Emozione al “Sollima” per Bartolo: un racconto di vita, “antibiotico” contro la disinformazione

redazione

Emozione al “Sollima” per Bartolo: un racconto di vita, “antibiotico” contro la disinformazione

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venerdì 03 Marzo 2017 - 13:27

Una platea rispettosa e commossa ha ascoltato per oltre due ore ieri sera al Teatro “Sollima” di Marsala il medico Pietro Bartolo e la giornalista Lidia Tilotta, che hanno presentato il libro “Lacrime di sale”. Un lavoro che raccoglie alcune tra le più significative esperienze di cui Bartolo è stato protagonista a Lampedusa, dedicandosi all’accoglienza e alla cura dei migranti che in questi anni sono arrivati sull’isola, in condizioni di grande difficoltà.

“Un libro che arricchisce. Che ci fa capire che non ci saranno muri che possano impedire di scappare da miseria e guerra. Tutti dobbiamo fare la nostra parte, dal semplice cittadino all’Europa”, ha dichiarato il sindaco Alberto Di Girolamo nel suo saluto di apertura dell’incontro. Presenti anche il vescovo Domenico Mogavero (“una giornata all’insegna dell’amore verso il prossimo: stamattina la consegna dei giubbini catarifrangenti agli immigrati; ora questa storia di mare, vita, morte e speranza”) e l’ex comandante della Guardia costiera di Lampedusa Antonio Morana (“il racconto è un po’ anche la mia storia, con molti fatti accaduti, tanti tristissimi”). A moderare l’incontro, organizzato dalla Libreria Mondadori di Marsala e dall’agenzia Communico con il patrocinio dell’amministrazione comunale, il giornalista Vincenzo Figlioli.

Le pagine lette da Lidia Tilotta, le testimonianze di Pietro Bartolo, le immagini e i video proiettati sullo schermo, hanno regalato ai presenti un crescendo di emozioni. Le sofferenze di un medico che ispeziona centinaia di cadaveri, la gioia per un malato che guarisce, il suo dolore per chi muore mentre gli dà soccorso, hanno scosso le coscienze dei presenti. “La speranza che qualcosa possa cambiare – dice Bartolo – la vedo a cominciare dai lampedusani, dal sentirsi loro il salvagente di un’Europa sorda; dalle mamme che accorrono con latte e pigiamini quando sanno che c’è stato un parto in barca, a volte con cordone ombelicale legato con lacci di scarpe”.

Pietro Bartolo e Lidia Tilotta

Pietro Bartolo e Lidia Tilotta

E la speranza di una vita migliore – quella per la quale è giunto qui Flamin Dembele, ospite maliano del centro per richiedenti asilo di Rakalia che ha preso la parola ieri sera (“dovevo decidere tra morire sparato in Libia o morire annegato, ho scelto il mare”) – è anche nei bambini che Pietro Bartolo ha incontrato in questi anni e che ora sono cresciuti e stanno bene. Gift, Favour, Mustafa, hanno perso i loro genitori: ora sono in comunità o hanno una famiglia che li rispetta come persone. “Si, sono persone, è così che li dobbiamo chiamare, non clandestini – conclude il medico di Lampedusa. Contrastiamo le bugie che si raccontano, non sono terroristi, non portano malattie, possono essere invece una risorsa per tutti noi. La priorità è quella di evitare un genocidio”. Da qui la proposta, per nulla provocatoria, di andare a prendere i migranti sulle coste nordafricane, sottraendoli ai rischi di un viaggio precario e spesso atroce, e dando un colpo mortale al business degli scafisti.

L’iniziativa, replicata questa mattina con le scuole marsalesi, si è avvalsa anche della collaborazione delle associazioni Amici del Terzo Mondo, Amunì, Istantanee, Archè, Marhaba, Libera, dello studio Otium, del Consorzio Solidalia, della Fondazione San Vito onlus, del Club Unesco di Marsala.

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