Il consigliere Gino Pitò sulla giunta Surdi: “L’azione amministrativa mi sembra asfittica”

redazione

Il consigliere Gino Pitò sulla giunta Surdi: “L’azione amministrativa mi sembra asfittica”

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giovedì 27 Settembre 2018 - 06:34

Al responsabile del gruppo politico di ABC-Alcamo Cambierà abbiamo chiesto, oltre un giudizio sui due anni di amministrazione 5 stelle della città, un parere sui temi caldi dell’attualità alcamese: stabilizzazione dei precari, realizzazione di un impianto di biogas in contrada Citrolo e revisione del Piano Regolatore Generale.

In occasione della seduta consiliare del 12 settembre scorso ha dichiarato che la creazione del mondo del precariato è stato uno dei motivi di fondo che l’hanno portata a non far più politica, dopo l’esperienza con l’amministrazione Ferrara negli anni ‘90. Durante quel consiglio comunale ha anche presentato la proposta di istituire una commissione ah hoc che si occupasse delle stabilizzazioni e di raccogliere i dati. Secondo lei, la strada proposta dalla giunta Surdi è convincente?

Noi ancora dobbiamo capire esattamente qual è la proposta dell’amministrazione Surdi perché, in realtà, dai documenti ufficiali, non abbiamo delle certezze sulle dimensioni del fenomeno, anche sulla qualità del fenomeno e qual è l’intenzione dell’amministrazione. Per cui, leggendo le proposte del DUP, ad esempio di quello precedente e anche quello di ora, abbiamo dei numeri complessivi, ma non abbiamo la qualità, nel senso delle varie categorie e così via. Quello che secondo noi è importante fare, a supporto di quello che sta facendo l’amministrazione che anch’io ho detto in Consiglio può essere condivisibile e le intenzioni credo che siano sulla strada giusta, è che deve essere fatta una seria ricognizione di qual è il fenomeno, perché noi abbiamo un’idea complessiva del totale, ma credo che manchino dei dati o, meglio, i dati sicuramenti esistono, però, sono sparpagliati in mille uffici e in mille faldoni. Le notizie che vanno acquisite per poter prendere decisioni consapevoli sono innanzitutto: il numero dei precari in funzione del loro ruolo e di quelli che sono contrattualizzati, perché ce ne sono parecchi che non sono contrattualizzati; la legge istitutiva con cui sono entrati e, quindi, le diverse categorie; la qualifica con cui sono entrati; se hanno fatto dei corsi di formazione appositi in alcuni settori; se hanno acquisito specializzazione successive. Sono tutte notizie che sicuramente esistono, non dico che sono da inventare. Esistono, ma li vorremmo in un unico libro bianco, in un unico posto dove possiamo avere quello che ci consente poi di fare scelte consapevoli. È perfettamente possibile che l’amministrazione arriverà con una sua proposta completa, perché magari avrà degli elementi che noi difficilmente avremo. Se devi fare delle scelte, devi fare delle scelte che siano spiegabili alla cittadinanza. Faccio soltanto qualche esempio, così ci rendiamo conto. Se c’è un vigile urbano che fa 18 ore o 20 ore, o un architetto che fa 24 ore, o chi fa il giudice di pace o l’avvocato, sono tutte figure che non solo debbono fare tutte le ore previste, le 36, ma ne dovrebbero fare di più perché sono dei settori che non sono assolutamente possibili trattare come part-time. Ora, queste cose qua, vanno messe sul tavolo perché è perfettamente possibile che attualmente vengono contrattualizzate e poi debbono essere stabilizzate. Su alcune figure vanno fatti investimenti di risorse, quelle che ci sono per legge o comunali, perché sono figure chiave.

Nel corso dell’ultima seduta consiliare, è stata annunciata dalla maggioranza pentastellata la volontà di convocare un Consiglio comunale per quanto riguarda la domanda di realizzazione dell’impianto di biogas in Contrada Citrolo. Qual è la vostra posizione?

