La Commissione Antimafia a Trapani. Preoccupazione per le nuove commistioni tra Cosa Nostra e massoneria

Vincenzo Figlioli

La Commissione Antimafia a Trapani. Preoccupazione per le nuove commistioni tra Cosa Nostra e massoneria

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mercoledì 20 Luglio 2016 - 17:13

16.40: Il presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi (Pd) apre i lavori della conferenza stampa della Commissione Antimafia a Trapani. “Abbiamo voluto far coincidere la nostra presenza qui con l’anniversario della Strage di Via D’Amelio, tenuto conto che Borsellino è stato anche alla guida della Procura di Marsala. Abbiamo sentito il prefetto, i procuratori di Trapani e Marsala, il sindaco e il vicecapogruppo del Pd di Castelvetrano. Questa commissione ritiene che bisogna far luce su quella Strage e in quest’ottica abbiamo ascoltato anche Lucia Borsellino. E’ stata una missione importante per capire il mutamento della mafia, capire come è cambiata in questi anni. La mafia che combattevano Falcone e Borsellino è stata sconfitta. Ma non possiamo dire che la mafia non ci sia più in questo paese. Continua infatti a incidere nella vita economica italiana. Dobbiamo capire di quali strumenti dobbiamo dotarci, comprendere cosa deve fare il movimento antimafia. Abbiamo dedicato un approfondimento in questa provincia ai rapporti tra mafia e massoneria. La commistione tra mafia e massoneria, come ha detto il procuratore Scarpinato, potrebbe aver dato vita a una nuova e più pericolosa organizzazione, che si basa sulla compiacenza e la connivenza con quei poteri con cui le mafie entrano in relazione. Intendiamo parlare con la massoneria ufficiale di questo paese, per capire se sono al corrente delle logge segrete. Se le conoscono, sono corresponsabili. Altrimenti dovranno stare dalla parte di chi le combatte. Per quanto riguarda la Calcestruzzi Ericina, sappiamo che c’è un progetto che intende mettere in rete le aziende confiscate. Sono passati due anni, è tempo che l’Agenzia per i Beni Confiscati che si dia da fare. Comune di Castelvetrano: interessante spaccato nei rapporti tra mafie e amministrazioni locali, che sono le più esposte. Gli interessi più consolidati delle mafie vanno in quella direzione. La vicenda di Castelvetrano è molto inquietante. Ci saremmo aspettati una presa di distanze del sindaco dal consigliere Giambalvo che all’inizio non c’è stata. Il sindaco è rimasto in carica, con tre assessori affiliati alla massoneria. C’è una percentuale di massoni eccessiva a Castelvetrano, tra le logge note e quelle che magari sono rimaste segrete. Forze dell’ordine ci sono e non mancano di contrastare le mafie e la criminalità per assicurare legalità, sviluppo e futuro a questa bella provincia. Quella bellezza non può che essere il volto dei tanti siciliani perbene che hanno la forza e la voglia di reagire al condizionamento mafioso. Anche questa volta, quindi, partiamo con la consapevolezza del problema ma anche con la determinazione a combattere la presenza mafiosa in questo paese”.

17.00: Il vicepresidente della Commissione Claudio Fava (Sinistra Italiana): “Usciamo con auspici, ma anche con preoccupazione. Il metodo visto a Trapani con Iside 2 è assolutamente attuale. Un potere parallelo, con garanzia di immunità. Molti funzionari e dirigenti che erano negli elenchi di Iside 2 sono rimasti al loro posto, hanno fatto carriera. L’attualità di questo sistema ci spaventa”. Su Castelvetrano: “Se fossimo in Baviera, non ci porremmo problemi. Essendo la città di Messina Denaro, con una concentrazione patologica di logge massoniche. Scegliere consapevolmente tre assessori massoni da parte del sindaco, ci pare una scelta azzardata. Come quella di chiedere una consulenza gratuita all’avvocato della famiglia Messina Denaro. A Trapani poi, alla procura, ci sono pedinamenti, intromissioni. La procura è sotto tiro e questo ci preoccupa e ci rimanda a un passato non molto lontano”.

Mario Michele Giarrusso (M5S): “Questa missione è sembrata un ritorno al passato. Impossibile che ci siano magistrati che si sentano ancora spiati, sotto tiro. Le vicende di Castelvetrano fanno capire da dove aleggia la cappa che opprime questa provincia. Non sappiamo poi cos’altro debba fare un’amministrazione comunale per essere sciolta. Vorremmo allontanare il sospetto che la concatenazione favorevole di eventi per la permanenza del sindaco in carica possa essere dovuta al fatto che il Ministro degli Interni e il sindaco di Castelvetrano appartengano allo stesso partito”.

Salvatore Torrisi (Ap-Ncd-Udc): “Escluderei intromissioni del Ministro degli Interni sulla vicenda di Castelvetrano. Alfano aveva detto in un’intervista che o si dimetteva Giambalvo o doveva dimettersi il sindaco”. Su Errante: “Ritengo abbia assunto iniziative forti in contrasto alla criminalità organizzata, adottando atti amministrativi significativi in questa direzione, in un territorio molto complesso”.

Davide Mattiello (Pd): “Siamo di fronte a un combinato disposto tra massomafia e protezione altolocate. Il fronte più caldo è quello dei beni confiscati. E’ prioritaria per noi una riforma del codice antimafia”.

Angelo Attaguile (Lna): “Cattiva amministrazione provoca perdita dei finanziamenti europei. E non ce lo possiamo permettere”.

Francesco D’Uva (M5S): “A Castelvetrano non credo che il sindaco abbia adottato atti amministrativi contro la mafia. Noi, come M5S, siamo contro le logge segrete. Oggi non riusciamo a sapere chi ne fa parte e questo ci porta a esprimere grande preoccupazione. Lieti poi che la presidente abbia dato disponibilità per un’attività di indagine sulla stagione delle Stragi”.

Salvatore Torrisi: “Il sindaco Errante ci ha detto di essersi impegnato contro il racket, per la trasparenza negli appalti e per un processo di crescita culturale della comunità. Ci ha detto anche che non ha intenzione di ricandidarsi e che fino alla scadenza del mandato intende andare avanti nell’interesse della collettività”.

Sui rifiuti. Bindi: “Non ci siamo soffermati a lungo su questo tema, anche se ci è stato fatto presente da tutti. C’è una commissione rifiuti che ha fatto una relazione che riteniamo ben fatta e da cui emerge come la situazione sia effettivamente dovuta anche alla presenza di Cosa Nostra in questo territorio”. Sulle indagini a Marsala dopo l’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi e la scoperta di piantagioni di canapa la cui coltivazione verosimilmente mira a soddisfare mercati ben più ampi rispetto a quelli del territorio: “Abbiamo acquisito informazioni e materiali anche su questo. Difficile che possa avvenire qualcosa del genere senza le ingerenze dei soliti signori”

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