Sono tanti i marsalesi che in questi giorni hanno raggiunto contrada Sant’Onofrio, per rendere omaggio alla memoria di Nicoletta Indelicato. Un luogo in cui non si passa per caso: eppure il nome di questa contrada, noto per lo più ai residenti, è adesso diventato un pezzo di storia condivisa. Il brutale omicidio della giovane lilybetana ha infatti scosso l’intera comunità e in tanti hanno sentito l’esigenza di recarsi sul luogo in cui è stato ritrovato il corpo senza vita della ragazza, per dedicarle un pensiero o una preghiera. Qualche ora dopo la notizia dell’omicidio è comparsa la prima rosa, ai bordi della carreggiata. Nei giorni successivi tanti concittadini di Nicoletta hanno deposto mazzi di fiori, immagini sacre, bigliettini.
“Grazie per essere stata la sorella che non ho avuto. Ti voglio bene, Cucci”, ha scritto un’amica che verosimilmente ha condiviso tanti momenti di complicità con Nicoletta. Tanti altri, magari, non avevano mai conosciuto Nicoletta e la sua famiglia, ma hanno voluto ugualmente guardare con i propri occhi i filari del vigneto in cui era stato trascinato e poi dato alle fiamme il corpo senza vita della ragazza. Proprio nel punto esatto in cui era stata portata Nicoletta, c’è una lunga distesa di fiori, di vario genere, dal fascio comprato dal fioraio alle semplici margherite di campo appena raccolte.
Si soffermano a parlare tra loro, questi composti passanti, senza probabilmente essersi mai visti. Condividono riflessioni, indignazione e persino qualche lacrima. O, semplicemente, restano in silenzio a riflette o pregare.
