Scrive Pippo Obbiso sui teatri marsalesi e il direttore mancato

redazione

Scrive Pippo Obbiso sui teatri marsalesi e il direttore mancato

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mercoledì 01 Febbraio 2017 - 06:30

Ho letto, tra le tante lagnanze e piagnistei del locale “cantiere culturale”, la rivendicazione di non aver potuto partecipare alla scelta del direttore artistico di questa città, da individuare preferibilmente all’interno dello stesso panorama artistico marsalese. Ma veramente vogliamo raccontarci questa favola? In una realtà dove regnano sovrani nobili sentimenti quali superbia e invidia, tali da far impallidire le povere anime dei gironi del Purgatorio dantesco, si può mai ritenere possibile il raggiungimento, a Marsala, di un unico nominativo condiviso? Assolutamente impensabile.

Ed è un vero peccato, perché il problema non è certo l’assenza, in città, di persone idonee a svolgere tale ruolo per esperienza artistica e professionalità.

Basterebbe citare tre nomi, tra i tanti, universalmente conosciuti, per rendersene conto: Giorgio Magnato, a pare mio il “Teatro” a Marsala, una spanna su tutti, ma “cane sciolto” inviso al sistema per la sua ingovernabile autonomia, spacciata da sempre per “malo carattere”. Enrico Russo, per oltre 25 anni organizzatore di dignitosissime e qualificate stagioni teatrali, oltre che capocomico e regista. Claudio Forti, drammaturgo e romanziere di livello nazionale, da alcuni anni organizzatore, da privato e in totale rischio personale, in team con tre splendide persone “addette ai lavori” di articolate stagioni teatrali, con spettacoli di musica e teatro di squisita raffinatezza.

Ma come sceglierne uno piuttosto che un altro? Con quali criteri? Le soluzioni si sarebbero potute trovare. Forse, se il “cantiere culturale” avesse da subito individuato e segnalato all’Amministrazione questo nominativo condiviso, piuttosto che lanciarsi in ingiurie e strali per parole mal dette e mal interpretate, non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere al grande artista forestiero, che dovrebbe essere “super partes”, ma che di fatto non potrà esserlo se, alla fine, come ha giustamente detto Enrico Russo, deve comunque tener conto degli artisti locali, operando inevitabilmente delle scelte e, dunque, delle discriminazioni.

Pippo Obbiso

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