Trasferimenti interprovinciali e legge 104: docenti del trapanese “indignati”

redazione

Trasferimenti interprovinciali e legge 104: docenti del trapanese “indignati”

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mercoledì 26 Giugno 2019 - 13:42

Nei giorni scorsi sono stati resi pubblici i primi esiti della procedura di mobilità per l’anno scolastico 2019/2020. Anche quest’anno, si registra un forte mal contento da parte di numerosi insegnanti che si sono sentiti penalizzati e che ripropongono con forza i propri dubbi sui trasferimenti interprovinciali che si sono determinati con il ricorso alla legge 104 del 1992, nata per favorire l’inclusione dei disabili e sostenere le persone che se ne prendono cura, ma che col tempo è salita frequentemente alla ribalta delle cronache giudiziarie per situazioni di abusi (reali o presunti) che si sarebbero registrate al Sud Italia.

Sull’argomento, abbiamo ricevuto una lettera a firma di un’insegnante marsalese, Floriana Oliva, che scrive a nome di un folto gruppo di insegnanti della provincia di Trapani, che si definiscono “alquanto indignate” dagli esiti della mobilità del personale docente della scuola primaria, resi noti lunedì 24 giugno. “Apprendiamo con disgusto che in provincia di Trapani ci sono stati 37 trasferimenti interprovinciali, tutti con precedenza prevista dal CCNI!!! Le precedenze si attribuiscono a disabili, a persone che assistono familiari disabili, a persone che si ricongiungono al coniuge militare. Precisiamo che la maggior parte di questi docenti trasferiti ha punteggi bassissimi, a discapito di docenti con punteggi altissimi che risultano, dopo decenni, ancora titolari fuori provincia. Casualità o truffa?! Hanno tutti realmente diritto alle suddette precedenze? Perché, se così non fosse, si toglierebbe dignità a una legge, la 104, nata a tutela dei meno fortunati ma, stando ai fatti, notevolmente abusata…”.

Sulla questione si registra anche una presa di posizione del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani: “Per ottenere l’agognato trasferimento si ricorre con frequenza assai sospetta alla precedenza CCNI. E’ fortemente improbabile pensare che, vista l’insorgenza progressiva di tale fenomeno, statisticamente, tutti i richiedenti abbiano reali patologie. Ci auguriamo che si apra una seria discussione sui numeri e sulle soluzioni più adatte per restituire condizioni di vita e lavoro più ragionevoli soprattutto a chi ha lasciato gli affetti a chilometri di distanza per servire con onestà lo Stato”.

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