L’Italia multietnica

Claudia Marchetti

L’Italia multietnica

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giovedì 03 Dicembre 2015 - 06:29

Giorni di polemiche che rimbalzano per una scuola il cui Consiglio ha deciso di cancellare le feste di Natale e di rimuovere il crocifisso nelle aule. E’ accaduto nell’Istituto Garofani di Rozzano, dove la decisione del preside ha trascinato con sé malcontenti e proteste che alimentano la visibilità di Salvini & C. che, naturalmente, fanno leva su queste “scottanti” tematiche. Temi che, al pari dell’aborto o dell’eutanasia, non trovano mai una univoca risoluzione. Ciò perché talvolta Stato e Chiesa si presentano come soggetti contrapposti, talvolta perchè l’uno cerca di guadagnarsi i favori dell’altro in parte per via dei più noti Patti Lateranensi. Polemica vuota a mio avviso, perchè il problema potrebbe non porsi. Tutti vedono sempre il bianco o il nero e mai le sfumature che si frappongono. O non vogliono vederle. Viviamo in un’era multietnica, in Italia vivono ormai generazioni di comunità maghrebine, est-europee, cinesi, centro-africane, indiane, aprire le frontiere culturali nei confronti dello “straniero”, dell’”altro”, sarebbe superare i comportamenti razzisti che si palesano o serpeggiano. Perchè rinunciare al Natale nelle scuole? Non è necessario fare a meno di una festa “magica” per i bambini che potrebbero, ad esempio, regalare dei doni ai loro compagni di diversa religione, con la complicità delle insegnanti. I doni d’altronde, non si rifiutano mai! Si potrebbe anche celebrare la “Piccola Festa” dell’interruzione del digiuno per i musulmani, una festa in cui gli alunni offrono recipienti di acqua fresca ai nonni e doni in segno di rispetto, coinvolgendo tutti i compagni; oppure si potrebbe celebrare il capodanno degli alberi, una festività ebraica; ad ottobre le scuole potrebbero aprire le porte alle famiglie per commemorare il dio indù Kalì e il Dasara con danze e scambi di regali. Questo dovrebbe essere il vero significato delle religioni, dell’unione dei popoli, un modo per conoscere una cultura diversa nel rispetto del prossimo. C’è un altro aspetto da considerare e che si lega a questi concetti: in diverse scuole, soprattutto del nord, le mense “personalizzano” i menù perchè ci sono bambini che potrebbero essere intolleranti al lattosio o al glutine, ma ci sono anche coloro che non mangiano il maiale perchè la propria religione non lo prevede. Addirittura sono vietate le feste di compleanno in aula, perchè non tutti possono mangiare lo stesso cibo. Bene, forse è il caso di rivedere l’intero sistema dalle basi. Anche nella nostra Città.

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