La Procura di Marsala indaga su Mogavero. I legali: “Dal Vescovo nessuna appropriazione indebita”

redazione

La Procura di Marsala indaga su Mogavero. I legali: “Dal Vescovo nessuna appropriazione indebita”

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venerdì 18 Dicembre 2015 - 16:00

16.00: L’ufficio stampa del Vescovo di Mazara Domenico Mogavero ha inviato agli organi di stampa una nuova nota, a firma degli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca a proposito delle indagini sulla Diocesi di Mazara, condotte dalla Procura della Repubblica di Marsala.

«Può capitare che per fare emergere tutta la verità e fare pulizia, si debba assumere, anche se temporaneamente, per esigenze di copione processuale, la veste di indagato» spiegano gli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca, difensori del Vescovo monsignor Domenico Mogavero, indagato dalla Procura di Marsala per appropriazione indebita di denaro. «Una sofferenza, questa, che vale la pena sopportare pur di rendere un efficace e proficuo servizio alla verità e alla giustizia. L’indagine è stata determinata da una precisa volontà del Vescovo di denunciare, al primo sospetto, la irregolarità gestionale del servizio economato della Diocesi. Monsignor Mogavero – continuano i due – ha provato di aver gestito con trasparenza le libere offerte dei fedeli istituendo un conto corrente per la tracciabilità della gestione delle attività caritatevoli in contanti o mediante titoli, contrariamente a quanto avveniva precedentemente al suo incarico». Altresì spiegano in merito alle accuse mosse al Vescovo: «In particolare, in relazione alla vicenda meno chiara relativa a un bonifico di 100 mila euro, del quale il Vescovo contabilmente sarebbe stato il  beneficiario, è stato provato, accertato e documentato tramite il codice Iban che il suddetto bonifico risulta addebitato sul conto diocesano acceso presso la Banca Prossima e accreditato regolarmente a Ernesto La Magna (artista che ha realizzato le opere sacre nella nuova chiesa madre di Pantelleria, ndr) sul conto corrente dallo stesso aperto presso la Banca Monte Paschi di Siena – e non su quello del Vescovo come dice l’accusa – quale acconto per le spettanze dovute per le opere realizzate per la chiesa di Pantelleria. Si è trattato di un mero errore di redazione della scrittura contabile effettuata da altri». I due avvocati concludono: «È risultato provato, accertato e documentato da una relazione dettagliatissima che mai il Vescovo si sia appropriato o abbia sottratto, a qualsiasi titolo, alcuna somma di denaro o di altre utilità».


Un’indagine per appropriazione indebita è stata avviata dalla Procura della Repubblica di Marsala nei confronti del Vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero. Secondo gli inquirenti, avrebbe sottratto 180 mila euro dai conti della Curia, facendoli transitare sul proprio conto corrente attraverso bonifici e assegni. Nella vicenda risulta coinvolto anche l’ex economo della Diocesi, don Franco Caruso, il cui incarico era comunque stato revocato dallo stesso Mogavero nel momento in cui il Vescovo verificò che sotto la sua gestione si era creato un buco nel bilancio della Curia di circa 5 milioni di euro. Caruso, accusato di appropriazione indebita e malversazione,  avrebbe sottratto 120 mila euro della Diocesi. Proprio alla luce del suo ruolo di economo, Caruso avrebbe avuto la possibilità di controllare i flussi di denaro dei conti della Diocesi in cui confluivano anche le somme erogate dalla Cei. Secondo gli inquirenti avrebbe utilizzato una parte di questi soldi non per interventi caritatevoli, ma per altre finalità. Secondo la Procura di Marsala, una percentuale delle somme in questione sarebbe andata anche a don Vito Caradonna, il sacerdote marsalese già condannato per tentata violenza sessuale su un uomo e attualmente imputato in un altro procedimento per circonvenzione di incapace.

«I fatti sui quali monsignor Domenico Mogavero, quale Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, è stato chiamato a rispondere sono risalenti agli anni 2010 – 2011 e attengono ad anomalie nella gestione dell’economato della Curia rilevate e denunciate alla Procura dallo stesso Vescovo lo scorso anno» spiega l’avvocato Stefano Pellegrino, legale del Vescovo. «Invero al primo sospetto di irregolarità gestionale del servizio economato della Diocesi, il Vescovo provvide ad incaricare due consulenti fiduciari per verificare la corretta applicazione della normativa canonistica e concordataria nella gestione della Diocesi, nonché accertare  la regolarità della redazione dei rendiconti e dei finanziamenti della Cei». Prosegue il legale: «Poiché dalle citate relazioni si evidenziarono condotte che avrebbero potuto integrare estremi di reato, il Vescovo ritenne opportuno trasmettere alla Procura della Repubblica la consulenza dei dottori Roberto Ciaccio e Gianfranco Sciamone, manifestando la propria volontà querelatoria e chiedendo, al contempo, di essere sentito dal Procuratore della Repubblica. Di conseguenza,  sollevò dall’incarico i responsabili dell’Ufficio Economato, collaborando fattivamente con gli organi di polizia giudiziaria al fine di accertare responsabilità gestionali». L’avvocato Pellegrino aggiunge: «Pertanto, all’esito delle attività di indagine e delle informazioni fornite agli investigatori e alla Procura dallo stesso Vescovo e dai propri consulenti, monsignor Mogavero è stato avvisato e interrogato per un fatto di garanzia  a tutela della propria posizione». L’avvocato Pellegrino conclude: «Nel corso dell’interrogatorio il Vescovo, oltre a chiarire definitivamente ogni circostanza attinente la propria posizione, ha depositato la relazione tecnica a firma dei consulenti Ciaccio e Scimone, corredata da copiosa documentazione, comprovante la totale ed assoluta estraneità a qualsiasi fatto astrattamente addebitabile allo stesso Vescovo».

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