Maurizio Oddo: “rilancio dell’Università, turismo sostenibile, reddito di cittadinanza e recupero delle periferie, nel mio progetto per Erice”

Audrey Vitale

Maurizio Oddo: “rilancio dell’Università, turismo sostenibile, reddito di cittadinanza e recupero delle periferie, nel mio progetto per Erice”

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martedì 06 Giugno 2017 - 12:23

Maurizio Oddo, architetto e professore associato all’Università degli Studi di Enna Kore, è il candidato a Sindaco di Erice per il Movimento 5 Stelle. Lo abbiamo incontrato per approfondire progetti e idee in vista delle imminenti elezioni comunali, in programma il prossimo 11 giugno.

Maurizio Oddo, perché ha deciso di candidarsi a Sindaco di Erice con il Movimento 5 Stelle?
Perché la considero l’unica soluzione alternativa possibile al disastro creato, durante il passare del tempo, dai partiti tradizionali e alle lobby che vi girano attorno.

Perché un ericino dovrebbe votare lei e non uno dei suoi avversari?
Per la competenza che posso mettere a disposizione del territorio e non per scelta politica; senza dimenticare che, oggi, la politica vera è stata assorbita da un sistema balordo, lontano anni luce dal concetto vero di Polis e dalle problematiche che lo sustanziano. Inoltre, anche io Ericino come loro, sono un docente universitario, architetto, in grado di prefigurare le scelte migliori da offrire alla propria città. In particolare, poi, se faccio riferimento ai candidati avversari, presenti da decenni all’interno della amministrazione comunale, appare ovvio come i disastri che hanno perpetrato, non possano essere risolti da loro stessi, politici di professione che – fatto gravissimo e senza possibilità di redenzione – hanno portato i Cittadini a disinteressarsi della propria città e del proprio territorio. A ben vedere, sono loro a essere diventati in vero problema che necessita di soluzione immediata. Come si fa a votare ancora questa gente, attenta a raccogliere vecchi santini piuttosto che a rispondere alle richieste dei Cittadini.

Il programma – che riguarda sia Trapani che Erice – punta molto sull’idea di “Paesaggio Unico”, può spiegarci meglio questo concetto? Quali le differenze con il progetto di Grande Città?

L’idea di “PaesaggioUnico” è caratterizzata da una voluta ambivalenza costruttiva: Unico, nel senso di continuo, indivisibile; Unico, anche, come irripetibile, straordinario. A tale ambivalenza, va aggiunto il Paesaggio come indicato dalla Convenzione Europea del Paesaggio che, oggi, non è possibile trascurare. Erice – stupenda sintesi di cultura, storia e paesaggio – domina la falce, descritta nel mare dalla città di Trapani, e l’ampia vallata sottostante con le sue saline. Erice e Trapani dunque, non possono leggersi come territori estranei l’uno all’altro, nell’incontro degli elementi urbani con quelli ambientali. Come nell’arte del puzzle, magistralmente descritta da George Perec, un Paesaggio Unico, quindi, non divisibile, da un punto di vista di unità paesaggistiche e dei sistemi di relazione, segnati dagli effetti dell’azione antropica sulla montagna e sui territori a valle. Un paesaggio che deve sottostare ai legami tra popolazione e luoghi, come processo evolutivo e di salvaguardia del territorio, partendo anche dalla tutela del “Paesaggio” sancita dalla Costituzione italiana. Siamo immersi un un PaesaggioUnico che non è una nostra invenzione. Greci, Romani, viaggiatori del Grand Tour descrivono e sottolineano il carattere di questi luoghi e di questo territorio. Impossibile pensare Trapani senza Erice; parimenti impossibile, pensare Erice senza Trapani. Trapani posizionata su una lingua di terra, bagnata da due mari, alle falde di Erice che inconfutabilmente ne segna lo skyline: L’Erice azzurro – scrive Gabriele D’Annunzio – solo tra il mare e il cielo divinamente apparito, la vetta annunziatrice della Sicilia bella. Attenzione, però, PaesaggioUnico non è la grande città; non è il risultato di una mera modificazione dei perimetri amministrativi. Il Paesaggio Unico rimane composto da due città che, per natura, per posizione e per orografia, dovranno necessariamente lavorare insieme pur nella loro irripetibile singolarità. Infine, è arrivato il momento che Erice non venga più considerata merce di scambio o il risultato di assurdità e di scelleratezze amministrative. Non possiamo più permetterci, in altre parole, considerata anche la globalizzazione, lo stato di macerie a cui è ridotta la politica nazionale. La piccola scala – la nostra – non fa eccezione. Il nostro rimane un progetto partecipato nel paesaggio unico e continuo delle due città.