Ma io non credo sia stata presentata dalla maggioranza. L’abbiamo presentato noi come richiesta. A fine luglio è arrivata la notizia della richiesta di Valutazione d’Impatto Ambientale da parte della Regione. Mi pare che il 27 di luglio è arrivata una lettera che diceva che c’era la pubblicazione sul sito della Regione: andate a prendere gli elaborati e rendete il parere. Quindi, il Comune di Alcamo nel suo interesse doveva rendere parere. Io, credo il 2 agosto, ho detto in Consiglio che bisognava avere i pareri tecnici dei settori del comune e, quindi, il settore ambiente, il settore urbanistica, tutti i settori, ma che, dopo questo, bisognava convocare le commissioni e il Consiglio per dare un parere al sindaco, il quale a sua volta doveva rendere un parere. Insomma, tutti gli organi coinvolti in modo che ci fosse una discussione completa sugli aspetti tecnici e sugli aspetti politici. Ora, questo non è stato fatto perché, in realtà, quello che è accaduto è che è stato reso un parere dal settore ambiente e poi un parere dal sindaco. Questi pareri sono stati resi, cioè sono stati trasmessi alla Regione. Quello che non è accaduto è quella cosa che avevamo chiesto: una volta che abbiamo saputo, perché non siamo stati informati, che questi pareri erano stati resi ufficialmente, allora abbiamo chiesto, noi consiglieri d’opposizione, tutti e dieci, che il sindaco venisse in Consiglio a relazionare su questi pareri. Quindi, a venire a dire cosa è successo, cosa abbiamo detto ( alla Regione n.d.r.). Ora ho saputo che la prima commissione ha convocato il dottore Raimondo su aspetti legati alla salute, la quarta commissione ambiente ha convocato una seduta apposita su questioni ambientali questo venerdì, io ho chiesto già tre volte la convocazione della terza commissione su problemi di urbanistica perché ci sono anche quelli, ma non sono stato ascoltato. Questo non è stato fatto. Quindi, credo che adesso pian piano venga fuori tutto il ventaglio delle problematiche connesse. Noi (Abc-Alcamo Cambierà n.d.r.) abbiamo seri dubbi sulla tipologia dell’impianto. Cioè, la tipologia dell’impianto in sé, che brucia l’organico e che produce biogas, è una cosa sacrosanta e bellissima. Il problema è capire se invece può anche, come è successo altrove, avere altri utilizzi come l’RSU diretto. La parola inceneritore non l’adopererei. Poi, un problema di fondo che abbiamo è: questo tipo di impianti, come sta accadendo ad esempio a Calatafimi, dove sono dell’ordine di 10-15 di kilometri di distanza da un centro abitato, ha un certo tipo di impatto. Da noi, il problema è un altro. Nelle relazioni si indica che l’impianto è circa a 1 km e qualcosa dal centro abitato. Bisogna dire chiaro che il centro abitato è stato delimitato con delibera del Consiglio comunale e l’area artigianale di Sasi fa parte di questo centro abitato. In questo senso, l’impianto è a 200 e qualcosa metri, non è a 1 km e qualcosa, perché anche lì ci sono abitazioni. E ci sono industrie alimentari. Quindi, questo è un primo problema. Il secondo problema, che credo non sia stato ben affrontato e va fatto, è la sovrapposizione degli effetti tra questo impianto che viene progettato e l’impianto adiacente che attualmente tratta RSU di 44 comuni. E questo si trova a pochi metri. Ora, non so e non credo che sia stata fatta una seria valutazione degli effetti cumulati, in termine di polveri e inquinamento, tra i due impianti. Questo va fatto. Tra l’altro, si legge nella relazione di quest’altro impianto ( della impresa Asja Ambiente n.d.r.) che il sito scelto va bene anche perché si trova vicino la discarica di Alcamo. Bisogna chiarire una volta e per tutte che la discarica di Alcamo non esiste o meglio non c’è più. È in fase di dismissione. Stiamo cercando di chiudere, anzi è finita e bisogna sistemarla. Nessuno mi può venire a dire ci mettiamo quell’impianto perché abbiamo la discarica vicino. Queste cose, come altri aspetti legati allo smaltimento di liquidi, fognature, etc. vanno affrontati perché lì c’è un’area artigianale. Quest’area artigianale ha un suo impianto di sollevamento che deve trattare una certa quantità di rifiuti a una certa temperatura e così via. Non credo che c’è scritto da nessuna parte la quantità di refluo che arriva lì e come deve essere trattata. Sono tutte vicende tecniche che poi a monte hanno anche un aspetto politico. Cioè, la valutazione che sta chiedendo la Regione al comune è tecnico-politica. Se noi ci siamo espressi in Consiglio sulla Bertolino, che sta nel territorio di Partinico, non vedo perché il Consiglio comunale non debba esprimersi in maniera politica, fatti salvi gli aspetti tecnici. Io la vedo a cascata: i vari settori danno pareri solo tecnici, il Consiglio comunale a sua volta dà un aspetto politico, il sindaco impacchetta il tutto e manda alla Regione. Abbiamo avuto invece situazioni diverse. Infatti, non capisco neanche perché il lavoro che stanno facendo la prima e la quarta commissione viene fatto dopo la trasmissione dei pareri alla Regione. Andava fatto prima. E perché la terza commissione che si occupa di urbanistica non si occupa di quest’altro argomento che è pure urbanistica?

