Il Consiglio comunale di Alcamo approva la revisione delle partecipate pubbliche

redazione

Il Consiglio comunale di Alcamo approva la revisione delle partecipate pubbliche

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venerdì 21 Dicembre 2018 - 16:29

Il check-up sulle quattro società quotate dal comune è stato trattato come ultimo punto all’ordine del giorno della seduta consiliare di ieri sera. Dall’Aula Falcone-Borsellino, nel corso dell’adunanza, sono stati deliberati anche tre debiti fuori bilancio per oltre 300 mila euro.

Con 18 voti favorevoli ( 13 M5S, 2 ABC-Alcamo Cambierà, 2 UDC, 1 Noi per Alcamo) e due contrari (Giovanni Calandrino di Sicilia Futura e Rita Norfo dell’Udc) è stata approvata la delibera sulla revisione delle società partecipate dal Comune di Alcamo: la società Gal, di cui l’ente detiene una quota pari all’11,54% e la Srr Tp Nord, con una quota del 14,57%. Sono in liquidazione, invece, la società Sviluppo del Golfo, quotata al 26,76% (chiude senza crediti e debiti) e l’Ato Terra dei Fenici con 5,04% come quota dell’ente. Quest’ultima liquidazione non si è ancora conclusa a causa del contenzioso in corso con l’Aimeri Ambiente s.r.l. Il municipio alcamese ha già accantonato prudentemente delle somme (circa 500 mila euro) per far fronte ad eventuali spese. Sulla liquidazione delle partecipate pubbliche il consigliere comunale di ABC-Alcamo Cambierà, Gino Pitò, ha affermato “Vedo con piacere la chiusura di una vicenda che non è come la faccia dell’assessore Lombardo lascia presagire, come altamente negativa per il Comune di Alcamo”. Poi, ha continuato “Io debbo semplicemente dire che stiamo chiudendo una vicenda che ha portato sul Golfo di Castellammare 110 miliardi”. La replica dell’assessore all’ambiente, Vito Lombardo, non si è fatta attendere “Soltanto una domanda volevo fare con la mia faccia: per quanto riguarda la società Sviluppo del Golfo, non ricordo se all’interno dei lavori effettuati, proficui, come dice il consigliere Pitò, c’era Contrada Sasi?”. Il consigliere Pitò ha così risposto al membro della giunta grillina “Questo tipo di illazione, la rimando al mittente”. E, dopo, ha precisato “È chiaro che si è persa la memoria storica, quindi, lei adesso ha facile gioco a fare questo tipo di illazioni. Sono illazioni, così si chiamano, nel senso che lei lascia intendere che sotto ci sia chissà che cosa. Va spiegato in maniera semplicissima e lineare. Non c’è nulla da nascondere. Io ho fatto il consigliere dal ’93 al ’97. Mi sono speso per la città, punto. Dopodiché ho finito di fare politica. La mia città mi ha dato un incarico di una certa importanza, poi, ho avuto qualche fesseria, qualcosa di poco conto. Un incarico, adesso vediamo quanti anni di lavoro sono. Un centodieci e lode in ingegneria stradale ha avuto un solo incarico dal Comune di Alcamo. L’ho onorato con grande responsabilità. Un lavoro da 7 miliardi e tre: l’area artigianale di Sasi. Non c’è nulla da dire, non c’è nulla di sospetto. Ho fatto quel progetto. Finito, punto. È stato finanziato dal Patto territoriale (di cui la società Sviluppo del Golfo era soggetto responsabile n.d.r.) e lei lo sa benissimo. Non ho capito la sua illazione da dove viene e non capisco perché lei vuole fare questa osservazione quando si parla dell’area di Sasi”. Il capogruppo dell’Udc, Saverio Messana, si è espresso in tal modo sulla questione delle società partecipate “Sentendo come funzionano queste partecipate in alcuni comuni e, credetemi, anche alla Regione, il 99% sono carrozzoni, vi dico la verità”. Successivamente, il consigliere Messana ha aggiunto “Pensando a tante partecipate che portano in default i comuni e anche gli enti più grossi, come la Regione, questo è un dato appurato. Certo, c’è qualche partecipata, tipo il Gal, che, assolutamente, è una cosa così importante per il nostro territorio che va curato, perché è stato amministrato bene e di questo dobbiamo prenderne atto. Dobbiamo ringraziare chi ha lavorato nel Gal, perché ha lavorato bene e il Comune di Alcamo ne ha tratto beneficio. Che sia chiaro!”