Castelvetrano senza Consiglio. Le reazioni della politica e del mondo dell’antimafia

Vincenzo Figlioli

Castelvetrano senza Consiglio. Le reazioni della politica e del mondo dell’antimafia

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mercoledì 09 Marzo 2016 - 19:15

Le ore immediatamente successive all’autoscioglimento del Consiglio comunale di Castelvetrano sono state scandite da commenti e dichiarazioni arrivate da più parti.

Tra i primi a far sentire la propria voce il vicepresidente della Commissione Antimafia Claudio Fava, che era sceso in campo in prima persona rispetto al “caso Giambalvo”, indicando la strada delle dimissioni di massa a sindaco e consiglieri, nel caso in cui l’esponente di Articolo 4 non fosse stato disponibile a compiere un passo indietro.

“Sono personalmente grato a tutti consiglieri di Castelvetrano che hanno voluto accogliere la mia sollecitazione: le loro dimissioni sono un gesto di altissima civiltà e una risposta a chi ritiene che Castelvetrano sia solo la città del boss Messina Denaro. Da oggi Castelvetrano è la città che a quel mafioso e a Cosa Nostra offre una lezione di libertà e di dignità. Al consigliere comunale Lillo Giambalvo, orgoglioso estimatore dei Messina Denaro, resta adesso l’umiliazione di esser cacciato via da quel consiglio comunale senza aver avuto nemmeno il coraggio delle proprie dimissioni”.

“I 27 consiglieri comunali di Castelvetrano – gli fa eco il coordinatore regionale di Sel Massimo Fundarò – hanno avuto un apprezzabile sussulto di dignità. Nonostante fosse trascorso circa un mese dall’appello del vicepresidente della Commissione Nazionale Antimafia Claudio Fava, hanno alla fine convenuto che non era possibile rimanere in un consiglio comunale in cui sedeva anche Lillo Giambalvo. La stessa determinazione a fare chiarezza non è stata mostrata ne’ dal sindaco Errante, né soprattutto dall’onorevole Ruggirello, alla cui corrente politica faceva riferimento Giambalvo, suo sodale e sua diretta emanazione politica.”

Parzialmente soddisfatto per l’esito della vicenda il segretario provinciale del Pd Marco Campagna, che definisce l’autoscioglimento “l’atto finale che chiude una vicenda grottesca”. “Dopo aver tergiversato, inventato la sospensione, la maggioranza e il sindaco, che avevano bollato la nostra proposta del 25 gennaio di dimissioni come populista e demagogica giungono alle stesse conclusioni dopo oltre un mese per salvare il salvabile”. Per Campagna, in realtà, si è arrivati alle dimissioni del solo Consiglio comunale “per salvare il sindaco Errante che continuerà ad amministrare indisturbato senza nessun organo di controllo elettivo”. “Chi aveva permesso l’ingresso in Consiglio comunale del consigliere Giambalvo rimane al suo posto. Ringrazio i consiglieri del Pd Di Bella, Calamia e Cafiso per l’azione svolta a tutela delle istituzioni democratiche e nell’interesse della città”, conclude il segretario provinciale dei democratici.

Tuttavia, se a livello provinciale e comunale la posizione del Pd sulla vicenda è sempre stata molto rigorosa, è pur vero che i vertici regionali del partito sono stati piuttosto abbottonati, come evidenzia Fundarò: “Per quanto il Pd di Castelvetrano abbia preso nettamente le distanze da Giambalvo, è imbarazzante il silenzio dei vertici regionali sul ruolo ambiguo tenuto dal deputato trapanese. Credo che sia opportuna e necessaria da parte di Ruggirello una sconfessione esplicita, su questi temi in Sicilia non sono ammessi tentennamenti e ipocrisie”.