L’organo elettivo nel suo secondo anno di mandato ha privilegiato la trattazione di regolamenti piuttosto che mozioni di indirizzo. Solo cinque mozioni sono state presentate e dall’opposizione. Come valuta questa scelta politica della maggioranza?

Io credo che la maggioranza è normale che presenti poche mozioni perché quando un consigliere di maggioranza vuole fare una certa attività, sente il suo assessore, la sua amministrazione e viene portato avanti d’ufficio. Cioè, le mozioni di indirizzo le presentano normalmente le opposizioni perché non hanno gli strumenti di interazione con gli uffici, con l’assessore. Il Consiglio nella sua interezza, su spinta dell’opposizione, propone una certa cosa. Quindi, è abbastanza normale che la maggioranza presenti meno mozioni rispetto all’opposizione. Io complessivamente mi aspetterei dai consiglieri di maggioranza un sottolineare di più le loro prerogative. Cioè, io mi attendo dai consiglieri di maggioranza un aspetto più critico nei confronti della propria maggioranza e anche spinta propulsiva. Io verifico che i provvedimenti che arrivano in Consiglio, magari anche all’ultimo minuto o poco conosciuti, qualche volta, e lo posso dire a testa alta, vengono votati senza comprenderne appieno il contenuto. Un po’ per partito preso, per spirito corporativistico. Invece, molto spesso quello che accade, qualche volta può essere giusto perché uno si fida dell’amministrazione e va avanti, è che manca quella ricerca dentro il provvedimento o di un errore o di un problema o della possibilità di fare un emendamento migliorativo. Questa attenzione da parte della maggioranza non la vedo e alla fine danneggia l’amministrazione. Io sono stato consigliere di maggioranza della giunta Ferrara, ma verificavo che i provvedimenti venivano a loro volta digeriti dai vari gruppi, che non era monolitici. Erano cinque liste con una decina di movimenti. Ogni volta che vi erano atti importanti c’erano assemblee con centinaia di persone. Per cui, quando un atto veniva votato era la città che l’aveva votato. Qui spesso accade che degli atti di una certa importanza non se ne discute per nulla in città perché si dà per scontato che vengano votati. Ma non è stato sempre così, anzi il contrario. Qualunque cosa arriva in Consiglio ha avuto l’esito positivo da parte dei 14 consiglieri di maggioranza, praticamente sempre. E i casi in cui qualcuno si è astenuto sono veramente pochissimi, come quello della consigliera Puma che si è astenuta su una delibera legata al bilancio su proposta del consigliere Cracchiolo, quando si parlava del contributo da dare all’associazione antiracket oppure delle borse di studio. Cosa pienamente condivisibile su cui alla fine abbiamo avuto una astensione su 14. Non credo che sia il bene dell’amministrazione approvare qualunque cosa arriva. Mi aspetterei più propulsione in questo senso, più azione.

Qual è il suo giudizio, a due anni dall’insediamento, sull’amministrazione Surdi?