. E, poi, ha continuato “Sono delle mosche bianche, perché, come dicevo poco fa, vedendo un po’ di cose anche a livello regionale, dico che sono dei carrozzoni. Il grosso (delle partecipate n.d.r.), attenzione.” La revisione straordinaria delle partecipate, prevista da una norma nazionale del 2016, è stata effettuata dal Consiglio comunale nel 2017. Ieri sera, si è proceduto a quella ordinaria che va aggiornata annualmente. Il check-up sulle quattro società quotate dal comune è stato trattato come ultimo punto all’ordine del giorno della seduta consiliare. Dall’Aula Falcone-Borsellino, nel corso dell’adunanza, sono stati deliberati anche tre debiti fuori bilancio per circa 300 mila euro. Nello specifico, la discussione si è soffermata sul debito derivante dal contenzioso con l’ASP e concernente il mancato pagamento, da parte del comune, delle prestazioni effettuate dal 2010 ad oggi per circa 280 mila euro (http://www.itacanotizie.it/visite-fiscali-non-pagate/ ). Una storia questa tutta da accertare, visto che il Comune di Alcamo aveva ricevuto trasferimenti statali per circa 600 mila euro complessivamente e non utilizzati a tale scopo. Dunque, l’impiego di tale somme è un rebus avvolto in un mistero. La normativa nazionale, regionale, e le sentenze della Corte costituzionale in merito sono state molto chiare: spetta all’ente provvedere al pagamento delle visite fiscali dei propri dipendenti. Dalle interlocuzioni tra il Comune e l’azienda sanitaria provinciale si è potuto, tuttavia, evitare l’esborso degli interessi. La votazione si è conclusa con 17 voti favorevoli (12 M5S e 2 ABC-Alcamo Cambierà 2 UDC e 1 Noi per Alcamo ) ed un astenuto (Calandrino di Sicilia Futura). L’immediata esecutività ha avuto medesimo esito. Altro debito fuori bilancio dalle somme cospicue, circa 18 mila euro, è stato quello relativo al pagamento della parcella di un geologo, il dottore Enzo Di Stefano, incaricato 10 anni fa dall’ente locale di occuparsi dello studio per la redazione degli strumenti urbanistici attuati del PRG. Con l’entrata in vigore della VAS, secondo l’ufficio comunale competente, si ampliavano i compiti affidati al geologo, il quale avrebbe dovuto integrarla nel suo progetto. Come ha sottolineato nel suo intervento la consigliera comunale pentastellata, Annalisa Ferrara, il Comune si è trovato a dover sborsare 18 mila euro per non essere riuscito a trovare un accordo con il professionista nell’ultimo decennio, il quale ha avviato la procedura arbitrale che gli ha dato ragione. La cifra di circa 27 mila euro era già stata impegnata all’atto di conferimento dell’incarico e conservato tra i residui passivi. Poi, l’esponente grillina ha riportato in Aula le osservazioni del segretario comunale Vito Bonanno “L’istruttoria non evidenzia profili di responsabilità che, invece, meriterebbero di essere approfonditi sia in relazione agli interessi legali e di mora, il cui pagamento costituisce danno erariale, sia sulla mancata assunzione di decisioni in grado di sbloccare l’approvazione del Piano urbanistico attuativo”. Ed ha aggiunto “Inoltre, non vengono nemmeno indicati degli strumenti deflattivi così come l’istruttoria non contiene una documentazione amministrativa riferita e richiamata alla fase precontenziosa che era invece utile ai fine dell’esame da parte del Consiglio comunale”. Il debito fuori bilancio è stato approvato con 15 voti a favore (13 M5S e 2 ABC-Alcamo Cambierà). Gli astenuti sono stati 5 (Dara, Norfo, Calandrino, Messana, Allegro). L’immediata esecutività è stata votata, invece, da 16 consiglieri comunali (13 M5S e 2 ABC-Alcamo Cambierà e 1 Noi per Alcamo). Si sono astenuti: Norfo, Calandrino, Allegro e Messana. All’unanimità è stato deliberato, invece, il debito fuori bilancio di 200 euro di spese legali derivante da un contenzioso sfociato nell’annullamento dell’iscrizione a ruolo della Tares del 2013 ( poco più di 4 mila euro) di un cittadino. Come ha spiegato la presidente della seconda commissione consiliare, Noemi Scibilia, annunciando un incontro con l’ufficio compente per capire la posizione di quest’ultimo in merito alla luce della nota del MEF, “La risposta all’interrogazione parlamentare (del M5S n.d.r.) chiarisce sicuramente quelle che sono le criticità che ancora oggi vengono poste sia dal giudice di primo grado che in appello per quanto riguarda la situazione dei rifiuti speciali. Sicuramente, io insieme alla mia commissione, ai vari consiglieri che vorranno contribuire, vogliamo apprestarci a modificare il Regolamento IUC per quanto concerne questa parte in particolar modo, affinché già nell’anno di competenza 2019, se vi è una necessità di modificare, non si vada a creare ulteriore contenzioso e si eviti di arrivare sempre in ritardo nella modifica e nell’approvazione del regolamento”.

Linda Ferrara

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