E che la galassia dei democratici non sia stata così coesa come la situazione avrebbe richiesto, lo conferma una nota inviata agli organi di stampa da parte del movimento Sicilia Futura, che fa riferimento all’ex Ministro Salvatore Cardinale e all’ex parlamentare Vincenzino Culicchia, autodefinendosi “diretta espressione dell’area renziana del Pd”. Nell’esprimere “piena condivisione per la coraggiosa azione politica portata avanti dai consiglieri di maggioranza e da alcuni della minoranza illuminata che ha portato all’auto scioglimento del Consiglio Comunale di Castelvetrano”, Sicilia Futura invita il sindaco Errante “a tenere duro e proseguire, fino a quando ce ne saranno le condizioni,la sua attività amministrativa volta al miglioramento socio-economico della sua città”, promuovendo l’azione amministrativa portata avanti in questi quattro anni dal primo cittadino castelvetranese. Un giudizio, quest’ultimo, decisamente distante da quello più volte evidenziato dal Pd locale e dal segretario provinciale Campagna.

Sulla vicenda di Castelvetrano interviene anche il movimento civico ProgettiAmo Marsala, che coglie l’occasione per evidenziare che Giambalvo è un uomo legato al movimento di Paolo Ruggirello, a sua volta alleato dell’amministrazione Di Girolamo, e accusa il Pd locale di non voler discutere di etica e questione morale a proposito delle vicende che hanno coinvolto il consigliere comunale “dem” Vito Cimiotta e l’imprenditore Michele Licata, consuocero di Giuseppe Cordaro, altro rappresentante del Pd in Consiglio.

Tornando alle dichiarazioni rese da Claudio Fava in seguito alla notizia dell’autoscioglimento, c’è un passaggio in cui il vicepresidente della Commissione Antimafia esprime un ringraziamento particolare “all’associazione Libera e a quanti in queste settimane si sono battuti, spesso in solitudine, perchè si ponesse rimedio a questa indecente coabitazione tra chi lotta la mafia e chi ne tesse le lodi”.

E in effetti, tra i primi a sollevare la vicenda era stato proprio il coordinatore provinciale di Libera Salvatore Inguì, che si mostra moderatamente soddisfatto sulla scelta dei consiglieri comunali, ritenendo però “poco spontanee” le loro dimissioni:

“Il gesto in sé è chiaro, importante e lancia un messaggio inequivocabile: Calogero Giambalvo non è degno di rappresentare una città che è in gran parte composta da persone oneste”, spiega Inguì, che poi aggiunge: “Questo gesto è però reso poco credibile perchè non è tempestivo rispetto ai fatti. Si è dovuto aspettare i comunicati stampa, le pressioni politiche, la Commissione Antimafia, l’intervento di Claudio Fava, il servizio delle Iene e le sollecitazioni del Ministro Alfano. Tutto ciò toglie sottrae spontaneità e nobiltà al gesto, lasciando la sensazione che sia stata persa un’occasione importante e che la decisione sia maturata solo perchè la città ha fatto brutta figura in tv”.

Il coordinatore provinciale di Libera torna a soffermarsi poi anche su Giambalvo: “Basta dare un’occhiata alla sua pagina Facebook per rendersi conto del suo spessore culturale e chiedersi: ma questo chi l’ha votato? Chi ha mai pensato che potesse rappresentare la cittadinanza? Quando andiamo a votare dobbiamo valutare la biografia delle persone, il loro impegno sociale. Se vediamo che non c’è nulla, non dobbiamo votarli”.

In chiusura, il pensiero di Elena Ferraro. Nota per le denunce contro il racket mafioso delle estorsioni, proprio in questi giorni l’imprenditrice castelvetranese ha ricevuto al Teatro Massimo di Palermo il Premio “Donna Attiva”, un riconoscimento all’eccellenza declinata al femminile per 15 professioniste che si sono contraddistinte nei settori della medicina, del giornalismo, della scuola. “Sono soddisfatta per la scelta adottata dai 28 consiglieri comunali che, anche se in ritardo, hanno dato un segnale forte a questa comunità che a vario titolo la richiedeva. Attendiamo l’arrivo del commissario ed auspico, nell’interesse della città, che si possa continuare a prendere decisioni in favore di tutti i cittadini a cui non interessano le dinamiche politiche interne ai vari partiti”.

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