Villetta e appartamento sequestrati ai familiari di Mariano Agate

redazione

Villetta e appartamento sequestrati ai familiari di Mariano Agate

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venerdì 20 Luglio 2018 - 10:35

La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso, su proposta del Direttore della DIA, dalla Sezione Penale e Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, presieduta da Daniela Troja, nei confronti dei figli e della moglie del boss mazarese Mariano Agate, deceduto nel 2013.

Tra i beni sottoposti a sequestro, per oltre mezzo milione di euro, una villetta residenziale all’interno del villaggio turistico “Kartibubbo” di Torretta Granitola a Campobello di Mazara (TP), che Agate aveva ricevuto in “dono”, negli anni ‘70, dal faccendiere mafioso internazionale Vito Roberto Palazzolo a conclusione dell’operazione immobiliare gestita da cosa nostra mazarese, che portò al passaggio di proprietà del complesso turistico da investitori stranieri al costruttore di Monreale (PA), Calcedonio Di Giovanni, destinatario anch’egli, negli anni passati, di misura di prevenzione personale e patrimoniale. L’immobile non è mai stato intestato ad alcun componente della famiglia Agate, ma quando nel 2014 gli uomini della Dia di Trapani fecero irruzione nel villaggio turistico di Kartibubbo vi trovarono all’interno, a trascorrere le vacanze ospiti, dei figli di Mariano Agate, i quali riferirono di aver sempre utilizzato quella villa senza aver mai saputo chi fosse il proprietario formale dell’immobile e senza aver mai pagato le utenze elettriche e idriche.

Sequestrato anche un elegante appartamento di Mazara del Vallo che una figlia del boss mafioso avrebbe acquistato utilizzando i cospicui stipendi che le venivano elargiti a fronte di una vaga attività di collaborazione lavorativa dalla Calcetruzzi Mazara spa, azienda di produzione di conglomerato cementizio oggi definitivamente confiscata, che è stata per vari decenni il simbolo tangibile dello strapotere economico e mafioso della cosca degli Agate.

Il sanguinario boss mafioso di Mazara del Vallo, deceduto nel 2013, detto anche il “papetto” (il piccolo Papa) è stato uno dei più pericolosi rappresentanti di cosa nostra in Sicilia, condannato per traffici illeciti di stupefacenti, per associazione mafiosa, per diversi omicidi, alcuni dei quali eccellenti (da quello del magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto alla Strage di Capaci). Numerose sentenze irrevocabili di condanna hanno attribuito a Mariano Agate, per oltre trent’anni, l’indiscusso ruolo di capo del mandamento mafioso di Mazara del Vallo. Fedele alleato dei mafiosi corleonesi, Agate si è altresì prodigato per garantire, nell’area di Mazara del Vallo, lunga e sicura latitanza al noto boss Totò Riina, al quale venne fornito supporto logistico oltre che falsi documenti d’identità facenti capo all’agricoltore Giuseppe Bellomo, cugino di Agate.

Unitamente alle rilevanti interessenze di Agate nel traffico internazionale di stupefacenti e di tabacchi lavorati esteri, plurime sentenze irrevocabili hanno accertato il suo ruolo decisivo nella deliberazione e nell’esecuzione di numerosi omicidi di mafia.

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