“No” alla guerra, striscioni a Birgi. Il Coordinamento tutela del territorio: “La Sicilia non è avamposto militare”. Pronta marcia su Palermo

Claudia Marchetti

“No” alla guerra, striscioni a Birgi. Il Coordinamento tutela del territorio: “La Sicilia non è avamposto militare”. Pronta marcia su Palermo

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venerdì 26 Febbraio 2016 - 11:43

Le notizie degli ultimi giorni che danno Sigonella come base difensiva da cui partiranno i droni verso il Nord Africa, ha tirato in ballo anche lo scalo militare di Birgi. Questa, come avevamo scritto, al momento servirà come base di ricognizione, salvo attendere buone nuove dal Governo italiano. Pronta è stata la risposta del Coordinamento provinciale trapanese in difesa del territorio che ieri mattina ha dimostrato, con un gesto simbolico, il loro forte “no” ai venti di guerra che investono il nostro territorio con striscioni nel centro storico di Marsala e nell’area limitrofa dell’aeroporto. “Del Mediterraneo siamo la perla e non la portaerei militare #crocettaacasa #nowar #stopmilitarizzazione”.

striscione 2 (1)

“Un’azione al fine di veicolare il forte dissenso alla scelta della casta politica di usare la Sicilia come zona di guerra deturpandone la natura originaria e mettendo a serio rischio i suoi abitanti. Non vogliamo prestare il fianco al Governo Crocetta che supinamente accetta le scelte imposte dal Governo nazionale a discapito dei cittadini siciliani”, fanno sapere duramente dal Coordinamento che così continuano: “La totale subalternità ad interessi esterni sta conducendo alla sempre più spiccata caratterizzazione della Sicilia come avamposto di guerra per gli interessi imperialistici stranieri: Sigonella, Niscemi, Birgi sono stati consegnati ai giochi guerrafondai di Usa e Nato che addirittura realizzano nella nostra regione, come nel caso di Birgi, le loro esercitazioni con danno per la salute e le economie locali. Una costante del Governo siciliano è essere subalterno ai ricatti politico-economici per avallare gli interessi delle super potenze mondiali, così come nei casi delle trivellazioni nel Canale di Sicilia che vede il Presidente Crocetta prima  acconsentire in cambio della promessa, da parte di Eni, di non smantellare la raffineria di Gela e poi decidere di costringere l’intero Pd regionale a votare contro la proposta referendaria per l’abrogazione delle norme dello Sblocca Italia in tema di concessioni petrolifere pur essendo la Sicilia la regione maggiormente coinvolta dal provvedimento”. Il Coordinamento a difesa del territorio invita tutti i cittadini della Provincia, ad una presa di coscienza collettiva e ad una partecipazione attiva. Il 30 marzo infatti, a Palermo ci sarà una marcia popolare contro il Governo della Regione Sicilia, indetta dai movimenti attivi. Il Coordinamento trapanese ha organizzato un pullman per portare nel capoluogo siciliano più dissensi possibile, anche in vista del referendum del 17 aprile sulle trivelle, a cui già Greenpeace ha fatto sapere di votare “si” all’abrogazione delle attività di coltivazione di idrocarburi nei mari siciliani.

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