Scrive Luciana Picciotto sui due volti della sanità all’ospedale di Marsala

redazione

Scrive Luciana Picciotto sui due volti della sanità all’ospedale di Marsala

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giovedì 07 Marzo 2019 - 19:45

Cosa diventa l’essere umano quando si trova steso su una barella di un pronto soccorso o in una corsia d’ospedale? Si trasforma in verme, in alieno, cambia fisionomia, diventa piccolo e informe. Apprezzo tantissimo il lavoro di medici e infermieri, personalmente li chiamo “angeli” molti dei quali stressati da turni massacranti e che a causa di pochi (per fortuna) colleghi demoni non riescono ad ottenere le soddisfazioni che questa meravigliosa professione dovrebbe dare. Ebbene questo pomeriggio (mercoledì, ndr) ho ricevuto la chiamata da un infermiere del reparto di cardiologia che mi comunica le dimissioni di mia madre (ricoverata da giovedì notte con pressione arteriosa a 214 e febbre a 40). Mi precipito in ospedale con mio fratello e mio marito per avere un colloquio con il medico di turno e capire come mai dimettono una signora di 85 anni con una polmonite in corso. Il dottore V.I. mi comunica che la mamma è sfebbrata e che il reparto di cardiologia non è preposto alle cure di problemi polmonari, si, proprio così e con toni sprezzanti ci liquida. Il malumore del dottore in questione è però dovuto al fatto che un collega più giovane, gentile e scrupoloso abbia fatto ricoverare una nonna (stupenda) in cardiologia pestando i calli a chi pensa di avere a che fare con un novellino. Dopo 12 ore di attesa al pronto soccorso, 5 giorni di ricovero e 3 ore di inutile attesa chiamo i carabinieri. Ringrazio il dottore Dario Orlando per aver agito umanamente e professionalmente in scienza e coscienza e tutto il personale del reparto. Per tutto il resto siamo profondamente indignati e amareggiati!

Luciana Picciotto

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