Legge sul fine vita, i medici trapanesi sono contrari

Gaspare De Blasi

Legge sul fine vita, i medici trapanesi sono contrari

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lunedì 30 Settembre 2019 - 12:43

La legge sul fine vita, oppure sul suicidio assistito o sulla dolce morte… si è arricchita di una ulteriore passaggio. La scorsa settimana la Consulta non ha dichiarato “incostituzionale” il reato di agevolazione al suicidio, auspicando di contro l’approvazione di una legge del Parlamento per regolamentare la materia. Si è subito aperto un dibattito, farcito di commenti e di prese di posizione che oltre a “denunciare” la mancanza di una legge che faccia chiarezza (e infatti ci si è dovuti rivolgere alla Consulta), ha creato divisioni più di natura etica che pratica. Se appare scontata la presa di posizione contro il fine vita della chiesa cattolica, un poco meno quella di tante associazioni e movimenti per la vita.

Tutte posizioni legittime che a nostro avviso forse sarebbe il caso che si rivolgessero al Parlamento per avere finalmente una legge. Tra gli “addetti ai lavori” ci sono stati interventi delle associazioni e degli ordini locali e nazionali che raggruppano i medici. Quasi tutti si sono dichiarati contrari alla legge sul fine vita. Ne abbiamo parlato con il presidente dell’ordine provinciale dei medici trapanesi: “Noi siamo contrari e sposiamo in pieno la posizione del nostro ordine nazionale – ci ha detto il medico marsalese Rino Ferrari -. Non si tratta di una presa di posizione legata a motivi religiosi. I medici giurano (il famoso giuramento di Ippocrate. n.d.r.) di assistere con tutto il loro impegno e perizia i malati. E’ questo che noi siamo tenuti a fare. “Staccare la spina”, interrompere le cure, ci fa venire meno al giuramento e al regolamento che disciplina il nostro ordine impegnato a salvare vite umane fino a quando sono in essere”.

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