Gucciardi scarica Di Girolamo. Meo, Ferreri, Licari e Alagna scrivono a Zingaretti: “Siamo indignati”

redazione

Gucciardi scarica Di Girolamo. Meo, Ferreri, Licari e Alagna scrivono a Zingaretti: “Siamo indignati”

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venerdì 14 Giugno 2019 - 16:07

Quattro consiglieri comunali marsalesi – Federica Meo, Calogero Ferreri, Linda Licari e Luana Alagna – hanno inviato una lettera al segretario nazionale Nicola Zingaretti in merito alle recenti dichiarazioni del deputato regionale Baldo Gucciardi, che di fatto ha clamorosamente preso le distanze dal sindaco Alberto Di Girolamo.

Dopo un preambolo iniziale in cui i quattro si presentano come “un gruppo di giovani impegnati in prima linea a Marsala che credono fermamente ai valori della sinistra e che hanno scommesso, fino in fondo, sulla sfida lanciata dal Partito Democratico lottando contro l’ondata di destra che ha travolto il Paese”, la lettera entra nel merito della situazione locale. “A Marsala, cittadina in cui quattro anni fa veniva eletto un sindaco del partito democratico, oggi ancora in carica, con una vittoria schiacciante sul centro destra, ad un anno dalle elezioni registriamo con sorpresa una uscita personale e arbitraria da chi, per stile istituzionale e decoro politico, avrebbe il dovere della rappresentanza democratica che , nei palazzi del potere avulsi dal territorio, viene offesa da giochi utili esclusivamente a conquistare le poltrone per la prossima tornata utile, da parte di chi avrebbe il mandato di rappresentare il PD trapanese a Palermo”. Il riferimento diretto è al deputato regionale Baldo Gucciardi, accusato da Meo, Ferreri, Licari e Alagna di essere “presente in città solo in occasione di campagne elettorali in cui è personalmente interessato”. Per i quattro consiglieri, le parole del parlamentare salemitano “suscitano indignazione per il modo con cui viene svilita un’esperienza di comunità e di assiduo e quotidiano impegno politico”.
“Un partito – si legge ancora nella nota – senza organi collegiali e senza una gestione partecipata, che ha la responsabilità di sostenere un’amministrazione di sinistra, pur esponendo legittime critiche e evidenziando le eventuali lacune amministrative, in un contesto locale e nazionale preoccupante, si trova ad essere umiliato da un supposto dirigente che con dichiarazioni irresponsabili, oltre che solitarie, gettano nella confusione non solo la nostra comunità politica, ma anche le forze progressiste che guardano al PD come possibile riferimento per un percorso di legalità e competenza ammnistrativa. Ci chiediamo a chi giovi una sortita così intempestiva e surreale. La denigrazione dell’avversario del momento, che come da manuale si rivolge contro le file del proprio schieramento e all’interno del proprio partito, per cercare di far scattare automaticamente l’identificazione emotiva dei propri seguaci e di chi comunque non  condivide obiettivi e valori dell’avversario chiamato in causa, non fanno più presa sulla gente e ancor meno su chi, come noi, conosce le dinamiche interne ad un partito in cui il leader di turno approfitta delle tornate elettorali per imbastire tavoli di trattative sotterranee, che snaturano l’alto valore di quella politica fatta con responsabilità e trasparenza. Ancora una volta sta scattando l’irresistibile impulso all’autodistruzione. È evidente che vi è un disegno che non risponde più neanche ad interessi del partito e che minano solo a delegittimarlo”.

Da qui l’appello a Nicola Zingaretti: “Ti chiediamo allora, caro Segretario, se la strategia del Partito Democratico è quella di lasciare spazio a persone abituate a gestire il potere per mezzo di soluzioni che oltrepassano i confini del partito stesso, con la proposizione di patchwork utili soltanto ad assicurarsi la tutela delle proprie funzioni politiche verticistiche, il decreto che mette fine all’impegno dei giovani che ancora credono ad un rilancio del partito democratico, ritenuto ultimo baluardo contro la deriva populista e sovranista che impera, è firmato. A meno che non dobbiamo salutare una tale espressione di Baldo Gucciardi come una manifestazione di chiarezza che certifica la sua uscita dal partito, oppure è certificato il nostro disimpegno”.

Rispetto alla nota, in oggetto, la nostra redazione ha contattato anche il consigliere del Pd Mario Rodriquez, che pur non essendo tra i firmatari, afferma di condividerla nel merito, affermando di non capire perché Baldo Gucciardi, che fino a un anno fa si era schierato a favore dell’amministrazione comunale contro le posizioni di dissenso espresse da Antonella Milazzo e Antonio Vinci (che fu esautorato dal ruolo di capogruppo) adesso abbia cambiato idea. “Tuttavia – conclude Rodriquez – ci sono cose che mi sfuggono e che riguardano dinamiche del Pd regionale che non conosco”.

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