Quali potrebbero essere le prime cose da realizzare/cambiare nei primi mesi di governo della città?
Senza trascurare l’ordinarietà, su cui c’è veramente molto da fare – dalla illuminazione pubblica, alla pulizia delle strade – il mio progetto – termine che preferisco all’abusato programma elettorale – contiene molte azioni straordinarie ma sempre nel rispetto assoluto dei cittadini e della democrazia partecipata; quest’ultima, infatti, coerentemente con le regole del Movimento, costituisce la base fondativa. Almeno quattro, i punti principali: nella convinzione che, oggi, l’Università costituisca uno dei volani principali per lo sviluppo del territorio, fare nuovamente parte del Consorzio Universitario, superando la scellerata decisione della amministrazione uscente di recedere dalla qualità di socio dal 2013; incrementare le azioni destinate allo sviluppo del Turismo sostenibile, strettamente legato alle risorse che Erice offre, dalla montagna al mare, attraverso uno dei più straordinari palinsesti medievali del mondo; reddito di cittadinanza per i Cittadini meno abbienti; il recupero delle periferie, anche attraverso il sistema del verde destinato a favorire la loro valorizzazione e quella delle frazioni.

Lei è stato candidato a consigliere comunale, nel 2012, nelle file del Pd. Cosa risponde a chi la accusa di essere “incoerente”?

Esistono risposte pregnanti e esistono risposte evasive ma preferisco essere chiaro. Pur non essendo mai stato tesserato all’interno di un partito politico, l’esperienza da “riempi lista”, del 2012, mi ha consentito di comprendere e verificare le incoerenze di scelte discutibili che hanno condotto all’attuale disastro del Paese. La mia scelta, quindi, è una scelta di coerenza. Nel Movimento, infatti, abbiamo il dovere di fare quello che diciamo e io lo sto facendo, già a partire dal programma in progress che stiamo promuovendo. Strano, oggi, che sulla base del pettegolezzo – lo conferma il sistema che i partiti tradizionali testimoniano – si fondino, o si possano fondare, giudizi politici. Mi consenta, per concludere, una domanda che presuppone una ovvia risposta: sono stato accusato di incoerenza ma che dire di un candidato uscente, appartenente alle file del PD che, a Trapani appoggia il candidato appartenente alla destra, pur essendo presente il candidato di sinistra?

Cosa ne pensa di quanto sta accadendo a Trapani?

Non mi meraviglio e, allo stesso tempo evito il ruolo del finto perbenista che rimane senza parole leggendo i giornali o guardando la televisione. Nell’attesa di conoscere i fatti veri, e non quelli gridati al vento, anche per la vena garantista a cui sono legato, penso possa trattarsi della atavica coesistenza tra il sistema politico marcescente, di vecchio stampo, e il sistema di interessi di lobby oscure che detengono in potere e che bloccano, da decenni, lo sviluppo vero del territorio.

Nel programma si parla anche di tagli ai costi della politica e di democrazia diretta, cosa avete previsto in tal senso?

La Democrazia diretta, coerentemente con il Movimento, rimane alla base del Progetto politico da me proposto. Il bilancio partecipato è una delle naturali conseguenze a tali indicazioni che va a aggiungersi ai tagli della politica: riduzione delle indennità spettanti ai componenti della amministrazione e del consiglio comunale; senza trascurare che, attualmente, più del 60% delle risorse del comune vengono utilizzate per il suo funzionamento: è alla loro riduzione a cui noi puntiamo.

Dopo le vicende giudiziarie emerse in queste ultime settimane c’è chi ipotizza un aumento del voto di “protesta”, pensate di avere maggiori chances?

Il Movimento 5 Stelle non intercetta voti di protesta, soprattutto se legati a logiche stantie delle vecchie logiche partitiche. Al contrario, il nostro contributo è giustamente considerato quale unica alternativa vera e soluzione all’attuale panorama politico. Sono sicuro che la gente è esausta e voterà il Movimento per votare se stessa.

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