Omicidio Mirarchi: interrogato Nicolò Girgenti

redazione

Omicidio Mirarchi: interrogato Nicolò Girgenti

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venerdì 24 Giugno 2016 - 18:24

Due ore di colloquio in cui Nicolò Girgenti, arrestato mercoledì pomeriggio per l’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi, ha risposto alle domande del gip Annalisa Amato, alla presenza del sostituto procuratore Anna Sessa e del Maggiore Antonio Merola. “Il mio assistito – spiega l’avvocato Vincenzo Forti – non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha fornito risposte che appagano il senso logico e gli accertamenti oggettivi degli inquirenti”.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia è emerso un elemento di omonimia che smentirebbe l’assodata parentela, paventata nell’ordinanza di custodia cautelare, tra Girgenti e Vincenzo Salvatore Marino, a sua volta oggetto del sequestro di 1500 piantine di canapa. “Si tratta di un piccolo errore di per sé ininfluente, ma sintomatico di un modo di fare indagini volto a interpretare gli elementi in maniera funzionale agli scopi da raggiungere”, afferma ancora l’avvocato Forti. Lo stesso legale, a proposito degli esami Stub, evidenzia che sui vestiti di Girgenti sono state trovate tracce che indicano compatibilità, ma non certezza, rispetto alla presenza di tracce da sparo sui vestiti del 45enne marsalese. “Ma si tratta di particelle che possono essere trovate sugli indumenti di chiunque lavori nei vivai, facendo uso di fertilizzanti chimici e organici”. Infine, sul ritrovamento di un mozzicone di sigaretta in cui sono state rinvenute tracce di Dna compatibili con quelle di Girgenti, Forti spiega che il suo assistito ha dichiarato che il mozzicone risalirebbe al periodo in cui lo stesso gestiva la serra, fino alle fine dello scorso marzo.

Sulla posizione dell’uomo, accusato dell’omicidio di Mirarchi, continuano comunque a pesare altri elementi, tra cui il racconto dato inizialmente agli inquirenti, in cui Girgenti riferiva che la sera del 31 maggio si trovava a casa e che alle 22, orario in cui si è consumato il delitto, si era già addormentato. Una versione che, come ha sottolineato in conferenza stampa il procuratore Vincenzo Pantaleo, sarebbe stata “platealmente smentita dall’attività investigativa condotta”.

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