Rappresentanti del popolo

Vincenzo Figlioli

Marsala

Rappresentanti del popolo

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giovedì 11 Agosto 2016 - 07:11

Dal Parlamento nazionale all’Ars, i cambi di casacca sono un malcostume politico presente da tempo. Non ci stupisce dunque che questo fenomeno si sia radicato da anni anche all’interno del Consiglio comunale di Marsala. Nelle consiliature precedenti abbiano visto ben pochi consiglieri comunali concludere il loro mandato nello stesso gruppo in cui erano stati eletti.

Sorprendono dunque fino a un certo punto i recenti spostamenti che hanno visto Vito Cimiotta e Arturo Galfano approdare al Psi, dopo essere stati eletti rispettivamente nelle liste del Pd e di Cambiamo Marsala. Qualche mese prima erano stati Oreste Alagna e Letizia Arcara a dare inizio alle danze, lasciando il gruppo socialista per costituirne uno nuovo (“Cittadini non sudditi”). Ma prima dell’adesione di Cimiotta e Galfano, il partito del deputato regionale Nino Oddo aveva fatto registrare il ritorno di Ignazio Chianetta, eletto lo scorso giugno nella lista “Oltre i colori”, alleata con la coalizione di Massimo Grillo, e adesso organico alla maggioranza di Alberto Di Girolamo.

Sappiamo bene che la politica è già stata definita da autorevoli commentatori “l’arte del possibile” e che un consigliere comunale, da un punto di vista prettamente tecnico, non ha alcun vincolo di mandato. Volendo, può cambiare gruppo consiliare anche otto volte l’anno senza incorrere in alcuna sanzione. Comprendiamo pure che possano esserci delle situazioni in cui si incrinano i rapporti e un consigliere abbia difficoltà a condividere il suo tempo e gli spazi di azione politica con altri colleghi eletti nella sua stessa lista. Tuttavia, non riusciamo a rassegnarci all’idea che di fronte a un profondo disagio interiore un consigliere comunale debba necessariamente migrare da una parte all’altra dell’aula, andando a indossare casacche ben diverse da quella con cui era stato eletto. Riteniamo infatti conclusi i tempi in cui i politici erano titolari di pacchetti di voti che li portavano a fregarsene dell’investitura dei propri elettori e di offrirsi quotidianamente al miglior offerente. Crediamo invece che i cittadini che si recano alle urne siano diventati più esigenti e meno disponibili ad accettare che il candidato per cui hanno votato passi da un gruppo all’altro perchè sedotto dal carisma politico di un deputato regionale che sta facendo campagna acquisti in vista del rinnovo dell’Ars, o dalla promessa di un incarico di sottogoverno per sé, un familiare o un amico.

Visto che le prossime competizioni elettorali in Sicilia sono dietro l’angolo, ci sentiamo dunque di sconsigliare di cambiare casacca a chi in queste ore sta ragionando su una decisione del genere. Nella vita (e a volte anche in politica) chi si sente più furbo scopre spesso di aver commesso il madornale errore di aver sottovalutato gli altri e finisce per pagare pesantemente pegno rispetto alle proprie scelte. Per cui, cari consiglieri, se proprio non riuscite più a stare nel gruppo in cui siete stati eletti, liberatevi dalle ansie che vi tolgono il sonno: dimettetevi. Ne guadagnerete in salute e, magari, alla prossima tornata elettorale potrete ritentare l’esperienza, avendo però cura di scegliere progetti e compagni di viaggio più simili a voi, senza concentrarvi troppo sul vostro tornaconto.

In fondo, non dimenticatelo mai, siete pur sempre rappresentanti del popolo, non di interessi personali o lobbistici.

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