea. Mentre la sinistra ha governato diversi anni e non è riuscita ad affrontare alcuni (molti?) temi tipici della storia di quello schieramento, il Santo Padre ogni volta che parla tocca argomenti che ai più, a sinistra, piacciono ed interessano. Senza citare temi etici, ma entrando nel sociale, Francesco parla da tempo di aiuti concreti ai poveri, migranti in testa. Parla di accoglienza, di lotta alle mafie (ha scomunicato proprio a Palermo tutti gli appartenenti a Cosa Nostra), rimprovera ed invita il clero ad essere sempre dalla parte degli ultimi. Ditemi voi se non sono temi cari alla gente che ha votato a sinistra e da qualche tempo non lo fa più. Ma Bergoglio non è in politica ne tanto meno nel nostro Paese. Solleva questioni morali e pratiche che riguardano il mondo intero. Ma da uomo del suo tempo guarda, dalla finestra del Vaticano, i fatti italiani e ogni tanto vi fa riferimento. Mentre si intratteneva con la stampa durante il volo di ritorno da Panama ha sollevato una questione: “Serve un’educazione sessuale nelle scuole” ha detto rispondendo ad una collega giornalista americana che lo informava del problema delle gravidanze precoci nel Centroamerica e in America Latina. Senza “bigottismo” il pontefice ha risposto in maniera concreta: “Nelle scuole bisogna fare educazione sessuale. Il sesso è un dono di Dio. Non è un mostro”. Non solo. Il Santo Padre ha aggiunto: “L’educazione sessuale dev’essere oggettiva, senza colonizzazioni ideologiche. Il sesso come dono di Dio ha bisogno di essere educato, non con rigidità ma tirando fuori il meglio delle persone, accompagnandole nel cammino”. Il Papa ha sottolineato che “il problema è anche nella scelta di quali insegnanti per l’educazione sessuale nelle scuole, di quali libri di testo: ho visto anche cose di scarsissimo valore e ci sono cose che fanno maturare e cose che fanno male. L’ideale è che l’educazione sessuale cominci a casa, con i genitori anche se questo non sempre è possibile, per tante diverse situazioni familiari. Allora, è necessario che la scuola supplisca a questa mancanza, altrimenti rimane un vuoto che verrà riempito da qualche ideologia”. Ditemi voi se non è una posizione politica netta. In Italia manca una legge sull’educazione sessuale. Siamo uno dei sei Paesi europei dove questo insegnamento non fa parte dei programmi scolastici. Ci fanno compagnia Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia, Spagna e Romania. In tutto il resto del nostro continente, spesso a partire dalla scuola dell’infanzia, bambini e ragazzi “studiano” il tema esattamente come si fa con le altre materie. La Svezia ha reso obbligatoria l’educazione sessuale a scuola nel 1955; la Gran Bretagna quest’anno (meglio tardi che mai). Da noi la prima proposta di Legge è del 1975, l’ultima nel 2015. Risultato? Nulla. E’ un tema serio, certamente non solo legato ai valori del centrosinistra, ma nel nostro paese lo schieramento che fu di Moro e Berlinguer fino ad arrivare a Romano Prodi, e che oggi si trova a scegliere tra Zingaretti e Martina, mentre ieri si divideva tra D’Alemiani e Renziani, non è forse naturale che scelga Bergoglio?

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