The Witness, la Corte d’Appello conferma le condanne

redazione

The Witness, la Corte d’Appello conferma le condanne

Condividi su:

martedì 14 Novembre 2017 - 09:20

La Corte d’appello di Palermo ha confermato le condanne comminate dal Tribunale di Marsala a tre dei quattro uomini arrestati nell’operazione antimafia dei carabinieri denominata “The Witness”, risalente al 9 marzo 2015. Gli imputati che sono stati condannati sono Antonino Bonafede, 82 anni, che secondo i magistrati della Dda aveva il comando della famiglia mafiosa di Marsala, direzione che gli era stata trasmessa dal figlio Natale che si trovava all’ergastolo dal gennaio 2003.

Vincenzo Giappone di 55 anni di professione pastore, e Martino Pipitone di 67 anni, ex impiegato di banca era in pensione. Quest’ultimo era però stato assolto dal Tribunale marsalese dall’accusa di mafiosa. Fu invece condannato a due anni di reclusione per intestazione fittizia di una società ad altra persona questo allo scopo di “… evitare eventuale confisca da parte dello Stato”.

La pena più severa, 16 anni di carcere, il Tribunale l’aveva inflitta ad Antonino Bonafede, pur escludendone il ruolo di vertice in seno alla famiglia mafiosa marsalese. Confermata anche la condanna a 12 anni di carcere, sempre per mafia, per Vincenzo Giappone, che secondo le due sentenze, sarebbe stato il cassiere della “famiglia” e collaboratore del Bonafede. Per Bonafede e Giappone, il Tribunale marsalese comminò anche tre anni di libertà vigilata dopo l’uscita dal carcere. I due imputati sono stati, inoltre, condannati a risarcire con 5 mila euro l’associazione antiracket e antiusura “Paolo Borsellino”, costituitasi parte civile e patrocinata dell’avvocato Peppe Gandolfo. A difendere Bonafede l’avvocato Paolo Paladino, mentre legali di Giappone Stefano Venuti e Federico Sala e di Pipitone, Stefano Pellegrino e Vito Cimiotta.

Condividi su: