Strage di Pizzolungo: l’auto del giudice Carlo Palermo tra i rottami dell’autoparco comunale di Trapani

redazione

Strage di Pizzolungo: l’auto del giudice Carlo Palermo tra i rottami dell’autoparco comunale di Trapani

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martedì 09 Aprile 2019 - 06:55

Un ammasso di rottami in un angolo dell’autoparco comunale. Si presenta così la Fiat 132 su cui viaggiava il giudice Carlo Palermo il 2 aprile del 1985, nel giorno dell’attentato di Pizzolungo, che provocò la morte di Barbara Rizzo Asta e dei figli Giuseppe e Salvatore, nonché il ferimento dello stesso magistrato e degli agenti di scorta. La vettura è stata per alcuni anni sotto sequestro presso il Palazzo di Giustizia di Trapani, dopo di che è stata trasferita all’autoparco, dove è stata poi accantonata in mezzo ai rifiuti. La notizia, diffusa ieri dall’Ansa, sta destando comprensibile indignazione, tenuto conto che si tratta comunque di un pezzo di storia del territorio trapanese, legato indissolubilmente a una delle sue pagine più drammatiche.

Sulla vicenda si registra anche un intervento della federazione provinciale di Fratelli d’Italia: “Si rimane sgomenti a sentire certe notizie, perché non è pensabile che una tangibile testimonianza di quelli che sono stati i terribili atti stragisti ed intimidatori di “Cosa Nostra”, rappresentati plasticamente dalla carcassa della vettura che trasportava Carlo Palermo quel maledetto 2 aprile 1985, quando persero la vita i fratellini Giuseppe e Salvatore Asta, con la loro mamma, Barbara Rizzo, sia finita nel dimenticatoio, peggio ancora, nella discarica. Fratelli d’Italia lancia un’appello affinché il relitto dell’auto venga immediatamente trasferito, collocato ed esposto al parco della memoria di Pizzolungo o nell’atrio del Tribunale di Trapani. Invitiamo l’amministrazione comunale a prendere immediati provvedimenti e a favorire la costituzione di un “Museo della Mafia” ove mostrare tutti i reperti che, a futura memoria, facciano comprendere il male perpetrato, il valore di chi ha lottato, la speranza che lo Stato abbia la meglio!”.

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