Processo Perricone, sentiti i testi della difesa sul corso “Il lavoro di fabbro in ferro”

redazione

Processo Perricone, sentiti i testi della difesa sul corso “Il lavoro di fabbro in ferro”

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giovedì 11 Aprile 2019 - 19:00

Durante l’udienza, svoltasi ieri mattina presso il tribunale di Trapani, sono stati interrogati alcuni docenti e artigiani del corso di formazione organizzato nel 2011 dalla società Promosud e finanziato dal FSE. Sono stati chiamati a deporre anche i tre componenti della commissione che si è occupata della selezione dei candidati, la stessa costituita per un corso realizzato dall’Espet, un ente il cui presidente era l’ex vicesindaco di Alcamo, anche questo finito sotto la lente della magistratura.

Presso il tribunale di Trapani, davanti al presidente del collegio dei giudici, il dottore Enzo Agate, con a latere le dottoresse Roberta Nodari e Chiara Badalucco, si è tenuta ieri mattina l’udienza del processo a carico di Pasquale Perricone, l’ex vicesindaco di Alcamo, e di altri tre soggetti: Maria Lucia Perricone, Marianna Cottone ed Emanuele Asta.

In questa fase del procedimento giudiziario, l’attenzione è volta a quella parte dell’inchiesta della magistratura trapanese del 2016, denominata “Affari sporchi”, che ha ad oggetto la formazione professionale e il reato di truffa in danno del Fondo Sociale Europeo e della Regione Sicilia. Nello specifico, secondo la Procura di Trapani, rappresentata dalla dottoressa Rossana Penna, la legale rappresentante della Promosud, Marianna Cottone, fungendo da prestanome di Pasquale Perricone, partecipava alla predisposizione della falsa documentazione necessaria per la rendicontazione finale del corso “Il lavoro di fabbro in ferro”, organizzato nel 2011 dalla summenzionata società e finanziato dal FSE attraverso un bando regionale. La Cottone, intrattenendo rapporti con funzionari dell’Assessorato alla formazione, avrebbe cercato di assicurarsi il favore da parte di questi a seguito dei rilievi ispettivi, effettuati alla società che rappresentava, dai dipendenti della Deloitte SPA, incaricata dalla Regione di accertare la regolarità contabile dei progetti autorizzati e finanziati dalla stessa.

Ieri, all’interno dell’aula Giangiacomo Ciaccio Montalto si sono avvicendati, dunque, i testimoni della difesa dello storico esponente del PSI alcamese e rappresentata dall’avvocato Giuseppe Benenati. In particolare, sono stati sentiti alcuni docenti e artigiani alcamesi del corso di formazione “Il lavoro di fabbro in ferro” organizzato dalla Promosud. L’avviso 6 del 2009 della Regione Sicilia era volto, nello specifico, a formare i giovani alle arti degli antichi mestieri. Per tale motivo, tra i soggetti coinvolti nel progetto figuravano anche alcuni artigiani locali presso i quali i partecipanti al corso dovevano svolgere le ore dedicate alla pratica, dopo aver seguito una fase teorica che si è tenuta presso i locali di via Goldoni n.6 ad Alcamo. Nello specifico, ieri mattina, sono stati senti alcuni fabbri e titolari dell’aziende dove si sono svolti i tirocini: Giuseppe Di Gaetano, Antonina Ruisi, Vito Di Giuseppe, Gabriele D’Angelo, Antonio Di Gaetano, Daniele Abitabile, Garofalo Vincenzo, Vincenzo Ferrara, Pietro Ganci. Inoltre, l’esame del difensore si è svolto nei confronti di un tutor del corso, il signor Antonino Stellino, il quale aveva come compito quello di controllare la presenza degli allievi all’interno delle botteghe artigiane.

Invece, come docenti delle lezioni sono stati sentiti i signori Francesco Maltese e Giuseppe Orlando. Il primo ha raccontato di essersi occupato, per un paio di mesi,  dell’insegnamento della materia “l’arte del ferro”, in un’aula formata da circa 15-18 studenti, e di essere stato regolarmente pagato. Il teste ha anche precisato di aver conosciuto, in quell’occasione, Pasquale Perricone, considerato dallo stesso quale punto di riferimento all’interno dei locali dove si è svolto il corso. L’altro docente ha tenuto, invece, lezioni sulla tematica della sicurezza del lavoro. Anche il signor Orlando ha affermato di avere effettuato l’attività per circa 2 mesi e per poche ore, pagate 50 euro cadauna. Nessuno dei testimoni, sin qui citati, ha dichiarato di essere stato destinatario di una richiesta di restituzione, da parte degli organizzatori del corso, di parte del corrispettivo ricevuto. Al contrario è stato riferito che, contestualmente alle lezioni del corso “Il lavoro di fabbro in ferro”, venivano espletate, negli stessi locali dell’immobile, quelle relative alla lavorazione del legno organizzate dall’Espet, un ente di formazione il cui presidente era l’ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone. Inoltre, per entrambi i corsi sono state costituite due commissioni che si sono occupate della selezione dei candidati, formate dagli stessi componenti. Nello specifico, sono state presiedute da una psicologa e psicoterapeuta, la dottoressa Sabrina Amore, e da due dipendenti regionali, Giuseppa Vaiana e Giuseppe Siino. Anche i tre componenti sono stati interrogati dall’avvocato Benenati e dal pubblico ministero. I due funzionari regionali, in particolare, hanno spiegato che il vademecum previsto dalla Regione per i bandi finanziati dal FSE è unico. Per quanto concerne, inoltre, la partecipazione dei dipendenti regionali alle commissioni che si occupano della selezione, è stato riferito che questa è permessa dopo il nulla osta del dirigente del settore competente, che viene rilasciato a seguito della richiesta protocollata dagli impiegati regionali. Nel corso del controesame, il pm ha prodotto i verbali di assemblea dell’Espet e tre esemplari della domanda del dipendente Siino, con caratteri identici a quelli presentati dalla collega, tra cui anche il protocollo dell’ente di formazione riportante la stessa data, quella del 27 gennaio 2011, dei protocolli dell’ufficio regionale. Il pubblico ministero ha dichiarato di volere sentire prossimamente la dirigente regionale che ha autorizzato i due dipendenti, la dottoressa Maria Josè Verde. Per quanto riguarda l’Espet, occorre ricordare che, sempre presso il tribunale di Trapani, è in corso un altro procedimento nel quale sono imputati Pasquale Perricone e Marianna Cottone per il reato previsto dall’art. 640 bis.

La prossima udienza relativa a tale processo è fissata al 6 maggio prossimo. Invece, il 29 maggio continuerà l’esame dei testi della difesa del procedimento Perricone più tre. Verrà ascoltato il teste Giuseppe Canzoneri, assente ieri in aula. Per costui, il tribunale ha disposto l’accompagnamento coattivo. La difesa ha rinunciato, inoltre, all’esame di altri fabbri come testi. È stata stralciata anche la lista dei testimoni comprendente alcuni politici alcamesi tra cui: l’ex senatore Antonino Papania, l’ex sindaco Sebastiano Bonventre, gli ex assessori Gianluca Abbinanti e Antonino Manno.

Linda Ferrara

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