Via per Camporeale, dopo la frana c’è l’ok del Consiglio comunale di Alcamo per la somma urgenza

redazione

Via per Camporeale, dopo la frana c’è l’ok del Consiglio comunale di Alcamo per la somma urgenza

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sabato 23 Marzo 2019 - 15:17

Nel corso della seduta consiliare di ieri pomeriggio è stato votato anche un debito fuori bilancio di circa 300 euro. Non è stata illustrata, per decadenza, una mozione presentata dal consigliere comunale Giacomo Sucameli (Sicilia Futura).

Con 15 voti a favore (14 M5S e 1 ABC-Alcamo Cambierà), 0 contrari e 4 astenuti ( 1 PD, 1 UDC e 2 Sicilia Futura ) è stata approvata la somma urgenza per i lavori di messa in sicurezza della strada di via per Camporeale, effettuati a causa della frana che ha colpito la zona a gennaio scorso. Il costo corrisposto alla ditta, che è dovuta intervenire di notte, è stato pari a 4 mila euro più IVA.  La pericolosità della frana aveva reso necessaria l’evacuazione di 5 abitazioni e la chiusura della via, comportando disagi non solo per i residenti del luogo, ma anche per gli agricoltori che percorrono tale strada per raggiungere i terreni da coltivare. Uno degli interventi immediati è stato quello di intercettare le acque per fermare il fenomeno. Sul posto è giunto anche il geologo Bambina, al quale è stato affidato il compito di monitorare la situazione, che recentemente ha consegnato agli uffici comunali una relazione nella quale si afferma l’importanza dell’eseguimento dei lavori fatti, in quanto il fenomeno è rallentato verso le abitazioni presenti, nonostante le piogge in alcuni giorni. Per la prima volta, il Consiglio comunale, a seguito di una recente legge del 2018, si è dovuto esprimere su un tale provvedimento. La consigliera comunale Noemi Scibilia (M5S) ha sintetizzato i motivi di tale deliberazione da parte del consesso civico. L’avanzamento della frana, infatti, era inarrestabile. Così, l’esponente grillina ha spiegato gli altri due presupposti: “Il secondo presupposto è l’eliminazione del pericolo e, quindi, il blocco della frana o, almeno, un ritardo dell’avanzamento della stessa verso le abitazioni. E, il terzo, la copertura finanziaria della somma urgenza che, come abbiamo visto, c’è”. Per il collega di minoranza, il capogruppo dell’Udc, Saverio Messana: “Questa delibera è carta straccia, lo dobbiamo dire. Non si può votare una delibera di questo tipo in Consiglio comunale, ragazzi. Va alla Corte dei Conti. Ed è giusto che ci vada. Assolutamente sì. ‘Notturno compensa il 20 %’. Non lo capisco, qualcuno che me lo spieghi.” A chiarire i dubbi sollevati dall’esponente democristiano, prima rispetto all’accordo raggiunto tra l’ente e l’impresa e, poi, sulla correttezza dei termini della delibera, è stato il segretario comunale, il dottore Vito Bonanno: “La giunta ha 20 giorni da quando viene redatta la perizia. La giunta ha approvato entro i 20 giorni. Il Consiglio ha 30 giorni da quando la giunta gli propone l’approvazione”. I 10 giorni perentori riguardano, invece, i termini interni all’ufficio, dall’inizio dei lavori alla realizzazione della perizia. Per quanto concerne, invece, il ribasso del 20% sollevato dal consigliere Messana, viene stabilito quando tra l’ente e la ditta non si raggiunge un accordo e, quindi, il comune può imporre il prezzo del tariffario regionale con un ribasso del 20%.

