La Mediocrazia

redazione

Marsala

La Mediocrazia

Condividi su:

martedì 27 Novembre 2018 - 07:30

“I mediocri hanno preso il potere”. La frase scritta dal filosofo canadese Alain Deneault nel suo libro “La médiocratie”, calza a pennello. Principalmente per quanto accade negli ultimi decenni in Italia. Una vera e propria presa del potere da parte dei mediocri e l’instaurazione globale di un regime che Deneault definisce “Mediocrazia”, in ogni ambito della vita umana. Dalla politica all’economia, dal sistema dell’educazione alla vita sociale, la mediocrazia dipende da numerosi aspetti. Oggi si sta toccando punte inimmaginabili e, almeno per quanto mi riguarda, mai avrei potuto pensare che questo Paese arrivasse a raschiare il fondo dopo i Governi Berlusconi e opposizioni fallimentari. E invece si prosegue, da una parte e dall’altra, senza esclusione di colpi. I politici mi ricordano i tempi della scuola materna o elementare, quando per ripicca un compagnetto diceva all’altro in maniera canzonatoria: “Io ho lo zaino di Spiderman e tu no!” oppure “Io c’ho la maglietta dei Puffi e tu no!” e ad libitum. Bene, oggi i nostri governanti usano più o meno lo stesso metodo ma con più eco mediatica. Ed ecco che Salvini sale sulla ruspa per abbattere simbolicamente le ville dei Casamonica, con Zingaretti, presidente della Regione Lazio, che gli urla: “Spegni il motore va”, come a dire “è inutile che fai tanto lo spaccone” e un “simpatico” siparietto che corona il momento.

Come quell’altro imperdibile istante a “Porta a Porta” con la grillina Castelli e l’ex Ministro Padoan a parlare di spread e a chi la spara più grossa, con lei che dice a lui: “Padoan ha studiato e quindi?”… e anche qui ci stava un sonoro “pappappero” finale. A dirla tutta, l’ex Ministro di Renzi e Gentiloni, economista e accademico di lungo corso nonchè direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale per l’Italia, non è che ci abbia salvato dallo spread, dai mutui e dai tassi di interesse, nemmeno dalle speculazioni in borsa. Infine è degno di nota il commento – più un avvertimento – dell’ex sottosegretaria di Stato Maria Elena Boschi alla notizia di eventuali lavoratori in nero nell’azienda del padre del vice premier Di Maio: “Spero che non viva quello che ha vissuto la mia famiglia”. E lei del lavoro del padre se ne intende.

Qui mi sembra che a scendere in campo siano “Lavoro Nero” vs “Falso in prospetto e ricorso abusivo al credito”. Solo che nel caso del leader del Movimento 5 Stelle si tratta di una testimonianza resa alla trasmissione “Le Iene” e tutta da verificare giudizialmente; nel secondo caso si tratta di indagini e di un processo in cui, a settembre, il pm ha chiesto l’archiviazione. Due cose abbastanza diverse, mi pare. Ma oggi non si fa più nessuna distinzione. Invece dobbiamo imparare a differenziare correttamente per rispettare l’ambiente. Altrimenti tutto finirà dentro una grande discarica di mediocrità. Per l’appunto.

Condividi su: