La fame della cultura

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La fame della cultura

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martedì 18 Giugno 2019 - 07:30

Noi pensiamo che con la cultura si mangia, anzi ne siamo convintissimi e lo scriviamo non per giustificare quello che affermeremo appresso, ma perché ci crediamo proprio. Un libro c’è chi lo scrive, chi lo stampa, chi lo compra presumibilmente per leggerlo, chi lo distribuisce e chi lo vende. E’ una filiera culturale che si conclude e si collima con quella economica. Giusto, e voi magari qualche sera, non sempre si capisce, invece del Grande Fratello spegnete la TV e vi leggetevi un gran bel libro “acquistando” conoscenza.

Ma la cultura non è soltanto quella dei libri: è quella del teatro dove prima di entrare acquistate il biglietto, quella del cinema dove passate ovviamente alla cassa, e via così pagando la cultura che usufruite. C’è anche la cultura delle tradizioni tramandata per esempio dagli artigiani o quella dei contadini. Quest’ultimi, mentre arano un campo trasmettono una serie di informazioni e naturalmente si cercano anche di fare reddito… Pensavano a tutto questo quando più volte ci siamo recati a Palermo che è stata capitale della cultura italiana per l’anno 2018. E’ forse superfluo citarvi i monumenti, forse per l’occasione tirati a lucido dall’amministrazione, che ci hanno entusiasmato e in taluni casi emozionato ( vedi la chiesa della Martorana…). Cultura con la C maiuscola dove si ammirano le vestigia del passato e si dà da mangiare al panellaro che si trova di fronte e che sfama ai turisti (Ci verrebbe da scrivere lo vedete che con la cultura si mangia?). Ma le pubbliche amministrazioni hanno anche il dovere, oltre che vantarsi di avere innalzato il livello culturale come ha fatto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando in questi mesi trascorsi (e noi siamo d’accordo con lui), di occuparsi d’altro. Ma che diciamo, anche l’altro è cultura. E’ cultura asfaltare le strade bene che in periferia quelle del capoluogo lasciamo molto a desiderare.

E’ cultura ospitare degnamente i propri cari nei cimiteri e non lasciare (vedi quello del Rotoli) accumulati in stanzoni in attesa di una sepoltura degna, chi era vivo poco prima di passare all’altro mondo. E’ cultura (e qui verrebbe da dire “Palermo-Sicilia”) raccogliere la spazzatura che i palermitani (questi sì incivili) abbandonano per terra e più si accumulano, soprattutto in periferia, più fanno puzza. Non è cultura è inciviltà dei cittadini, ma non è neppure praticata molto dall’amministrazione del capoluogo la cultura della pulizia.

[ gaspare de blasi ]

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