Il consigliere comunale del PD, Filippo Cracchiolo, ha chiesto delucidazioni all’assessore al ramo, Vittorio Ferro sulla situazione attuale della strada per via per Camporeale. Il vicesindaco ha informato l’Aula Consiglio che è stato redatto dall’ingegnere Giuseppe Rocca un progetto di 900 mila euro che interesserà diversi punti della zona, per l’appunto, e che verrà presentato all’assessorato regionale all’Ambiente e all’ufficio del commissario straordinario per il rischio idrogeologico, mentre la gara verrà effettuata dal genio civile, in qualità di stazione appaltante e direzione dei lavori. Fatto che, secondo l’assessore ai lavori pubblici, consentirà di velocizzare i tempi per l’importante intervento. Ieri, inoltre, si è svolta una riunione tra l’amministrazione comunale e gli agricoltori, alla quale ha preso parte anche il professionista summenzionato. Gino Pitò, rappresentante di Abc-Alcamo Cambierà ha così espresso la sua posizione: “Io sono consigliere di opposizione, ma questa cosa la voto perché le persone che lavorano vanno anche tutelate, perché l’hanno fatto. Alla fine hanno fatto anche errori, perché li ho visti gli errori, ci sono gli errori. Ma io pongo: la notte del 28 gennaio cosa avrei fatto io? Avrei fatto quello, con tutti gli errori del mondo. Se trovo una ditta di notte, pazienza, me la prendo. Andava fatto quello che è stato fatto”.

Con 18 voti a favore (14 M5S, 1 PD, 1 UDC, 1 Alcamo-Cambierà e 1 Sicilia Futura) e un astenuto, Giacomo Sucameli ( Sicilia Futura) è stato deliberato, invece, il debito fuori bilancio pari a 321,82 euro trattato in Aula Falcone-Borsellino. Il debito deriva da una sentenza che ha annullato il preavviso di fermo amministrativo da parte di Riscossione Sicilia di due cartelle esattoriali Tarsu di un cittadino relative agli anni dal 2006 al 2011. Una vicenda che affonda le radici con l’Aipa Spa che, a partire dal 2006 al 2011, ha svolto funzioni amministrative e di riscossione al posto del comune. L’Aipa è divenuta concessionaria della riscossione a seguito della procedura pubblica dell’ATO TP1 Terra dei Fenici. Nel 2013 con la risoluzione del contratto con l’Ato TP1, il Comune di Alcamo è ritornato alla gestione diretta del tributo, senza però avere mai ricevuto l’acquisizione dell’archivio cartaceo degli avvisi di accertamento, cosa che avrebbe consentito all’ente di essere in grado di dimostrare al giudice la disponibilità del titolo alla base del ruolo coattivo al contribuente di cui sopra. Per tale motivo il comune non si è costituito in giudizio e adesso sta valutando la sussistenza per ricorrere in appello. Non avendo un contratto diretto con l’AIPA, la responsabilità per l’ente cade sull’ATO TP1. Il dirigente Randazzo ha riferito all’organo elettivo che vi sono delle interlocuzioni in corso tra il dottore Luppino dell’ufficio tributi e i liquidatori di quest’ultimo. Una scelta, quella di esternalizzare la riscossione del comune tramite convenzione con l’Ato, costata oltre 300 mila per ciascuno dei tre anni del suo funzionamento. Come ribadito dalla presidente della seconda commissione consiliare, Noemi Scibilia l’ufficio comunale aveva tutti gli strumenti per effettuare quei servizi che internamente costavano circa 200 mila euro, saliti a 500 mila una volta affidati alla società Aipa. Il collega di minoranza, Saverio Messana, ha dichiarato in merito “Spero di migliorare qua dentro di tutto quello che vedo degli altri pregressi”. Con Aipa, ha ricordato infine la consigliera pentastellata Annalisa Ferrara, sono nate le vicissitudini legate ai contenziosi tra il comune e alcuni autoriparatori. Una questione superata con l’approvazione, avvenuta nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, delle modifiche al regolamento IUC. Nel corso della seduta consiliare di ieri pomeriggio non è stata illustrata, per decadenza, un’interrogazione presentata dal consigliere comunale, Giacomo Sucameli (Sicilia Futura).

Linda Ferrara

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