Nasce a Marsala e Petrosino il comitato dei giovani agricoltori

Gaspare De Blasi

Nasce a Marsala e Petrosino il comitato dei giovani agricoltori

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mercoledì 19 Giugno 2019 - 07:07

Antonio Parrinello, giovane agricoltore marsalese alcuni mesi ha fondato, assieme ad altri colleghi un comitato di giovani marsalesi e petrosileni che si occupano di agricoltura e nello specifico di vitivinicoltura.

Perché lei e i suoi colleghi avete avvertito la necessità di fondare un comitato spontaneo?

“Perché nessuno ha mai preso seriamente in mano le istanze del nostro settore. Mi riferisco alle sigle sindacali che operano nella branca della vitivinicoltura, ma anche e soprattutto al mondo della politica. Naturalmente in entrambi i casi ci sono delle eccezioni”.

A chi si riferisce?

“Al vice presidente provinciale della Cia Matteo Paladino, che ha seguito da vicino le nostre rivendicazioni, e al deputato del Movimento 5 Stelle Antonio Lombardo. Grazie al suo intervento il prossimo 5 luglio sarà a Marsala il ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio”.

Che interventi chiederete al ministro?

Intanto capire bene la vicenda dei catastini, il cosiddetto reimpianto dei vigneti che si può portare da una regione ad un’altra. Per esempio: io ho un ettaro di terreno e lo voglio vendere, lo compra un imprenditore del nord che può “spostare” il vigneto nella sua regione. Questo ha consentito a molte persone che non potevano più lavorare e avevano magari accumulato debiti ai quali avevano urgenza di fare fronte, di vendere il terreno a chiunque, ma il terreno è rimasto incoltivato perché la produzione si è spostata da un’altra parte. Magari al nord dell’Italia”.

Nessuno però è stato obbligato a vendere…

“Certo, però arrivano i mediatori che comprano un ettaro in Sicilia e lo pagano circa 20 mila euro, al Nord però vale almeno 200 mila euro. La loro produzione è maggiore. Se un agricoltore possiede un ettaro di terreno al Nord ci vive tranquillamente coltivandolo e ci guadagna anche tanto. Qui invece si fa la fame. E’ una cosa anomala. Chiederemo al ministro e alle istituzioni di diminuire il disciplinare per ettaro, dimezzando da 500 quintali a 250 per ettaro per la produzione dell’uva comune”.

Dimezzando la produzione si potrà aumentare il prezzo?

“Sì, perché si potrebbe arrivare ad una resa maggiore. La cosa più particolare riguarda la gradazione. Con le temperature che abbiamo nel sud del Paese e in Sicilia in particolare, arriviamo a circa 20 gradi. E nel nord dove ci sono temperature completamente diverse?? Ci devono essere dei controlli, perché ad esempio con una gradazione alcolica di 14 non si può ammassare, non si può vinificare”. Per questo chiediamo più controlli”.

E’ vero che il mancato sostegno economico da parte dell’Unione Europea ha costretto le cantine a determinare il prezzo del prodotto al ribasso?

Le cantine si sono trovate in un sistema in cui fino al 2012 erano avvantaggiate, poi l’Ue ha tolto il sostegno economico. Non andavano più in concorrenza con le altre strutture private sull’imbottigliamento. Alcune cantine stanno facendo bene adattandosi, altre invece sono ancora ferme. Dobbiamo lavorare sull’imbottigliamento. Non è possibile che in Sicilia non si imbottigli quanto al Nord Italia”.

Infine, qual è la vostra posizione sulla questione zuccheraggio?

“Addizionare il prodotto vinicolo con lo zucchero da barbabietola in Italia è vietato. In alcune regioni del nord però hanno messo a punto un sistema per “aggirare” la legge. E’ scorretto. chiederemo al ministro maggiori controlli e se nel caso fosse inevitabile che sia scritto nell’etichetta. Così il consumatore sa quello che compra”.

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