Organico, emergenza senza fine a Marsala. Disagi nelle periferie

Vincenzo Figlioli

Organico, emergenza senza fine a Marsala. Disagi nelle periferie

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venerdì 06 Dicembre 2019 - 06:30

Anche dicembre si conferma un mese complicato per la raccolta dell’organico in Sicilia. Non fa eccezione neanche Marsala. La chiusura di numerosi impianti privati in gran parte dell’isola continua infatti a creare non pochi problemi ai centri più grandi e nemmeno la riapertura della Sicilfert ha portato generati grandi novità, tenuto conto che l’impianto di contrada Maimone è stato autorizzato ad accogliere appena 200 tonnellate e Marsala, da sola, ne produce già 180 a settimana. “Per tamponare la situazione – spiega il vicesindaco Agostino Licari – si è deciso di limitare i turni di raccolta dell’organico nelle periferie nord e sud, dove Energetikambiente svuota i mastelli una volta a settimana”. Tendenzialmente rispettati invece i turni al centro e presso le isole ecologiche, dove il servizio è in questa fase ritenuto prioritario per il mantenimento del decoro urbano. Le festività natalizie, com’è noto, sono però dietro l’angolo e, verosimilmente, già dai prossimi giorni la produzione di organico è destinata ad aumentare. Di conseguenza, l’amministrazione Di Girolamo ha trovato un accordo che consentirà l’invio di altri due automezzi fuori dalla Sicilia, precisamente in Calabria, che si aggiungeranno ai tre già previsti con destinazione Campania. Il tutto, costerà alle casse comunali 230 € più Iva a tonnellata. “Si tratta di una soluzione abbastanza onerosa – ammette Licari – che dovrebbe però consentire una normalizzazione del servizio”. Ancora una volta, di ritorno da una riunione a Palermo, il vicesindaco di Marsala torna a sottolineare le responsabilità della Regione nella gestione dell’emergenza organico: “Di fatto, si producono in tutta la Sicilia 600.000 tonnellate di organico e c’è posto per conferirne solo la metà. La Regione avrebbe dovuto pensare a una centrale unica di committenza. Invece ha lasciato i Comuni da soli a trattare con i privati o con improvvisati intermediari che approfittando dell’emergenza impongono prezzi non immaginabili fino a qualche anno fa”.

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