Governo Nuovo: che sarà del reddito di cittadinanza e della quota 100?

Gaspare De Blasi

Governo Nuovo: che sarà del reddito di cittadinanza e della quota 100?

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martedì 03 Settembre 2019 - 07:18

Per la cosiddetta “Quota 100” e per il Reddito di Cittadinanza la crisi di governo, la cui soluzione però sembra in dirittura d’arrivo, comporterà delle conseguenze? Iniziamo con il reddito di cittadinanza.

Una mattinata tra vari Caf e infine nella sede dell’Inps di Marsala. In tanti a chiedersi e a chiedere che cosa accadrà a chi che da quest’anno ha beneficiato dell’importo stabilito dal reddito di cittadinanza. Dare una risposta a questo interrogativo, ci hanno detto in un Caf non è facile: se da un lato non ci dovrebbero essere in prospettiva modifiche alla legge, dall’altro non è esclusa la possibilità di cambiamenti con la nascita di nuovi governi nel medio o lungo periodo. All’Inps naturalmente ci hanno detto che loro non fanno politica e si limitano ad applicare le leggi. Quella del reddito di cittadinanza lo è per adesso e per modificarla occorrerà un nuovo intervento legislativo.

Lo stesso vale per le pensioni: Quota 100 a rischio? Ed “Opzione Donna”? Quello che appare certo è che nei prossimi mesi, si dovranno affrontate proroghe importanti sul tema pensioni, qualsiasi sarà il governo che salirà in cattedra. Abbiamo chiesto al dottore Andrea De Stefano, commercialista e revisore dei conti una spiegazione su quanto può accadere.

“Quota 100 in teoria, dovrebbe rimanere una misura stabile – ci ha detto il professionista – Si tratta di una legge che beneficia dello status di riforma finanziata fino al 2021, il che dovrebbe quindi garantire lo scivolo di pensionamento anticipato almeno per un altro anno a coloro che già hanno, o andranno a maturare, i requisiti previsti. Il cambio di governo, viste le premesse e a meno di importanti interventi correttivi, potrebbe quindi mantenere stabile Quota 100 per il tempo finanziato”.

Fin qui il “tecnico”, ma la preoccupazione che abbiamo raccolto tra la gente “in fila” è quella relativa alla probabile nuova maggioranza di governo che potrebbe apportare dei cambi anche radicali, soprattutto visto lo scarso turnover generazionale che la manovra ha realizzato e che lascerà vacanti molti posti nella pubblica amministrazione. Nella sola provincia di Trapani, ma i dati sono ancora provvisori e parziali, a fronte di diverse centinaia di beneficiari, le pubbliche amministrazioni, comuni in primis, rischiano di vedere ridotto il loro già asfittico organico, con conseguenze nelle erogazioni dei servizi per gli utenti. “Con l’ormai certo cambio dell’esecutivo – ci dice ancora Andrea De Stefano – “Opzione Donna” è forse la misura di pensionamento anticipato più a rischio, e il cui futuro sembra, per certi versi, già segnato. La misura per continuare a lavorare ha infatti bisogno di una proroga dei finanziamenti per l’anno 2020. Opzione Donna, la misura di pensionamento anticipato, definita tecnicamente come “regime sperimentale donna”, introdotta con la Legge Maroni del 2004, rimane un nodo spinoso da sciogliere. Il provvedimento, attivato già nella scorsa legislatura e rinnovato dal governo giallo-verde per il 2019 con la manovra finanziaria dello scorso anno, sta per scadere. Per continuare a garantire alle donne che abbiano maturato i requisiti necessari lo scivolo di pensionamento anticipato, ha bisogno di essere rinnovato. La misura navigava nell’incertezza, già da prima della crisi di governo. Il vero problema al rinnovo rimane la legge di bilancio 2020: qualsiasi sarà il governo bisognerà studiare un modo per ottenere le coperture necessarie al suo rifinanziamento”.

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