Scrive Rosalba Pipitone: “A volte qualcosa funziona al Paolo Borsellino”

redazione

Scrive Rosalba Pipitone: “A volte qualcosa funziona al Paolo Borsellino”

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mercoledì 22 Maggio 2019 - 15:59

Il presidio ospedaliero Paolo Borsellino è un ospedale civile e pubblico della città di Marsala, sito in contrada Cardilla. Un presidio ospedaliero al centro di numerose bufere per i recenti e gravi fatti di cronaca, per la riduzione dei posti letto, per la chiusura di alcuni reparti, per la carenza di personale medico/infermieristico, per le blatte trovate in mezzo al cibo e tant’altro. La scrivente, oltre che giornalista che in passato ha denunciato tutte le criticità del caso, è attualmente ricoverata e per una volta, forse l’unica, spezza una lancia a favore. Certamente non ci si dimentica dell’unico medico presente al pronto soccorso che purtroppo non è dotato di fenomeni di bilocazione e non sa a chi prestare, in piena disperazione, soccorso. Non ci si dimentica della rabbia dei pazienti e dei familiari che attendono in alcuni casi più di 12 ore per ricevere soccorso (mia madre 38 ore in pronto soccorso con frequenza cardiaca 18); rabbia comprensibile ma mai giustificabile con la violenza: prendersela con il medico di turno o con il personale infermieristico, sfasciare porte e finestre con calci e pugni, non risolve la situazione se non addirittura la aggrava. Non ci si dimentica nemmeno della mancanza in molti reparti, tra cui quello di Chirurgia Plastica dove sono attualmente ricoverata, della presenza di un solo infermiere nelle ore notturne, con la mancanza del personale ausiliario dove la presenza del personale di supporto è necessaria affinché il responsabile dell’assistenza infermieristica possa pianificare e gestire gli interventi assistenziali e igienici. Il problema ovviamente sta a monte, di chi dovrebbe occuparsi di Sanità pubblica, di chi dovrebbe garantirla al cittadino che paga più volte un servizio: attraverso le tasse, attraverso prestazioni a pagamento e persino le ambulanze a pagamento, al collasso anche quelle. Ed è un peccato, perché ho trovato medici, a partire dal pronto soccorso a quelli dei reparti, personale infermieristico, tutti altamente qualificati, di grande competenza e dalle doti umane e professionali che raramente di questi tempi si vedono. Non faccio nomi perché per quello che ho asserito precedentemente, sarebbe una sorta di discriminazione. Ma sento di dire un doveroso grazie a tutti, per l’urgenza con cui sono stata soccorsa (una bottiglia di un litro di alcol scoppiata in viso non è roba da poco), a tutto il personale medico e infermieristico del pronto soccorso e soprattutto del reparto di Chirurgia Plastica dove non sono mancati assistenza, conforto e sostegno psicologico. Infrango la regola –non sarei io- e due nomi di due infermiere li faccio, Giusy Ingarra per il sorriso sempre sulle labbra e l’altra, la piccoletta corleonese, la più tosta, la più… cazzuta si può dire? L’ho fatto: Irene Sabella.
Grazie, grazie a tutti di cuore.

Rosalba Pipitone

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