Intercultura, viaggio oltre i confini. La storia della 16enne marsalese Chiara Bertolino in Tunisia

redazione

Intercultura, viaggio oltre i confini. La storia della 16enne marsalese Chiara Bertolino in Tunisia

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giovedì 14 Novembre 2019 - 07:30

Più volte abbiamo scritto di Intercultura. Ma mai abbiamo raccontato cos’è, Intercultura. E lo facciamo attraverso la storia di una giovane studentessa di 16 anni, Chiara Bertolino, del Liceo Scientifico “P. Ruggeri” di Marsala, che sta trascorrendo un anno all’estero, in un Paese molto vicino alla nostra terra ma con alcune forti sfumature culturali diverse dalle nostre.

“Sono Chiara Bertolino, ho 16 anni sono una studentessa del Liceo Scientifico “P.Ruggeri” e sto trascorrendo il mio anno al estero in Tunisia con l’associazione Intercultura. In tutta sincerità non vi saprei dire cosa mi abbia spinta a fare questa esperienza o che idee mi passassero nel momento in cui mi iscrissi; l’unica vera sensazione era l’incertezza e l’insicurezza di una cosa che mi sembrava troppo grande per me e che quasi mi faceva quasi paura. Ma c’era una parte di me che prevalse e che mi diede la spinta necessaria ad iscrivermi. Era iniziato il mio percorso: ho affrontato e superato i test scritti e i colloqui orali. Nonostante vedessi le email che mi comunicavano che li avevo passati io continuavo ad essere incredula e poco sicura di avercela finalmente fatta. Ma in realtà io quella volta per la prima volta ce l’ho fatta, ho creduto in me stessa, ho creduto nel mio futuro e ho creduto in qualcosa che potesse farmi del bene. Nonostante i miei 16 anni io ho finalmente creduto di poter vincere quella borsa di studio. Intanto i giorni passavano, l’attesa aumentava, giorno dopo giorno volevo sapere il risultato. 26 febbraio 2019. Indimenticabile. Papà mi chiama dicendomi: “Sei in un paese che mi piace”. A me in quel momento non importava che paese fosse. A me importava solo di aver vinto non solo una borsa di studio, ma una vera e propria sfida con me stessa. La curiosità di conoscere la meta non è mancata. Tunisia. Ho iniziato a versare mille lacrime di gioia miste ad aspettative e a paura. Ho iniziato a farmi domande di tutti i generi: Posso essere così forte per poter affrontare questo? Posso distaccarmi da tutto ciò? Posso non uscire più con le persone che voglio un sacco bene? Che lingua parlerò appena arrivo? Domande, dubbi, curiosità, incertezze a cui non riuscivo a dare una risposta.
I giorni prima della partenza sono stati molto particolari: ero consapevole di dover lasciare la famiglia, i miei amici e di non rivederli per un anno intero, ma ero anche consapevole di ritrovarli lì al mio ritorno. 22 agosto. Partenza. La mia vita cambia. Mi siedo in aereo e inizio a leggere tutti i messaggi delle persone che mi vogliono bene, augurandomi un buon viaggio. I lacrimoni scorrevano ininterrottamente. Ad un certo punto un signore, aveva circa 50 anni si alza dal suo posto e si siede accanto a me. Mi dice “spero solo che tu non stia piangendo per amore perché non ha senso farlo”. Non riuscivo neanche a rispondergli, quindi ho accennato un semplice “No”. Lui mi abbraccia e mi dice “Io non so il motivo preciso perché tu stia piangendo, ma nonostante questo io so che sei forte”. Non sapevo chi fosse quel signore, non sapevo neanche il suo nome, ma mi disse una cosa che avevo sentito tante volte, ma a cui non avevo mai veramente creduto. Durante gli ultimi 20 minuti di viaggio ho raccontare tutto a quel signore tutto quello che stavo facendo e lui mi ascoltava sorridendo. Ho lasciato quel signore  con un abbraccio e con una frase che porterò sempre con me “Buona fortuna. Sei bellissima, ma soprattutto sei una ragazza fortissima, tanto forte. Spero di rivederti un giorno e potrai raccontarmi tutto quello che ti è successo”.
Fine del viaggio. Scendo dall’aereo, inizio ad avere mal di pancia e non riuscivo neanche a mangiare. Fortunatamente ero con i miei compagni di viaggio, ragazzi che stavano affrontando la mia stessa esperienza. Ci siamo fatti forza a vicenda e continuavamo a ripetere quanto potessimo essere forti e coraggiosi ad uscire dalla nostra confort zone per catapultarci in un Paese di cui non sapevamo assolutamente nulla. Eravamo la differenza. Ed è così bello essere diversi da tutta la massa. Appena arrivati in Tunisia iniziano due giorni di formazione in preparazione alla nostra esperienza. Durante la formazione i volontari di Intercultura ci hanno introdotto alla cultura araba e agli usi e ai costumi. Nei giorni di formazione fai tante amicizie con gli altri Exchange che diventano parte importante in questo anno per te.  25 agosto. Incontro la mia host family, la famiglia che mi ospiterà per un anno, la famiglia che mi ha accolta come se fossi parte di loro. È così bello che delle persone che non ti conoscono e che non conoscono le tue abitudini, che sanno a malapena il tuo nome si prendano cura di te. I giorni passano ed sono bellissimi. Il tempo vola, vola veramente veloce. Sono qua da più di due mesi ed io mi sento una nuova persona. So che potrebbe sembrare strano che una cosa del genere possa cambiare tanto una persona, ma lo fa. Credetemi. Ti fa capire che, nonostante le difficoltà, la vita è una ed è bellissima. Non bisogna abbattersi solo perché qualcosa sembra così tanto grande da non poterla affrontare. La vita è una sola e dobbiamo sfruttarla per viverla al meglio. Ed io stando qua ho capito che questo è il mio meglio. Ho capito quanto può essere importante la lingua, quanto è bello poter imparare tante lingue, Arabo, Francese, Inglese. Ho capito che il colore di pelle delle persone o il paese di provenienza non sono importanti. C’è una grande parola dietro a tutto ciò: AMICIZIA. Volersi bene e aiutarsi a vicenda. Il mio augurio è che tutti voi possiate sentirvi parte di un’unica grande famiglia. Intercultura per me è famiglia e amicizia. Ed è diventata la mia famiglia. Intercultura crede che proprio nelle differenza sta la bellezza dell’umanità. Intercultura mi ha insegnato che superando i miei limiti personali, le mie incertezze e le mie paure posso superare qualsiasi barriera, confine o muro e non avere paura del diverso, anzi, apprezzarlo e trarne ricchezza.  حظا موفقا للجميع (Buona fortuna a tutti)”
Chiara Bertolino

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