L’amministrazione Surdi dopo due anni credo che stia prendendo perfettamente cognizione di che tipo di comune abbiamo. Al di là di dire “Uno si insedia, ci sono le macerie” etc., ma piano piano si inizia a capire perfettamente quali sono veramente i problemi dell’amministrazione e anche le risorse, perché non è vero che è tutto macerie, come il passato. Quindi, credo che piano piano l’amministrazione stia entrando a dare il suo input e credo che in alcuni campi si intravvede qualche segnale di miglioramento. Però, nel complesso, l’azione amministrativa mi sembra che sia asfittica, non produce quei risultati che deve produrre. Sui temi di fondo, grandi, credo che abbiamo fatto poco o, meglio, può darsi che nel giro di un altro anno riusciremo ad avere delle soluzioni. Faccio i temi macro. Sul problema dell’acqua, il concetto del by-pass stava nel nostro programma, nel programma 5 stelle non è che c’era. Adesso stiamo facendo il by-pass di Cannizzaro, sperando che venga fatto. Ma quello va a riprendere esattamente la dotazione idrica dell’amministrazione Scala, per esempio. Arriveremo alla quantità di acqua che avevamo prima. Cosa stiamo facendo affinché in futuro abbiamo più acqua? Dobbiamo essere chiari su questo. Sul problema rifiuti, si è sbagliato su tutti i modi possibili, immaginabili. Il fatto di dire “Risparmio di 1 milione e quattro”, no. “Risparmio di 1 milione”, no. Poi, si fa la gara. Poi, va deserta. Insomma, credo che abbiamo fatto una grande confusione. È possibile che nell’arco di altri sei mesi viene fuori la gara dell’ARO. Può darsi che viene fuori una cosa che è bellissima, che viene fuori un’ottima ditta e avremo avviato a soluzione il problema. Ma, ad oggi, siamo fermi. Sull’urbanistica: non è pensabile che l’amministrazione Ferrara per fare il Piano Regolatore da zero, da novembre ’94 fino al ’97, è riuscita a farlo in tre anni e adesso, in due anni e mezzo, non abbiamo neanche visto lo schema di massima. Non c’è ad oggi.

Sembra comunque che lo schema di massima del PRG sia in dirittura di arrivo ed è una delle sfide più importanti di questa giunta. Lei da questo provvedimento che cosa si aspetta?

Il Piano Regolatore è quello che sta a monte di tutto, perché dentro, a cascata, c’è tutto. Nell’urbanistica c’è un tema generale e su cui adesso cercheremo di capire cosa vuole fare l’amministrazione. Faccio un esempio: noi abbiamo avuto quest’estate il regolamento di cessione di cubatura, che adesso andrà in Consiglio, e lo studio di dettaglio del centro storico. E adesso avremo lo schema di massima del Piano Regolatore che arriva. Io ho chiesto, diverse volte, di fare degli incontri pubblici con i colleghi su questi provvedimenti che avranno un impatto notevole, sia la cessione di cubatura, ovvero la possibilità di spostare la cubatura da un posto ad un altro posto, sia interventi nel centro storico e adesso il P.R.G. Questo non sta accadendo. E anche adesso sullo schema di massima bisogna vedere che tipo di impostazione si darà. Se un’impostazione burocratica che è semplicemente quella di verificare come dice una legge del 78, degli anni ’70, rigida e anche antiquata “ Ti prendi lo schema di massima, devi verificare se è conforme alla direttive. Il Consiglio comunale dice è conforme, vai avanti, e lo rimanda ai progettisti”. Non credo che sia questo il tema. Il tema è un altro: verificare se questo strumento è i grado di rispondere alle mutate esigenze della città. E la città deve essere coinvolta tutta e quando ai cittadini, anche se non sono tecnici, gli spieghi le varie questioni di urbanistica e gliele metti ognuna sul tavolo, poi, diventano propositivi. Ma se non fai questo sforzo di spiegare ai cittadini quali sono le tematiche, i cittadini non risponderanno mai. Anzi, ogni volta che fai una riunione magari neanche vengono.

Linda Ferrara

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