L’Anpi di Marsala vuole una sede: “Stanchi di aspettare”

Vincenzo Figlioli

L’Anpi di Marsala vuole una sede: “Stanchi di aspettare”

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sabato 16 Marzo 2019 - 07:15

La nuova vita dell’Anpi di Marsala è stata caratterizzata da un encomiabile lavoro di ricerca storica. Sotto la guida di Pino Nilo, a partire del 2012, la sezione lilybetana dell’associazione nazionale partigiani si è infatti distinta per la dedizione con cui ha raccolto notizie e informazioni sulle storie dei marsalesi che hanno partecipato alla Guerra di Liberazione dal nazifascismo. Furono circa 130 i partigiani lilybetani (21 i caduti) a fronte di una partecipazione dei siciliani alla Resistenza che si stima in oltre 5000 unità. “Il lavoro che stiamo facendo ci è valsa l’attenzione dell’Anpi nazionale”, sottolinea Pino Nilo, che poi fa notare come le ultime ricostruzioni stiano consentendo di parlare di “partecipazione del Sud alla Resistenza”, superando quel vecchio e per certi versi limitativo concetto di “contributo”, che per anni aveva colpevolmente sminuito il ruolo avuto da tanti italiani del meridione nella Guerra di Liberazione. “Di fatto – aggiunge Giuliana Zerilli – con il lavoro portato avanti in questi anni, l’Anpi di Marsala è diventato una sorta di centro di ricerca, pur non riconosciuto ufficialmente. Riteniamo sia dunque arrivato il momento di rendere quest’attività e le storie dei suoi protagonisti, patrimonio dell’intera città. E’ un pezzo di storia d’Italia che si fonda su sacrificio e impegno e che ha visto tanti giovani siciliani, trapanesi e marsalesi combattere per i valori fondanti della nostra Repubblica”.

Da qui, dunque, l’esigenza ormai inderogabile di una sede, che l’Anpi di Marsala chiede fin dalla sua ricostituzione, con l’obiettivo di accogliere visitatori interessati a prendere visione delle ricerche di questi anni. Un lavoro che peraltro si è ulteriormente esteso negli ultimi tempi, in seguito alla decisione di allargare il campo di ricerca anche ai deportati presso i lager nazisti, gli internati militari italiani e i caduti della divisione Acqui, che si opposero ai tedeschi a Cefalonia e Corfù. La sede, dunque, come sottolinea anche l’ex consigliere comunale Gaspare Galfano “diventerebbe un luogo in cui i ragazzi delle nostre scuole conoscerebbero testimonianze riguardanti fatti che hanno avuto come protagonisti i loro concittadini del secolo scorso, magari con l’ausilio di supporti informatici”. La qualità del materiale raccolto comprende una consistente sezione fotografica, arricchita anche grazie alla collaborazione di molti sindaci italiani, che hanno mostrato grande disponibilità, consentendo di scrivere pagine della storia siciliana che nessuno conosceva: “Il sindaco di Udine – ricorda Pino Nilo – nel mandarmi alcuni documenti, riguardanti nostri partigiani morti nelle loro zone, mi ha detto: fra le prime cose, per me, esiste l’antifascismo, che significa dire da dove vieni, chi sei e dove vuoi andare”.

Di fronte a tutto ciò, si potrebbe pensare a un allestimento museale per realizzare a Marsala il primo museo siciliano della Resistenza. Ma l’Anpi locale, per il momento, si accontenterebbe di molto meno: “Abbiamo chiesto un piccolo locale sotto Palazzo 7 Aprile – aggiunge Nilo -. Non è una scelta casuale, in quanto quasi tutte le sedi dell’Anpi sul territorio nazionale si trovano all’interno dei Palazzi di Città, che rappresentano il momento più alto nella vita democratica di una comunità”. In tempi segnati da una tendenza all’oblìo e alla risorgenza di movimenti che rivendicano una certa continuità con il nazifascismo, Nilo ricorda che il ruolo avuto dall’Anpi nella tenuta democratica del Paese e nella difesa dei valori costituzionali. Ed allora, nel ricordo di quei combattenti, il presidente della sezione locale dell’Anpi, pur riconoscendo l’interesse mostrato dall’assessore Clara Ruggieri (“confidiamo possa aiutarci a raggiungere quest’obiettivo”) non ha remore a evidenziare la propria stanchezza di fronte a un iter che si sta trascinando da troppo tempo. Così, in vista del 74° anniversario della Liberazione preannuncia un’azione eclatante: “O mi danno la sede o questo 25 aprile l’Anpi non parteciperà alle celebrazioni con l’amministrazione comunale. Siamo gli eredi e i successori dei combattenti per la libertà. Di questo nessuno può non tenerne conto”.

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