Voto di scambio ad Alcamo nel 2012, s’incardina il processo davanti alla Corte d’Appello

redazione

Voto di scambio ad Alcamo nel 2012, s’incardina il processo davanti alla Corte d’Appello

Condividi su:

giovedì 21 Marzo 2019 - 22:53

Dopo quasi tre anni dalla sentenza di primo grado, emessa dal tribunale di Trapani, che ha condannato per corruzione elettorale l’ex senatore della Repubblica, Antonino Papania, e altri 5 soggetti, ieri mattina, i giudici di Palermo hanno fissato l’udienza nel corso della quale si svolgeranno le discussioni delle parti. Martedì è stata pronunciata un’altra decisione avente ad oggetto la competizione elettorale di 7 anni fa. La nostra testata ha raccolto le dichiarazioni di alcune parti del procedimento giudiziario appena conclusosi.

La Corte d’Appello di Palermo, ieri mattina, ha deciso di rinviare al 5 aprile prossimo l’udienza del processo per voto di scambio alle elezioni amministrative nel 2012 ad Alcamo, incardinando comunque il procedimento giudiziario. La sentenza di primo grado è stata emessa il 21 aprile del 2016 dal giudice Lucia Fontana del tribunale di Trapani, con la quale sono stati condannati per corruzione elettorale l’ex senatore della Repubblica, Antonino Papania (detto Nino), Massimiliano Ciccia e Giuseppe Bambina a 8 mesi e 400 euro di multa, Filippo Renda e Giuseppe Galbo a 6 mesi di reclusione e 280 di multa www.itacanotizie.it/voto-di-scambio-ad-alcamo-ecco-le-motivazioni-della-sentenza-che-ha-condannato-papania

Dopo quasi tre anni dalla sentenza di primo grado, ieri, i giudici del tribunale di Palermo hanno fissato anche l’udienza del procedimento nel corso della quale si svolgeranno le discussioni delle parti: il 7 giugno prossimo, per l’appunto. Durante l’udienza, svoltasi davanti al giudice della prima sezione penale della Corte d’Appello, la dottoressa Maria Elena Gamberini, inoltre, è stato deciso di acquisire la sentenza, emessa il giorno prima, dell’altro procedimento a carico dell’ex parlamentare del PD e di altri sette soggetti. Nino Papania, martedì, è stato condannato a un anno di reclusione e a pagare una multa di 2400 euro per corruzione elettorale e, nello specifico, per la compravendita di voti in cambio di denaro e posti di lavoro. L’ex parlamentare, invece, è stato assolto “per insufficienza di prove” per quanto concerne la dazione di generi alimentari. Sono stati assolti “perché il fatto non sussiste” il suo collaboratore Massimiliano CicciaFilippo Di Gaetano e Davide Piccichè (per quest’ultimo l’assoluzione era stata chiesta anche dal pm Franco Belvisi). Gli altri soggetti coinvolti, Leonardo Vicari, Giovanni Renda, Leonardo (padre) e Giuseppe De Blasi (figlio) sono stati condannati a 8 mesi e 1600 euro di multa sempre per voto di scambio www.itacanotizie.it/corruzione-elettorale-condannato-lex-senatore-nino-papania

A seguito della pronuncia del giudice monocratico, il dottore Franco Messina, abbiamo raccolto alcune dichiarazioni delle diverse parti di suddetto processo. “Mi ritengo moderatamente soddisfatto perché la sentenza ha dimostrato quello che noi sostenevamo da tempo: le elezioni del 2012 sono state taroccate, sostanzialmente. Il processo ha dimostrato quello che abbiamo sempre sostenuto”, ha affermato l’avvocato Giuseppe Benenati, legale di Niclo Solina, candidato a sindaco di Alcamo nella competizione elettorale di sette anni fa, rivale del dottore Sebastiano Bonventre, il candidato sindaco appoggiato dal centro sinistra e dall’ex senatore Papania.

L’avvocato Solina perse per 39 voti al ballottaggio del maggio 2012.  “La considerazione che mi viene da fare in questo momento è che, in quell’occasione, tanta gente ha fatto una campagna elettorale per cambiare la qualità di vita della nostra città, lealmente. Altri no ”, ha dichiarato alla nostra testata il mancato primo cittadino. Sui social, invece, la lista civica Alcamo Bene Comune che lo aveva sostenuto nella sua corsa al palazzo di città ha commentato: “Un altro tassello si aggiunge alla ricostruzione di quella verità che abbiamo cercato di fare emergere, con fermezza, sin dall’indomani delle elezioni amministrative del 2012. Restiamo in attesa degli ulteriori sviluppi in sede giudiziaria, nel pieno rispetto delle regole del giusto processo, ma anche con la piena consapevolezza che la nostra battaglia era, è e sarà sempre una battaglia giusta!”.

Diverse sono state le dichiarazioni degli avvocati della difesa a causa dell’esito differente della decisione del giudice Messina per alcuni imputati. L’avvocato Vincenzo Abate, legale di Giovanni Renda e Leonardo Vicari ha affermato: “Attendiamo il deposito delle motivazioni da parte del tribunale di Trapani per meglio comprendere le ragioni che hanno addotto a questa sentenza di condanna. Riteniamo che dal compendio probatorio non fosse stata raggiunta la prova certa della loro responsabilità penale in ordine ai fatti ascritti. Per cui, siamo fiduciosi che un giudizio attento da parte della Corte d’Appello possa chiarire definitivamente questa spiacevole vicenda processuale”. Invece, l’avvocato Tiziana Pugliesi, legale di Filippo Di Gaetano ha così espresso il suo pensiero: “Io e il mio assistito siamo soddisfatti della sentenza e, onestamente, non abbiamo mai dubitato che, comunque, sarebbe stata fatta chiarezza sulla posizione del Di Gaetano. Sono contenta del risultato, a maggior ragione perché l’assoluzione è con formula piena e non con formula dubitativa”. Infine, l’avvocato Salvatore Di Giorgi, legale di Massimiliano Ciccia ha dichiarato: “Noi chiaramente siamo soddisfatti dell’esito del processo, alla luce dell’assoluzione con formula piena a favore di Massimilano Ciccia. Per quanto riguarda la posizione del Ciccia, l’impianto accusatorio, l’attività istruttoria, non ha avuto assolutamente alcun tipo di riscontro. Anzi, è emerso che il Ciccia, sostanzialmente, non ha avuto un ruolo nella presunta compravendita di voti nella tornata elettorale di cui abbiamo discusso. Mi riferisco soprattutto agli assegni che erano stati contestati al ciccia. Secondo la procura, quegli assegni erano stati consegnati a pagamento dei voti quando, in realtà, abbiamo dimostrato che sono stati consegnati per motivi completamente diversi e, soprattutto, oltre un anno prima da quando si sono verificati i fatti contestati. Per cui, aspettiamo di leggere la sentenza dopo il deposito dei motivi, però, siamo chiaramente soddisfatti dell’esito del processo”.

Linda Ferrara

Condividi su: