La DIA di Trapani confisca beni per decine di milioni all’imprenditore Giuseppe Amodeo

redazione

La DIA di Trapani confisca beni per decine di milioni all’imprenditore Giuseppe Amodeo

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mercoledì 03 Aprile 2019 - 10:16

La DIA di Trapani ha confiscato all’alcamese Giuseppe Amodeo, 64 anni, a seguito di un decreto emesso dalla Corte d’Appello di Palermo, un consistente patrimonio di sua proprietaria. L’uomo è noto in tutta la Provincia per le attività nel settore turistico e alberghiero. Negli anni ’90, era rimasto coinvolto in un’indagine che aveva portato alla luce collusioni tra imprenditoria e mafia nel trapanese. Amodeo, nel processo che ne seguì, in cui gli veniva contestato il concorso in associazione mafiosa, patteggiò una pena ad un anno e 4 mesi di reclusione, ma gli fu derubricata l’aggravante di associazione mafiosa, trasformata in favoreggiamento.

Nel 2016, la sezione penale di Misure e Prevenzione del Tribunale di Trapani, dispose il sequestro, in sede cautelare del patrimonio dell’Amodeo, che fu quantificato a circa 2 milioni di euro. Col provvedimento emesso adesso, sono stati sottoposti a confisca definitiva, in modo totale o parziale, i compendi aziendali e il capitale sociale delle società Amodeo Costruzioni s.r.l., Eat e Fly s.r.l., Dedalo s.r.l., Cange Hotel s.r.l. e 159 tra immobili e terreni che assieme a disponibilità finanziarie ammontano a oltre 45 milioni di euro.

“Il provvedimento di confisca emesso dalla Corte di Appello di Palermo nei confronti di Amodeo Giuseppe e dei suoi familiari è già stato impugnato innanzi la Suprema Corte di Cassazione, affermano i difensori Baldassare Lauria e Paolo Paladino, i quali ritengono sussistenti plurime violazioni di legge.

“In primo grado – afferma una nota diffusa dai due legali – il Tribunale di Trapani aveva affermato, respingendo la proposta della DIA, l’estraneità di Giuseppe Amodeo da ogni forma di contiguità con esponenti mafiosi. Sul punto avevano riferito il Capo della squadra mobile di Trapani, Dott. Giovanni Leuci, il Dirigente della DIA di Trapani, colonnello Rocco Lo Pane, ed il dott. Giuseppe Linares, direttore del servizio centrale anticrimine del Viminale, riconoscendo la distanza del proposto dall’ambiente mafioso, dallo stesso anzi contrastato con denunce delle avvenute estorsioni”.

Alla luce di tali risultanze processuali, i legali credono fortemente che la confisca disposta sia illegittima, certi della totale estraneità della famiglia Amodeo da ogni dinamica affaristico-mafiosa, così come affermato anche da alti funzionari dello Stato.

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