I punti percentuali che non ci servono

redazione

Marsala

I punti percentuali che non ci servono

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giovedì 14 Marzo 2019 - 07:30

La situazione occupazione in Italia, è paragonabile ad una persona che guarisce da un’influenza ma: ha la cataratta, il colesterolo alto, i reni che non funzionano bene e problemi di circolazione. Metafora ardita a parte, l’Istat ha rilevato che nel 2018 il tasso di disoccupazione è in calo, dall’11,2% è passato al 10,6% con un miglioramento tra le fasce più giovani. Ma attenzione, addentriamoci meglio in questo flebile moto di giubilo. Innanzitutto il dato positivo è di pochissimi punti percentuali, il 2,6% e il tasso di disoccupazione al Sud è di 18,4% nel 2018, quasi tre volte quello del Nord: il Mezzogiorno non riesce a risollevare le proprie sorti e il divario con il Settentrione e il Centro è disarmante. Altro aspetto rilevante è che l’aumento di occupati cresce per il lavoro a tempo determinato; il nostro Paese si avvia verso un rinnovamento del lavoro che trova pochi strumenti volti alla sua tutela. Un lavoro sempre più tecnolotico, digitale, dove vige la mobilità ma anche tanta incertezza dal punto di vista normativo e fiscale.

Quel noto articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, sbandierato da un lato e maltrattato dall’altro, dovrebbe garantire maggiori ed anzi più estese tutele. Ma anche il lavoro autonomo oggi è cambiato e lo sa bene chi è tuttora con le mani nei capelli per capire il funzionamento della fattura elettronica; ben pochi però, soprattutto chi è dedito alle riforme in Italia, riescono a capire che oggi non tutti pagano regolarmente e nei tempi previsti. Cosa comporta la mancanza di tutele? Comporta che l’occupazione sì cresce, ma aumenta il lavoro in nero e quello sottopagato. Attualmente il 9% dei lavoratori è al di sotto degli 8 euro orari lordi mentre il 40% prende meno di 10 euro lordi l’ora. Secondo l’Istat il salario minimo dovrebbe essere fissato in 9 euro lordi l’ora perchè ciò porterebbe ad un incremento medio annuo di retribuzione di 1.073 euro. Si tratta peraltro di stime dell’Inps che sono approdate in Commissione Lavoro al Senato. Il lavoro è cambiato da diversi anni ed è ora in continua trasformazione, non è più il caso di stare a guardare i punti percentuali, è il caso invece di agire al più presto. Ma quando?

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