Processo Perricone, l’udienza è slittata a gennaio 2020

redazione

Processo Perricone, l’udienza è slittata a gennaio 2020

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giovedì 05 Dicembre 2019 - 19:52

Il rinvio è stato stabilito dal tribunale di Trapani per l’assenza di una componente del collegio dei giudici

Ieri mattina, nell’aula del Palazzo di giustizia di Trapani intitolata al magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto, il collegio dei giudici, presieduto dal dottore Enzo Agate, ha rinviato all’anno nuovo l’udienza del processo a carico dell’ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, e di altri tre soggetti, Maria Lucia Perricone, Marianna Cottone ed Emanuele Asta, accusati di vari reati tra cui: associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, truffa ai danni dello Stato e della UE, corruzione.

Il procedimento giudiziario a carico dello storico esponente del PSI alcamese, Pasquale Perricone per l’appunto, è scaturito dall’inchiesta “Affari Sporchi” condotta dalla magistratura trapanese nel maggio del 2016, nello specifico dalla dottoressa Rossana Penna e dal dottore Marco Verzera, tradottasi con l’arresto dell’ex vicesindaco e assessore all’Urbanistica di Alcamo e di altri soggetti. Nello specifico, le attività di indagine, secondo quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, il dottore Emanuele Cersosimo, sostenevano che Perricone, almeno dal 2007, avrebbe posto in essere un piano criminoso allo scopo di realizzare reati societari, fiscali e contro il patrimonio dell’amministrazione pubblica, per mezzo di una serie di società create appositamente ed operando nel settore degli appalti pubblici e della formazione professionale, conseguendo dei finanziamenti non dovuti perché legati a corsi di formazione fittizi. Tra queste società figurano: Work in Progress, Ambiente e servizi, Promosud, Dafne consulting, Cooperatori per costruire, Coimp Consorzio Stabile, Nettuno e Cea. Sotto la lente degli investigatori sono finite queste due ultime società coinvolte nel sequestro, effettuato nel 2010 dalla guardia di finanza di Trapani e di Alcamo, del cantiere dei lavori di consolidamento del porto di Castellammare del Golfo. Per i pubblici ministeri, la creazione delle società fittizie summenzionate sarebbe stata necessaria in quanto, a seguito delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia nei confronti di Perricone sui suoi rapporti con esponenti della consorteria mafiosa di Alcamo, l’ex vicesindaco avrebbe cercato di occultarne il legame per non rendere i capitali delle cooperative, e i profitti dei reati perpetrati attraverso le stesse, aggredibili da parte dell’autorità giudiziaria, temendo inoltre che potessero essere emesse delle misure di prevenzione patrimoniali nei suoi confronti.

Il processo, iniziato nell’ottobre di tre anni fa, si avvia alla conclusione. Ieri, in particolare, avrebbero dovuto essere sentiti dei consulenti, ultimi testi citati dai legali degli imputati. In mancanza, però, di una delle due componenti del collegio dei giudici, la dottoressa Roberta Nodari, impegnata in una lectio magistralis, è stata decisa la posticipazione. Dunque, l’udienza è stata fissata per l’8 gennaio del 2020.

Linda Ferrara

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