Circolo Lega Marsala, prima Campanella poi Armato: “Provvedimento che riteniamo nullo”

redazione

Circolo Lega Marsala, prima Campanella poi Armato: “Provvedimento che riteniamo nullo”

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venerdì 15 Marzo 2019 - 11:26

Un’altra nota arriva, questa volta a firma dello stesso Vito Armato e con tanto di simbolo del partito della Lega di Matteo Salvini. “Ieri come sapete sono stato raggiunto da un provvedimento disciplinare, non conforme allo statuto della LEGA che ritengo pertanto nullo. Mi trovo ancora una volta dal mese di agosto 2018 ad essere costretto ad un comunicato stampa, che smentisce: azioni nefaste compiute anche da alcuni militanti che curano gli interessi personali piuttosto che quelli del territorio, e per ringraziare tutte le persone leghiste, e non che in queste ore mi hanno tempestato di telefonate e messaggi di solidarietà anche da altre Provincie – approfitto per scusarmi se non sono riuscito a rispondere a tutti. Vi confermo che le attività del nostro Circolo continueranno serenamente fino a che gli organi competenti a cui questa mattina mi sono rivolto (facendo regolare ricorso scritto) non esprimeranno il loro parere per competenza. Queste azioni intimidatorie ci rafforzano, il nostro circolo è più unito che mai”.

“Da un paio di settimane a Marsala si stanno avvicendando una serie di notizie in merito alla sospensione del Presidente del Circolo di Marsala del Movimento Politico Lega per Salvini Premier, Vito Armato e successivamente allo scioglimento dello stesso. Rimango basito sulle modalità con cui gli organi del movimento e le articolazioni territoriali regionali vigilano sul comportamento politico dei soci e sui provvedimenti disciplinari applicabili nel caso in cui questi non rispettino lo statuto”.

A dichiararlo, il vice Presidente del Circolo di Marsala, Gianni Campanella, che interviene sull’espulsione di Vito Armato dal partito, per volontà dei vertici regionali che hanno anche sciolto il Circolo Lega di riferimento.Supponendo veritiere le affermazioni riportate nel provvedimento, e qui ci sarebbe già da dimostrare il comportamento politico non appropriato a socio sostenitore e il non rispetto dello statuto, quanto riportato nel provvedimento di sospensione nei confronti di Vito Armato ovvero per aver preso autonomamente iniziative (è vero, siamo stati l’unico movimento politico della città “attivo” durante il quinquennio che separa un elezione dall’altra con apertura di gazebo ed assemblee aperte a tutte le articolazioni territoriali, regionali, soci e cittadinanza e durante il quale il resto della politica va in letargo risvegliandosi al quarto anno per la ricerca di un posto in lista) ed aver partecipato a riunioni politiche in vista delle prossime amministrative, Mi chiedo come mai i provvedimenti disciplinari nei confronti del socio non siano stati applicati secondo i termini e fasi previsti dallo statuto. Infatti, il provvedimento di sospensione pubblicato; se così può ritenersi vista la mancanza di un protocollo, di una data, di una carta intestata e per finire la firma di colui che l’ha prodotto; fa riferimento ad una prima ammonizione verbale, successiva sospensione e niente popò di meno che lo scioglimento del consiglio direttivo del circolo, piuttosto che un richiamo scritto, eventuale successivo declassamento a socio sostenitore e solo per ultimo la sospensione per un periodo di 10 mesi con eventuale decadenza dalle cariche ricoperte (come previsto dallo statuto)”, dice ancora nella nota Campanella.
Poi l’esponente si chiede: “Per quali tra queste seguenti cause il socio Vito Armato è stato espulso dal movimento: indegnità o ripetuti comportamenti gravemente lesivi della dignità di altri soci, o ancora gravi ragioni che hanno ostacolato o pregiudicato l’attività della Lega per Salvini Premier o della articolazione territoriale regionale o ne hanno compromesso l’immagine politica. Mi chiedo, se le modalità di vigilanza e di applicazione dei provvedimenti disciplinari e sanzionatori sono stati vagliati ed accolti dal Comitato Disciplinare, nella qualità di organo giudicante. E ancora, quali siano state le drastiche valutazioni che dalla sospensione del socio Vito Armato hanno portato immediatamente allo scioglimento del Consiglio Direttivo del Circolo, senza considerare minimamente e concedere l’opportunità di continuare il buon lavoro ad  oggi svolto da tutto il consiglio direttivo. D’altronde Calcio docet, come avviene in una partita, durante la quale l’allenatore viene espulso mai è stata penalizzata una squadra ma rimane a guidare una squadra l’allenatore in seconda. Sempre lo statuto prevede che la revoca del segretario di una delegazione territoriale, o lo scioglimento del Consiglio direttivo di una delegazione territoriale sono deliberati dal competente organo di livello superiore, previo contradditorio con la parte. Mi chiedo se effettivamente tale principio (del contraddittorio) è stato applicato. E’ vero, ogni organo collegiale può richiedere un provvedimento disciplinare a carico di un socio iscritto al territorio di competenza, ma sono state relazionate per iscritto le motivazioni e i fatti utili al giudizio? Mi chiedo, l’organo richiedente ha inviato copia della richiesta di provvedimento sanzionatorio e delle suddette motivazioni tramite lettera raccomandata A.R. al socio interessato? Mi chiedo, il Comitato disciplinare e di garanzia ha proceduto all’accertamento dei fatti e all’audizione del socio deferito o comminare un provvedimento differente rispetto a quello richiesto, ancor prima di rendere pubblico il provvedimento, a mezzo gli organi di stampa? Mi chiedo, cosa e chi c’è dietro queste ridicole manovre che altro non fanno che indebolire il movimento, se trattasi di piccolezze o qualcosa di più complesso, di attaccamenti alle poltrone o giochi di potere e soprattutto mi chiedo se il segretario del Movimento, il Sen. Matteo Salvini sia a conoscenza di quanto sta accadendo su gran parte del territorio siciliano, oggetto di pericolose “infiltrazioni” ed infondate “estromissioni”. Poiché reputo ingiusto e privo di alcuna spiegazione quanto accaduto in questi giorni, di concerto con il nostro consiglio direttivo, eserciteremo appieno il nostro diritto alla difesa, se necessario dinanzi anche al Consiglio Federale”. 

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