Pitbull detenuti in recinti abusivi a Sappusi, blitz di Guardia Costiera e Municipale di Marsala

redazione

Pitbull detenuti in recinti abusivi a Sappusi, blitz di Guardia Costiera e Municipale di Marsala

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martedì 10 Settembre 2019 - 13:18

Operazione congiunta dei marinai della Guardia Costiera di Marsala coordinati dal tenente di vascello, Carla Picardi, e degli agenti della Polizia Municipale diretti dalla comandante Michela Cupini, finalizzata al contrasto della arbitraria occupazione del demanio marittimo.

Nella zona di Sappusi, marinai e vigili urbani, con l’ausilio di personale del verde pubblico e del canile municipale, hanno provveduto a smantellare cinque recinti abusivi che insistevano nella zona antistante il mare.

Le suddette recinzioni servivano ad ospitare altrettanti cani di razza pitbull, quattro dei quali regolarmente iscritti all’anagrafe canina e provvisti di micro chip. I quattro zampe, regolarmente detenuti, dopo la distruzione dei recinti sono stati affidati ai legittimi proprietari per cui è scattata la denuncia alla competente autorità giudiziaria per arbitraria occupazione del demanio marittimo (art. 1136 del codice della navigazione). Per loro anche una sanzione pecuniaria.

L’altro pitbull sprovvisto di micro chip è stato invece ricoverato presso il canile municipale.

Nello specifico gli operai del Comune di Marsala hanno rimosso pali e rete metallica nonché piccoli box in legno che sono stati posti sotto sequestro.

L’operazione congiunta ha consentito il ripristino di una situazione di piena legalità, in seguito alle segnalazione (anche a mezzo social) di alcuni cittadini. Non è escluso che i cani detenuti nei citati recinti fossero utilizzati per combattimenti clandestini, fenomeno che ha fatto registrare una preoccupante escalation in varie zone d’Italia e che prevede prima il rapimento dei pitbull dai loro legittimi proprietari e successivamente la loro detenzione illegale, nel corso della quale vengono anche addestrati per la lotta e financo dopati per risultare più aggressivi. Si tratta di un business attorno a cui, secondo una recente inchiesta, girano circa 3 miliardi di euro in tutta Europa, con il coinvolgimento anche delle organizzazioni mafiose.

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