Processo Perricone, sentiti gli allievi del corso “Il lavoro di fabbro in ferro”

redazione

Processo Perricone, sentiti gli allievi del corso “Il lavoro di fabbro in ferro”

Condividi su:

giovedì 28 Febbraio 2019 - 18:57

Nel corso dell’udienza di ieri mattina, svoltasi presso il tribunale di Trapani, i testi della difesa hanno spiegato le modalità di accesso e la struttura del corso di apprendistato professionalizzante organizzato dalla Promosud s.r.l, finanziato con fondi della UE.

Davanti al dottore Enzo Agate, presidente del collegio dei giudici di cui fanno parte la dottoressa Roberta Nodari e la dottoressa Chiara Badalucco, si è tenuta ieri mattina l’udienza del processo a carico dell’ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone. Insieme a lui sono imputati Maria Lucia Perricone, cugina del politico alcamese, Marianna Cottone, legale rappresentante della Promosud s.r.l, ed Emanuele Asta, funzionario del centro dell’impego di Alcamo.

Ieri, doveva cominciare l’esame degli ultimi due soggetti citati da parte del pubblico ministero, la dottoressa Rossana Penna. La difesa dell’esponente storico del Psi ha chiesto, invece, di sentire altri testimoni della propria lista. E, dunque, si è proceduto all’interrogatorio di nove ex allievi del corso “Il lavoro di fabbro in ferro”, svoltosi nei locali della sede di Promosud, società organizzatrice, in via Goldoni n° 6, finita al centro dell’inchiesta “Affari Sporchi” della magistratura trapanese, conclusasi nel 2016 con la misura cautelare per i quattro soggetti succitati. Tra i reati contestati dalla procura di Trapani, relativamente al corso suddetto, vi sono la truffa allo Stato e il falso in atto pubblico. Il corso è stato progettato nel 2011 e si è concluso nel luglio del 2012. L’esame dei testimoni è iniziato con le domande dell’avvocato Gaspare Benenati, uno dei legali dell’ex vicesindaco. Il difensore ha chiesto a tutti i nove testimoni, i signori Vincenzo Fumuso, Antonino Barone, Domenico Di Gaetano, Sergio Asta, Delia Ferrara, Vincenzo Stellino, Ivan Caronna, Pierpaolo Caldararo e Vincenza Balì, alcune informazioni sulla didattica e sulla pratica previste dal corso summenzionato. Quasi tutti gli ex allievi hanno raccontato di aver appreso del progetto tramite manifesti presenti all’epoca ad Alcamo (una teste ha dichiarato di avere avuto conoscenza tramite l’ufficio di collocamento della città); di aver effettuato un test di accesso per la partecipazione allo stesso (che non tutti hanno superato); di aver effettuato oltre alle lezioni in aula, nella sede di via Goldoni, anche dei tirocini presso alcune aziende, tra cui quello presso la ditta Vallone e Bonventre; di aver ricevuto delle dispense e altro materiale didattico per seguire le lezioni in aula; infine, di avere ottenuto il compenso dovuto. Tutti coloro che sono stati sentiti e partecipato al corso hanno dichiarato di non aver mai ricevuto richiesta di restituzione delle somme percepite. Invece, dal controesame del pubblico ministero, è emerso che nessuno ha continuato la professione appresa nell’ambito del corso “Il lavoro del fabbro in ferro”. Nessuno, a parte un teste che ha menzionato l’insegnante della parte pratica del corso, il signor Francesco Maltese, ha saputo indicare almeno un nome di uno dei docenti del corso, così come le materie apprese durante le lezioni in aula. Un testimone, Domenico Di Gaetano, ha indicato nell’aula Giangiacomo Ciaccio Montalto del tribunale, Pasquale Perricone come organizzatore del corso e Marianna Cottone come sua assistente, ma non ha saputo spiegare perché ha identificato tali ruoli all’interno della società. Non è stata ammessa dal presidente Agate, su richiesta della difesa, una domanda rivolta dal pubblico ministero al teste Vincenzo Stellino, figlio di Paolo Stellino della Penta Costruzioni. Nello specifico, il quesito del pm verteva sui rapporti tra tale azienda e la Cea s.r.l., società riconducibile, secondo l’accusa, a Pasquale Perricone. L’ex vicesindaco, per la Procura di Trapani, sarebbe l’artefice di una galassia di società, tra cui la succitata Promosud s.r.l., amministrata fittiziamente dalla Cottone e finita sotto la lente degli investigatori.

Nel corso dell’udienza di ieri mattina è stata anche annunciata la nomina di un altro legale, l’avvocato Valerio Spicarelli del foro di Roma, da parte del politico alcamese, chiamato a coadiuvare la difesa di quest’ultimo, per l’appunto. Il 10 aprile è la data fissata nel calendario per la prossima udienza del processo. Il dottore Enzo Agate ha autorizzato gli avvocati difensori a citare un minimo di altri 20 testimoni.

Linda Ferrara

Condividi su: