Lavori allo Scientifico, l’appello dello studente marsalese Sergio La Vela al Ministro Bussetti: “Intervenga, ci sentiamo istituzionalmente orfani”

redazione

Lavori allo Scientifico, l’appello dello studente marsalese Sergio La Vela al Ministro Bussetti: “Intervenga, ci sentiamo istituzionalmente orfani”

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venerdì 30 Novembre 2018 - 05:41

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inoltrata alla nostra redazione dallo studente Sergio La Vela, che frequenta il quinto anno del Liceo Scientifico “Pietro Ruggieri” di Marsala. Tanti i temi posti all’attenzione del Ministro dell’Istruzione Bussetti, tra cui la vicenda dei lavori che interesseranno l’istituto nei prossimi mesi, che comporteranno il rischio di doppi turni per gran parte della popolazione scolastica del Liceo.

Caro signor Ministro… è da tanto che pensavo di scrivere a qualcuno; e chi meglio di Lei, signor Bussetti (che in Italia amministra istruzione, università e ricerca), può rispondere alle mie domande?

Mi presento: sono Sergio Ignazio La Vela, ho 18 anni e sono rappresentante d’Istituto ma, soprattutto, studente del Liceo Scientifico P. Ruggieri di Marsala.

Caro signor Ministro, ho voluto sottolineare il mio status sociale perché, ad oggi, mi sento tutto fuorché studente di una scuola italiana (del resto, come tanti altri miei coetanei).

Caro signor Ministro, questa lettera non vuole essere una lamentela, né una contestazione all’operato suo o del suo partito; per questo motivo, tengo a precisare la natura imparziale ed apartitica del messaggio.

Vivo, anzi, viviamo (noi studenti) in una duplice realtà all’insegna della coerenza: che vuole apparire progressista, quasi dissacrante, quando in realtà nasconde radici sedimentate in un cieco tradizionalismo.

Siamo costretti, caro signor Ministro, ad assistere a conferenze sulla legalità, a sentirci dire che siamo il futuro e che dobbiamo soltanto volerlo e crederci.

A questo punto la domanda è: voi (adulti) credete davvero in questo cambiamento?

Sinceramente, caro signor Ministro, la mia sommaria esperienza (limitata a soli diciotto anni di vita) mi porta a dubitarne fortemente.

Non si spiegherebbe, altrimenti, il perché di tante piccole cose.

Caro signor Ministro, sento frequentemente (soprattutto, e casualmente, nei periodi vicini alle campagne elettorali) quanto, ormai, un intervento dal punto di vista finanziario in campo sanitario e scolastico sia diventato una necessità impellente.

Eppure, facendo parte del CdI del mio Liceo, posso affermare che, ogni anno, i soldi che giungono alle Scuole sono sempre meno (mi auguro non accada lo stesso anche negli Ospedali).

L’obbligo formativo prevede che bisogna, obbligatoriamente, andare a Scuola dai 6 ai 16 anni d’età per poter ottenere l’istruzione minima obbligatoria; eppure, caro signor Ministro, molte famiglie di studenti a me vicini pagano i libri di testo dalla prima media, il che (spero lo sappia, così come i suoi predecessori) entra in contrasto con l’art. 34 della Costituzione Italiana che recita: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.”

E non è tutto, caro signor Ministro.

Le famiglie, infatti, (le stesse che pagano umilmente e regolarmente le tasse, e che contribuiscono anticostituzionalmente al raggiungimento dell’istruzione basilare dei propri figli, che dovrebbe essere garantita dallo Stato Italiano) sono costrette a pagare annualmente persino delle tasse scolastiche, denominate “contributi volontari”, per aiutare le Scuole a svolgere linearmente le proprie mansioni.

Caro signor Ministro, a parte queste anomalie nell’amministrazione scolastica italiana (che non si fermano qua, ce ne sono tante altre, come per esempio il rebus sull’ASL), volevo denunciare una complicazione singolare che, in questo periodo, sta tormentando la mia Scuola.

Soprattutto nell’ultimo periodo sta emergendo che il Liceo Scientifico P. Ruggieri di Marsala è istituzionalmente orfano: gli Organi a cui spetta l’amministrazione dell’Istituto, infatti, stanno palesando un grave atteggiamento di apatia e disinteresse, non solo verso una questione a cui loro legalmente devono provvedere, ma soprattutto nei confronti delle vite private degli studenti (piene di attività extracurricolari, assolutamente indispensabili per la crescita culturale e la consolidazione dei propri hobby) e delle loro corrispettive famiglie.

Lo Scientifico di Marsala, caro signor Ministro, dovrà affrontare dei lavori (dalla durata di 300 giorni) per continuare a garantire quel minimo di sicurezza che sinora l’ha contraddistinto.

Questi lavori coinvolgeranno i 2/3 (due terzi) dell’edificio, che attualmente ospita 950 studenti.

La soluzione sembra scontata ma, come ci ha insegnato Leonardo Sciascia, in Sicilia quando una cosa è troppo semplice diventa complicata; ed a causa di questa legge non scritta, attualmente, a noi studenti tocca sentire che gli Organi amministrativi di competenza non dispongono di alcun edificio che possa ospitare la comunità scolastica, né tantomeno (per problemi finanziari) possono rivolgersi ad enti privati per poter affittarne qualcuno.

Caro signor Ministro, non si sa chi sia il colpevole di questo scempio; se dipende da una cattiva politica di bilancio effettuata ai vertici, oppure da una scorretta gestione fondi degli Organi locali.

La Comunità studentesca è stanca di sentirsi abbandonata a se stessa, di dover risolvere problemi ai quali non dovrebbe pensare affatto (molti dei quali non dovrebbero, tra l’altro, esistere).

Pertanto, caro signor Ministro, a nome della mia Scuola, di tutti quegli studenti d’Italia che, come me, non si sentono tutelati e di tutti quegli italiani che all’appello dei Doveri gridano “presente”, (mentre quello dei Diritti non viene mai chiamato) chiedo, al più presto, un suo intervento.

Sergio La Vela

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